Contenzioso

Non licenziabile per lo scontrino

25/02/2009 E' stata confermata dalla Cassazione, con sentenza n. 4368 del 2009, la decisione della Corte di appello di Roma con la quale era stato annullato il licenziamento di un cassiere che si era sbagliato nel battere uno scontrino. L'uomo era stato accusato dalla società presso cui era dipendente di aver favorito un cliente.
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Il dolo toglie la rendita Inail

23/02/2009 Corte di Cassazione, sezione Lavoro. Sentenza n. 3623 del 2009: se non sussiste l’occasione di lavoro, l’erede del coltivatore che, salito su un albero per motivi personali e domestici, era caduto decedendo, non ha alcun diritto alla indennità Inail. Ed è colpevole di dolo se “scientemente denuncia false modalità di infortunio”. L’evento della morte è slegato dall’esecuzione di un ordine, quando il lavoratore sale sull’albero per “motivi personali”. La Cassazione ricorda come dottrina e...
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Non sono “assolti” i contributi omessi

23/02/2009 Corte di Cassazione. Sentenza n. 3713 del 16 febbraio 2009: l’assoluzione, in sede penale, del datore che non ha provveduto al versamento dei contributi non impedisce, in sede civile, di riconoscere il vincolo della subordinazione. Infatti, la sentenza penale di assoluzione ha efficacia nel giudizio civile solo quando è in discussione un diritto (nel caso specifico quello che ha la Pubblica amministrazione di infliggere sanzioni) il cui riconoscimento sia subordinato all’accertamento dei fatti...
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Danni sul lavoro senza automatismi

23/02/2009 La Cassazione, sezione lavoro, si è recentemente occupata di tre diversi casi di incidenti avvenuti sullo stesso luogo di lavoro decidendo, per ognuno di questi, in maniera differente. Così, con sentenza n. 3785 del 2009, la Corte ha respinto la richiesta di risarcimento avanzata da un portalettere che, scendendo dall'autovettura di servizio, era scivolato su una lastra di ghiaccio; nonostante nessuna norma imponga ai portalettere di utilizzare calzature particolari, per i giudici di...
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E’ ingiuria dire “penoso” al dipendente

20/02/2009 E' lecito richiamare il dipendente responsabile di una condotta scorretta sul lavoro, non lo è altrettanto offenderne onore e decoro, usando le espressioni “penoso” e “mezze maniche”, che manifestano una “intrinseca valenza mortificatrice”. La Quinta sezione penale della Cassazione conferma perciò il reato di ingiuria e diffamazione, condannando definitivamente un datore di lavoro nella sentenza 6758.
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Il preside lo isola: è mobbing

17/02/2009 Il giudice del lavoro di Sulmona (Aq), con sentenza n. 2684 depositata il 24 dicembre 2008, ha condannato un preside di un istituto superiore al pagamento di circa 5800 euro di danni e 4500 euro di spese legali in quanto responsabile di mobbing nei confronti di un docente e rappresentante sindacale a cui aveva inflitto numerosi provvedimenti disciplinari illegittimi. Molte le prove testimoniali contro il dirigente scolastico dalle quali è risultato “un atteggiamento di preconcetta ed ostentata...
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Riorganizzazione senza taglio di chi è a termine

17/02/2009 Per la Cassazione – decisione n. 3276 depositata il 10 febbraio scorso – il licenziamento del lavoratore assunto a tempo determinato può avvenire solo per inadempimento o per giusta causa, ma non per ragioni inerenti alla riorganizzazione del lavoro. La Corte, per riconoscendo il pieno diritto del datore di modificare la propria organizzazione in visione di una migliore efficienza aziendale, ha escluso che possa essere sacrificata una posizione contrattuale per sua natura a scadenza certa.
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In carriera con titoli “doc”

16/02/2009 In sede di concorso interno per l’ottenimento di una promozione, il difetto di trasparenza o di obiettività nel datore di lavoro che si era obbligato ad osservare particolari procedure nella valutazione del personale non garantisce al dipendente escluso un risarcimento automatico. Questo deve essere riferito ai soli danni per la perdita di chance, “quantificabili sulla base del tasso di probabilità che il lavoratore medesimo aveva di risultare vincitore, qualora la selezione tra i concorrenti si...
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“Prova” a carico del dipendente

16/02/2009 Spetta al lavoratore che pretende un compenso per lavoro straordinario provare la relativa prestazione e, qualora ammetta di essere stato remunerato assumendo, però, l'insufficienza del compenso, dovrà anche provare la quantità di lavoro effettivamente svolto. E' quanto sancito dalla Cassazione con sentenza n. 3194 del 9 febbraio 2009.
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