Prestazione Universale per anziani non autosufficienti: nuove indicazioni Inps
Pubblicato il 19 marzo 2025
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Arrivano dall’Inps, con il messaggio n. 949 del 18 marzo 2025, nuove indicazioni in merito alla Prestazione Universale per anziani non autosufficienti, l’importante supporto economico rivolto alle persone con età pari o superiore a 80 anni che si trovano in una condizione di grave non autosufficienza e che sono già beneficiarie dell'indennità di accompagnamento.
Introdotta dal decreto legislativo n. 29 del 15 marzo 2024, la Prestazione Universale si configura dunque come una misura di supporto per migliorare le condizioni di vita degli anziani, coprendo una parte significativa delle spese legate all'assistenza quotidiana.
Obiettivi e finalità
La Prestazione Universale è pensata per rispondere a una delle principali sfide demografiche e sociali: il crescente bisogno di assistenza da parte degli anziani, specialmente quelli con difficoltà motorie e cognitive.
Essa si integra con le altre forme di assistenza previste dal sistema pubblico, ma presenta caratteristiche particolari che la rendono unica: infatti, mentre l’indennità di accompagnamento è una prestazione di carattere più generico, la Prestazione Universale è specificamente orientata a coprire le esigenze di cura continuativa e di supporto per le persone anziane non autosufficienti.
La prestazione si compone di due principali componenti.
- Quota fissa, corrispondente all'indennità di accompagnamento già percepita dal beneficiario.
- Quota integrativa, vale a dire un importo aggiuntivo, che attualmente ammonta a 850 euro mensili, destinato a coprire le spese di assistenza e di cura.
Chi può accedere alla Prestazione Universale?
La Prestazione Universale non è automaticamente riconosciuta a tutti gli anziani, ma è riservata a chi soddisfa una serie di requisiti specifici, sia di tipo anagrafico che assistenziale.
Requisiti anagrafici ed economici
I destinatari della Prestazione Universale sono gli anziani con età pari o superiore a 80 anni, che presentano una condizione di grave non autosufficienza e che siano già titolari dell'indennità di accompagnamento.
In aggiunta, il richiedente deve soddisfare un altro requisito fondamentale: l'ISEE sociosanitario ordinario non deve superare i 6.000 euro, limite economico fissato per garantire che la prestazione vada effettivamente a beneficio delle persone che si trovano in condizioni economiche e sociali difficili.
Opzione per la Prestazione Universale
Aspetto fondamentale della Prestazione Universale è che essa è opzionale: ciò significa che il beneficiario dell'indennità di accompagnamento deve fare una scelta esplicita per poter usufruire della stessa.
La domanda di optare per la Prestazione Universale implica infatti la cessazione dell’indennità di accompagnamento, sostituita dalla nuova prestazione.
In pratica, il richiedente deve dichiarare in modo esplicito la propria intenzione di passare dalla semplice indennità di accompagnamento alla Prestazione Universale al momento della domanda.
Una volta che la scelta viene fatta, dunque, l'indennità di accompagnamento cessa e il richiedente inizia a ricevere la Prestazione Universale, che combina la quota fissa (pari all'indennità di accompagnamento) con la quota integrativa di 850 euro.
Vantaggi
Optare per la Prestazione Universale, quindi, non significa solo continuare a ricevere il supporto economico per l’assistenza, ma consente anche di usufruire di una quota integrativa che offre maggiori risorse per le esigenze di cura che possono essere destinate al pagamento di assistenti domiciliari oppure per l'acquisto di servizi di assistenza.
Questi servizi possono includere, ad esempio, il supporto per l’igiene della persona, il trasporto per visite mediche, o altri tipi di assistenza pratica che migliorano la qualità della vita quotidiana del beneficiario.
Modalità di utilizzo della quota integrativa
La quota integrativa non è un importo che può essere liberamente speso, ma deve essere destinata a sostegno diretto alla persona anziana. Esistono due modalità principali per l'utilizzo di questa somma.
- Remunerazione del lavoro di cura svolto da lavoratori domestici. La quota integrativa può essere utilizzata per pagare il lavoro di cura svolto da lavoratori domestici, ossia professionisti che forniscono assistenza alle persone anziane non autosufficienti. Questi lavoratori devono essere assunti con contratti conformi ai contratti collettivi nazionali di settore, come previsto dall’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81. In altre parole, i beneficiari devono assicurarsi che i contratti di lavoro siano formalizzati secondo la legge, e le ore lavorative devono essere sufficienti per garantire un supporto continuativo (almeno 15 ore settimanali).
- Acquisto di servizi di assistenza non sanitaria. Un’altra possibilità di utilizzo della quota integrativa è quella di destinare l’importo per l’acquisto di servizi di assistenza non sanitaria quali:
- servizi di cura e igiene personale;
- servizi di lavanderia;
- servizi per la distribuzione di pasti a domicilio;
- servizi per l’accompagnamento alle visite mediche o per l’aiuto nelle piccole commissioni quotidiane;
- supporto nella gestione della casa e nelle pratiche amministrative.
Tutti questi servizi rientrano nell’ambito dell’assistenza non sanitaria, e l’utilizzo della quota integrativa deve essere in linea con le linee guida regionali e locali.
NOTA BENE: è fondamentale che i servizi acquistati non abbiano una natura sanitaria o infermieristica, come stabilito dalla normativa.
Come fare la domanda
La domanda per la Prestazione Universale deve essere inviata all'Inps tramite il portale ufficiale. Durante il processo di richiesta, il beneficiario deve fornire vari dati personali e la documentazione attestante il rispetto dei requisiti richiesti.
- ISEE sociosanitario (non superiore a 6.000 euro).
- Indennità di accompagnamento già ricevuta.
- Altri dati relativi alla condizione assistenziale e familiare del richiedente.
Se la domanda viene correttamente compilata e non mancano documenti o informazioni essenziali, l’Inps avvierà automaticamente la verifica dei requisiti. Tuttavia, se ci sono delle incongruenze o se la domanda non è completa, l’Istituto provvederà a inoltrarla alla struttura territoriale competente per un'ulteriore istruttoria.
Controlli e verifica dei requisiti
Una volta inviata la domanda, l’Inps esegue dei controlli automatizzati sui requisiti necessari per l'accesso alla Prestazione Universale. In particolare, sono verificati:
- il pagamento dell'indennità di accompagnamento: è fondamentale che il beneficiario sia titolare dell’indennità di accompagnamento per poter accedere alla prestazione. L'Inps, grazie ai suoi archivi, può verificare automaticamente se questa condizione è soddisfatta;
- la validità dell'ISEE: l'ISEE del richiedente deve essere aggiornato e non superiore a 6.000 euro. L'Inps esegue automaticamente un controllo sulla validità dell'ISEE presentato, e se il documento non risulta aggiornato o valido, la domanda verrà respinta o inoltrata per ulteriori verifiche.
Se i controlli automatizzati danno esito positivo la domanda viene processata e, se accolta, il beneficiario inizia a ricevere le prestazioni economiche previste.
Se, invece, uno dei requisiti non è soddisfatto, l'Istituto segnalerà la necessità di ulteriori approfondimenti da parte della struttura territoriale, la quale provvederà a contattare il richiedente per completare la documentazione mancante.
Reversibilità e rinuncia
Una delle caratteristiche principali di questa prestazione è che la scelta di aderirvi è reversibile, ossia il beneficiario può decidere di rinunciare alla Prestazione Universale e ripristinare le prestazioni precedenti, come l’indennità di accompagnamento.
In pratica, se un beneficiario decide di rinunciare alla Prestazione Universale, la decisione comporta il ripristino dell'indennità di accompagnamento, che viene riattivata a partire dalla data in cui la rinuncia viene formalmente comunicata.
L'Inps garantisce che la rinuncia non comporti interruzioni nei benefici, ma che i diritti precedenti vengano ripristinati senza penalizzazioni.
Modifica della scelta: come fare
Nel caso in cui il beneficiario desideri rinunciare alla Prestazione Universale, è necessario seguire una procedura precisa per modificare la scelta e ripristinare le prestazioni precedenti.
- Presentazione della richiesta di rinuncia: il beneficiario deve effettuare la rinuncia attraverso il portale Inps utilizzando la funzione apposita disponibile sulla piattaforma. La rinuncia deve essere formale e inviata tramite il sistema online, che garantisce la tracciabilità della richiesta.
- Comunicazione agli Ambiti Territoriali Sociali (ATS): una volta che l’Inps riceve la richiesta di rinuncia, provvede a comunicare l’atto agli Ambiti Territoriali Sociali (ATS), responsabili di ripristinare l’erogazione delle prestazioni precedenti, come l'indennità di accompagnamento. Gli ATS sono, infatti, le strutture competenti per verificare e aggiornare la posizione del beneficiario a livello territoriale.
- Ripristino delle prestazioni precedenti: dopo la comunicazione da parte dell'Istituto, gli ATS provvederanno a ripristinare l'indennità di accompagnamento o altre prestazioni di assistenza precedentemente erogate, in modo che il beneficiario possa continuare a ricevere il supporto economico senza interruzioni. La richiesta di rinuncia può essere gestita rapidamente, ma è importante che il beneficiario completi correttamente ogni passaggio.
Il processo di reversibilità è, quindi, abbastanza semplice e garantisce che il beneficiario possa decidere liberamente quale tipo di prestazione ritiene più adatta alla propria situazione.
NOTA BENE: la rinuncia non impedisce al beneficiario di usufruire in futuro della Prestazione Universale qualora la sua situazione dovesse cambiare nuovamente.
Controlli e verifiche periodiche
Sia la Prestazione Universale che la quota integrativa erogata agli anziani non autosufficienti sono soggette a verifiche periodiche da parte dell’Inps e degli ATS, controlli necessari per garantire che i benefici vengano erogati correttamente e che le risorse pubbliche vengano utilizzate in modo adeguato.
In particolare, le verifiche riguardano principalmente due aspetti: la spesa della quota integrativa e la regolarità dei contratti di lavoro domestico per coloro che utilizzano la quota per remunerare lavoratori domestici.
Controlli sulla spesa della quota integrativa
L’Inps effettua verifiche trimestrali per monitorare l’utilizzo della quota integrativa erogata ai beneficiari, che devono giustificare le spese sostenute attraverso i seguenti documenti:
- buste paga dei lavoratori domestici, che attestano le ore lavorative e il pagamento delle retribuzioni;
- fatture per i servizi di assistenza non sanitaria acquistati, come i servizi di cura, di lavanderia, di accompagnamento, e altri servizi domiciliari.
Ogni trimestre, dunque, il beneficiario deve inviare la documentazione giustificativa entro il giorno 10 del mese successivo al termine del trimestre di riferimento: in caso di mancata o incompleta documentazione, l'Inps potrebbe sospendere la quota integrativa fino alla regolarizzazione della situazione.
Verifica della regolarità dei rapporti di lavoro domestico
Gli ATS sono anche responsabili di monitorare la regolarità dei contratti di lavoro domestico dei beneficiari della Prestazione Universale che utilizzano la quota integrativa per pagare i lavoratori domestici, controllo che ha lo scopo di garantire che i lavoratori siano assunti in conformità con la normativa vigente e che vengano rispettati i contratti collettivi nazionali di settore.
I beneficiari devono assicurarsi che il contratto di lavoro sia formalizzato correttamente e che vengano rispettati tutti gli obblighi legali in termini di retribuzione, orari di lavoro e versamenti contributivi.
Gli ATS verificano periodicamente la documentazione relativa ai contratti di lavoro e, in caso di irregolarità, possono sospendere l’erogazione della quota integrativa fino a quando non venga regolarizzata la situazione.
Faq
1. Che cos'è la Prestazione Universale per Anziani?
La Prestazione Universale è un supporto economico destinato agli anziani non autosufficienti, in particolare a coloro che hanno più di 80 anni e sono titolari di indennità di accompagnamento. Si compone di due quote: una fissa, che corrisponde all’indennità di accompagnamento, e una quota integrativa di 850 euro mensili destinata a coprire le spese di assistenza.
2. Chi può accedere alla Prestazione Universale?
Possono accedere alla Prestazione Universale gli anziani con età pari o superiore a 80 anni, titolari di indennità di accompagnamento, che hanno un ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro e che siano riconosciuti come non autosufficienti.
3. Come posso fare domanda per la Prestazione Universale?
La domanda può essere presentata tramite il portale INPS. È necessario fornire l'ISEE valido e i dettagli relativi alla condizione assistenziale. Se la domanda è completa, l’INPS avvierà i controlli sui requisiti richiesti.
4. Posso rinunciare alla Prestazione Universale?
Sì, la Prestazione Universale è reversibile. Se desideri rinunciare alla prestazione, puoi farlo in qualsiasi momento, e le prestazioni precedenti, come l'indennità di accompagnamento, saranno ripristinate.
5. Cosa devo fare se voglio rinunciare alla Prestazione Universale?
Per rinunciare alla Prestazione Universale, è necessario presentare una richiesta formale attraverso il portale INPS. Dopo aver ricevuto la tua rinuncia, l'INPS provvederà a comunicare la modifica agli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) per ripristinare l’indennità di accompagnamento o altre prestazioni precedenti.
6. Come posso usare la quota integrativa della Prestazione Universale?
La quota integrativa può essere utilizzata per:
- Pagare lavoratori domestici che forniscono assistenza all'anziano (assunti regolarmente secondo i contratti collettivi nazionali).
- Acquistare servizi di assistenza non sanitaria, come la cura della persona, la lavanderia, l'accompagnamento alle visite e altre necessità quotidiane.
7. Ci sono controlli sull'utilizzo della quota integrativa?
Sì, l'INPS effettua verifiche trimestrali sull'utilizzo della quota integrativa. I beneficiari devono fornire la documentazione giustificativa delle spese sostenute, come le buste paga dei lavoratori domestici e le fatture per i servizi acquistati.
8. Cosa succede se non fornisco la documentazione giustificativa per la quota integrativa?
Se non fornisci la documentazione giustificativa, l'INPS può sospendere l'erogazione della quota integrativa fino a quando la situazione non viene regolarizzata. È importante rispettare le scadenze per l'invio delle prove di spesa (entro il 10 del mese successivo a ogni trimestre).
9. Gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) effettuano dei controlli?
Sì, gli ATS monitorano la regolarità dei contratti di lavoro domestico dei beneficiari per garantire che i lavoratori siano assunti correttamente e che vengano rispettate le normative legali in termini di retribuzione e orari.
10. Posso continuare a ricevere l'indennità di accompagnamento se rinuncio alla Prestazione Universale?
Sì, se rinunci alla Prestazione Universale, l'indennità di accompagnamento verrà ripristinata e riprenderai a riceverla come prima.
11. Cosa succede se il mio ISEE cambia dopo aver richiesto la Prestazione Universale?
Se l’ISEE supera i 6.000 euro, la Prestazione Universale decadrà, e il beneficiario dovrà comunicare il cambiamento all'INPS. L'INPS avvierà i controlli per verificare se il nuovo ISEE rende il beneficiario idoneo a continuare a ricevere la prestazione.
12. Posso usare la quota integrativa per pagare i servizi sanitari?
No, la quota integrativa può essere utilizzata esclusivamente per servizi non sanitari. Non è possibile utilizzarla per il pagamento di cure mediche, infermieristiche o altre prestazioni sanitarie.
13. Cosa succede se non utilizzo la quota integrativa?
Se la quota integrativa non viene utilizzata correttamente, o se non viene spesa entro i limiti stabiliti dalla legge, potrebbe verificarsi la decadenza del beneficio. È importante assicurarsi che i fondi vengano utilizzati per gli scopi previsti.
14. Posso chiedere la Prestazione Universale anche se non sono titolare dell'indennità di accompagnamento?
No, uno dei requisiti fondamentali per accedere alla Prestazione Universale è essere già titolare dell’indennità di accompagnamento, che è riconosciuta a chi è in condizioni di non autosufficienza grave.
15. Quali servizi posso acquistare con la quota integrativa?
I beneficiari possono utilizzare la quota integrativa per acquistare servizi di assistenza non sanitaria come:
- Cura della persona (igiene, supporto quotidiano)
- Lavanderia
- Servizi di distribuzione pasti a domicilio
- Servizi di accompagnamento
- Supporto per le piccole commissioni e per il disbrigo di pratiche amministrative
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