04/05/2013
La Terza sezione penale di Cassazione, con la sentenza n. 19099 depositata il 3 maggio 2013, ha confermato l’ordinanza con cui il Tribunale di Udine aveva ritenuto legittimo il decreto di sequestro preventivo per equivalente disposto dal Gip nei riguardi di un immobile di proprietà di una società, nell’ambito di un’indagine penale attivata per asserito omesso versamento dell’Iva.
Il legale rappresentante della società aveva fatto ricorso lamentando che, nel provvedimento impugnato, il...
04/05/2013
La condotta elusiva è da ritenere penalmente rilevante quando si estrinsechi in una delle operazioni tassativamente elencate negli articoli 37 e 37 bis del Dpr n. 600/1973 e per la cui individuazione non può farsi riferimento alle norme del Codice civile.
Nel dettaglio, per quel che concerne l’operazione prevista dal comma 3 del citato articolo 37 bis, del conferimento in società, l'articolo 2464 del Codice civile sancisce che, in relazione alle società a responsabilità limitata, il valore...
03/05/2013
Può sussistere una condanna, per lo stesso soggetto, sia per emissione di fatture false che per dichiarazione fraudolenta. Lo afferma la terza sezione penale della Corte di cassazione, con sentenza n. 19025 del 2 maggio 2013, occupandosi di una “frode carosello” posta in atto da diverse società, alcune anche estere, perpetrata attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti.
I giudici di cassazione, a fronte dei numerosi motivi di impugnazione presentati dai difensori degli...
03/05/2013
Per le Sezioni unite penali della Cassazione - sentenza 19054 pubblicata il 2 maggio 2013 – la condotta del dipendente pubblico che, per le chiamate private utilizzi il cellulare di servizio determinando un danno apprezzabile alla pubblica amministrazione, non integra il reato di peculato ordinario di cui al primo comma dell’articolo 341 C.p., apparendo, per contro, sussumibile nella fattispecie del peculato d’uso di cui al secondo comma del medesimo articolo.
In ogni caso – precisano i...
03/05/2013
I giudici di Cassazione – sentenza n. 19051 del 2 maggio 2013 – hanno spiegato che per disporre la confisca per equivalente devono ricorrere i seguenti presupposti:
- impossibilità di procedere alla confisca diretta del prezzo o del profitto;
- equivalenza di valore tra i beni confiscati e il prezzo o il profitto derivante dal reato.
Ne consegue che, da tale punto di vista, non sussiste alcuna differenza con la confisca per equivalente regolamentata nel codice penale: il relativo...
03/05/2013
Con la sentenza n. 19035 depositata il 2 maggio 2013, la Corte di cassazione ha confermato il sequestro preventivo disposto dai giudici di merito nei confronti dei beni di una Srl nell’ambito di un’indagine in cui il manager della società medesima era accusato di evasione Iva ed Irap.
La Terza sezione penale di Cassazione, a fronte del ricorso presentato dall’imprenditore secondo cui la misura cautelare non poteva riguardare i beni della Srl non potendo ravvisarsi, in capo alla medesima,...
02/05/2013
L’elemento distintivo tra il delitto di peculato e quello di frode informatica aggravata ai danni dello Stato è simile a quello fra il delitto di peculato ed il delitto di truffa aggravata e va individuato con riferimento alle modalità del possesso del denaro o d’altra cosa mobile altrui oggetto di appropriazione.
In particolare, ricorre il reato di peculato quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio si appropri del denaro o d’altra cosa mobile altrui avendone già il...
02/05/2013
Secondo la Suprema corte di legittimità – sentenza n. 18969 del 30 aprile 2013 - il mantenimento della misura di custodia in carcere è imposta da esigenze cautelari di eccezionale rilevanza che non coincidono con una normale situazione di pericolosità, ma si identificano in una “esposizione al pericolo dell’interesse di tutela della collettività di tale consistenza da non risultare compensabile rispetto al valore sociale rappresentato dal recupero del soggetto tossicodipendente, valutato anche...
30/04/2013
Con la sentenza n. 18826 del 29 aprile 2013, la Quinta sezione penale di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da una donna contro al condanna penale impartitale da entrambi gli organi giudicanti nel merito per aver divulgato su di una chat telematica, il numero di utenza cellulare della sua ex datrice di lavoro, con la quale aveva in corso una pendenza giudiziaria civilistica, che, di conseguenza, aveva ricevuto, anche in ore notturne, molteplici chiamate e sms provenienti da vari utenti...
30/04/2013
La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione – sentenza n. 18762 del 29 aprile 2013 – nel respingere il ricorso presentato dalla Procura di Cagliari, che voleva vedere condannato un imprenditore per non aver anticipato ad un suo dipendente l'indennità di malattia e gli assegni familiari pur avendo denunciato la sua posizione debitoria nel modello DM10, sancisce che tale condotta non configura il reato di truffa ma, semmai, di appropriazione indebita.
Il datore di lavoro, infatti, ha...