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Salva il posto malgrado 13mila sms

16/09/2008 Con una sentenza del 9 settembre 2008, la n. 23107, la Corte di legittimità ha respinto il ricorso con il quale la Telecom chiedeva il licenziamento disciplinare di un proprio dipendente che aveva inviato più di 13mila messaggi privati dal cellulare di servizio. I motivi della decisione risiedono nella circostanza che nei confronti di altri dipendenti, colpevoli dello stesso comportamento, la Telecom aveva irrogato sanzioni più leggere, come la sospensione di tre giorni di stipendio o la...
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Il repechage lo prova l'impresa

15/09/2008 Con sentenza n. 22289 del 4 settembre scorso, la Cassazione ha precisato come, in caso di licenziamento, il repechage non deve essere provato dal lavoratore bensì dal datore, in quanto costituisce un aspetto della prova della giustificatezza oggettiva del recesso.
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Il mobbing può scattare anche per periodi limitati

13/09/2008 La Cassazione Lavoro (sentenza n. 22858, depositata il giorno 11 di questo mese) ritiene non sussista un limite di tempo “esiguo” per la concretizzazione di un processo di mobbing: sono sufficienti anche pochi mesi per integrare l’idoneità lesiva della condotta nel tempo. E il datore che ha avviato un timido (perché non seguito da misure pratiche o da vigilanza) tentativo di pacificazione tra il dipendente in posizione di supremazia gerarchica e la sua vittima, resta responsabile e risponde...
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La commessa va licenziata anche per un furto “mini”

08/09/2008 La Cassazione, con la sentenza n. 20527/2008, interviene a chiarire che è legittimo il licenziamento per giusta causa del dipendente di un supermercato che ruba un profumo, anche se si tratta di un’eau de toilette di bassa qualità. Per i giudici della Suprema corte non è rilevante il valore economico del bene (10,28 euro) poiché è il furto in se che ha compromesso il rapporto di fiducia tra datore e dipendente.
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Niente stipendio per le pulizie nella clinica chiusa

08/09/2008 La sezione Lavoro della Cassazione, nella sentenza 20316/08 depositata il 23 luglio 2008, afferma che il datore di lavoro deve essere sempre a conoscenza, o nella condizione di poter sapere, che i dipendenti stiano svolgendo il proprio lavoro per poter eventualmente accettare o rifiutare la prestazione. In caso contrario i dipendenti non hanno diritto alla retribuzione per il lavoro svolto. Il caso muove dal ricorso contro la sentenza della Corte d’appello di una casa di cura in liquidazione che...
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Contro il licenziamento impugnazione più facile

06/09/2008 La sentenza di Cassazione n. 22287 stabilisce che l’impugnazione del licenziamento, da parte del lavoratore, è “tempestiva, ossia impedisce la decadenza di cui all’articolo 6 della legge n. 604 del ’66, qualora la lettera raccomandata sia, entro il termine di 60 giorni ivi previsto, consegnata all’ufficio postale ancorché essa venga recapitata dopo la scadenza di quel termine”. Per chiarire, l’atto è valido anche quando nei sessanta giorni a sua disposizione il dipendente abbia fatto appena in...
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Legittimi i trasferimenti per evitare liti

04/09/2008 E’ legittimo il provvedimento che ha deliberato il trasferimento in altro cantiere dell’operaio di un’azienda di trasporti navali che polemizzava spesso con i propri colleghi. Atto che la sentenza di Cassazione n. 22059 (2 settembre 2008) ritiene “giustificato dalla necessità di rasserenare i rapporti con i colleghi di lavoro”.
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Legittimi i trasferimenti per evitare liti

04/09/2008 E’ legittimo il provvedimento che ha deliberato il trasferimento in altro cantiere dell’operaio di un’azienda di trasporti navali che polemizzava spesso con i propri colleghi. Atto che la sentenza di Cassazione n. 22059 (2 settembre 2008) ritiene “giustificato dalla necessità di rasserenare i rapporti con i colleghi di lavoro”.
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Clandestini, decide il tribunale civile

01/09/2008 Il tema del lavoro sommerso e della cosiddetta maxisanzione è stato oggetto di due recenti pronunce di merito che hanno ribadito l'autonoma efficacia della sanzione amministrativa di cui all'art. 36-bis, Legge 248/2006. Nel dettaglio, il Tribunale di Milano (sentenza n. 1522/2008) ha sottolineato come dal fatto dell'impiego di lavoratori senza permesso di soggiorno possa derivare sia la sanzione penale prevista dal TU sull'immigrazione che la sanzione amministrativa prevista dall'articolo 3...
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L’assenza non giustificata non vuol dire precariato

27/08/2008 Definisce i confini fra subordinazione e lavoro autonomo la decisione n. 21380 del 7 agosto 2008, con cui i giudici di legittimità (Sezione lavoro) sostengono che la circostanza che il lavoratore non sia obbligato a giustificare le proprie assenze non è necessariamente una conferma che a regolare il rapporto sia un contratto di collaborazione. “Per escludere la subordinazione del rapporto di lavoro prestato con continuità e coordinamento con un altro soggetto è necessario che il giudice di...
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