CNDCEC: novità della riforma della riscossione 2025 e riapertura rottamazione quater
Pubblicato il 22 aprile 2025
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In data 18 aprile 2025, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), in collaborazione con la Fondazione Nazionale dei Commercialisti (FNC), ha pubblicato un documento di ricerca volto ad analizzare le principali novità introdotte dalla recente riforma della riscossione, contenuta nel Decreto legislativo n. 110/2024, emanato in attuazione della Legge delega n. 111/2023.
Il documento, intitolato “Le principali novità della riforma della riscossione e la riammissione alla rottamazione quater”, è stato redatto nell’ambito delle attività dell’area Contenzioso tributario, coordinata dalla consigliera nazionale Rosa d’Angiolella. Esso mira a fornire un inquadramento sistematico e operativo delle nuove disposizioni che ridisegnano in modo significativo il sistema nazionale della riscossione, con un focus specifico sulle ricadute pratiche per i professionisti del settore e per i contribuenti.
Accanto all’analisi della riforma strutturale, il documento affronta anche la riapertura dei termini per la definizione agevolata dei carichi iscritti a ruolo, la cosiddetta Rottamazione quater, a vantaggio di coloro che sono decaduti dal beneficio entro il 31 dicembre 2024.
I temi trattati includono:
- il nuovo termine per il tentativo di notifica delle cartelle di pagamento;
- l’ampliamento del perimetro di impugnabilità delle cartelle invalidamente notificate;
- le nuove modalità di dilazione dei carichi affidati all’agente della riscossione;
- le novità in materia di coobbligati solidali;
- la riammissione alla rottamazione quater.
Tutti questi aspetti vengono affrontati con taglio pratico e sono orientati all’operatività degli addetti ai lavori.
Contesto normativo
Le novità analizzate nel documento si collocano all’interno del processo di revisione organica del sistema fiscale italiano, avviato con l’adozione della Legge delega n. 111/2023. In particolare, l’articolo 18 della legge stabilisce i principi e i criteri direttivi per il riordino del sistema nazionale della riscossione, prevedendo una serie di interventi mirati a renderlo più efficiente, trasparente e sostenibile.
A seguito di tale delega legislativa, è stato emanato il Decreto legislativo n. 110/2024, intitolato “Disposizioni in materia di riordino del sistema nazionale della riscossione”, entrato in vigore l’8 agosto 2024. Tuttavia, molte delle disposizioni operative previste dal decreto sono divenute effettive a partire dal 1° gennaio 2025, segnando un punto di svolta nell’assetto normativo della riscossione.
Il decreto introduce un complesso di misure strutturali che vanno a incidere in modo rilevante sulle modalità di gestione dei carichi affidati all’agente della riscossione, sui rapporti con gli enti creditori e sulle garanzie riconosciute al contribuente. Le innovazioni riguardano anche i termini di notifica, le possibilità di impugnazione e le condizioni di accesso a piani di pagamento dilazionati, configurando così un sistema rinnovato e più coerente con le esigenze di semplificazione e tutela.
Destinatari e impatti
Le novità introdotte dalla riforma della riscossione coinvolgono una pluralità di soggetti, ciascuno chiamato a confrontarsi con un nuovo assetto normativo e operativo.
In primo luogo, i professionisti fiscali e legali svolgono un ruolo centrale nell’affiancare i contribuenti nell’interpretazione e nell’applicazione delle nuove regole, in particolare per quanto riguarda le opportunità di riammissione alla definizione agevolata. I contribuenti, dal canto loro, possono beneficiare di condizioni più favorevoli, sia in termini di rateizzazione che di possibilità di regolarizzare la propria posizione attraverso la riapertura della rottamazione quater. Infine, anche l’agente della riscossione e gli enti creditori sono interessati da significativi cambiamenti, che riguardano le nuove tempistiche e i criteri di gestione dei rapporti operativi e contenziosi con i soggetti obbligati.
Le principali novità in materia di riscossione
La riforma introdotta dal Dlgs n. 110/2024 ha apportato importanti innovazioni al sistema italiano della riscossione, con l’obiettivo di renderlo più equo, flessibile e aderente alle esigenze dei contribuenti.
Analizziamo le principali novità sull’argomento che vengono affrontate nel documento dei commercialisti del 18 aprile 2025.
Nuovo termine per il tentativo di notifica
Tra le innovazioni più significative introdotte dalla riforma della riscossione figura l’introduzione di un termine definito per l’avvio del tentativo di notifica delle cartelle di pagamento.
A partire dal 1° gennaio 2025, l’Agenzia delle entrate-Riscossione dovrà attivarsi per notificare le cartelle entro nove mesi dalla data di affidamento del carico da parte dell’ente creditore. Sebbene questo termine non comporti la nullità dell’atto in caso di mancato rispetto, si configura come un obbligo sollecitatorio volto a incentivare la tempestività e l’efficienza della riscossione. La nuova previsione, pur senza valore decadenziale, potrebbe tuttavia assumere rilievo in sede contenziosa, rafforzando la posizione del contribuente nella contestazione di notifiche tardive.
Ampliamento dell’impugnabilità delle cartelle
Un’altra importante novità riguarda l’estensione delle possibilità per il contribuente di impugnare direttamente le cartelle di pagamento non validamente notificate. È stato ampliato l’elenco delle situazioni in cui la dimostrazione di un pregiudizio concreto consente l’accesso alla tutela giurisdizionale. Oltre alle fattispecie già previste — come la partecipazione a gare pubbliche, la riscossione di crediti verso la PA o la perdita di benefici — si aggiungono nuove situazioni: le procedure di crisi d’impresa, le operazioni di finanziamento, e le cessioni d’azienda. L’intervento legislativo accoglie un approccio più ampio e dinamico al concetto di interesse ad agire, consentendo la difesa anche nei casi in cui l’omessa notifica possa incidere negativamente sulla posizione economica o giuridica del contribuente.
Allungamento delle rateazioni tributarie
La riforma ha ridisegnato il sistema delle rateazioni, superando la distinzione tra forme ordinarie e straordinarie e introducendo piani di pagamento più flessibili e graduali. Dal 1° gennaio 2025, i contribuenti possono ottenere dilazioni fino a 84 rate mensili per debiti fino a 120.000 euro, con un incremento progressivo nei successivi bienni:
- 96 rate dal 2027
- e 108 rate dal 2029.
Oltre tale soglia, o per durate maggiori, sarà necessario dimostrare una situazione di obiettiva difficoltà economica, documentata in base a criteri specifici, diversificati per natura del soggetto. Sono stati introdotti indicatori economici ad hoc anche per condomini e pubbliche amministrazioni, cui è riconosciuta la possibilità di accedere direttamente alla dilazione massima.
Tra le altre novità, vi è la facoltà di scegliere rate crescenti, la proroga una tantum del piano in caso di peggioramento della condizione economica, e il blocco delle azioni esecutive durante la valutazione dell’istanza. Viene inoltre mantenuto il principio per cui il mancato pagamento di otto rate, anche non consecutive, determina la decadenza dal beneficio, pur lasciando aperta la possibilità di rateizzare altri carichi.
Riscossione nei confronti dei coobbligati solidali
Con l’introduzione di nuove disposizioni dedicate ai coobbligati solidali, la riforma ha mirato a garantire maggiore equità nei rapporti tra questi ultimi e il debitore principale. Da ora, in presenza di responsabilità sussidiaria, la sospensione della prescrizione si estende anche ai coobbligati, a partire dal versamento della prima rata e per tutta la durata della rateazione concessa. È inoltre previsto l’obbligo per l’agente della riscossione di comunicare formalmente ai coobbligati l’avvio del piano, con indicazione del numero di rate e della durata.
Un ulteriore rafforzamento delle garanzie procedurali si realizza con la previsione che la riscossione coattiva e l’esecuzione forzata nei confronti dei coobbligati possano avvenire solo dopo la notifica della cartella a ciascuno di essi. Anche se l’omessa comunicazione del piano non invalida automaticamente gli atti successivi, essa può rappresentare una violazione procedimentale invocabile in giudizio. Si tratta di un’importante innovazione a tutela del diritto di difesa e della trasparenza nei confronti di tutti i soggetti coinvolti nella responsabilità tributaria.
Riammissione alla rottamazione “quater”: scadenze, condizioni e limiti
La scadenza per presentare la domanda di riammissione alla rottamazione “quater” è fissata al 30 aprile 2025. Si tratta di una nuova opportunità concessa ai contribuenti che, pur avendo aderito alla definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione, sono decaduti dalla procedura entro il 31 dicembre 2024, a causa del mancato, tardivo o insufficiente pagamento delle rate previste dal piano.
NOTA BENE: la riammissione non è consentita ai contribuenti decaduti nel corso del 2025. In particolare, sono esclusi coloro che, pur avendo correttamente versato le prime sei rate entro il 31 dicembre 2024, non hanno pagato la settima rata entro il 5 marzo 2025 (termine ultimo comprensivo dei 5 giorni di tolleranza rispetto alla scadenza originaria del 28 febbraio).
Il beneficio riguarda solo chi ha già presentato domanda di rottamazione entro il 30 giugno 2023, con accoglimento comunicato entro il 30 settembre 2023, e che ha poi perso il diritto alla definizione agevolata entro la fine del 2024 per uno dei seguenti motivi:
- nessun pagamento effettuato;
- pagamento in ritardo oltre i 5 giorni di tolleranza;
- versamento di un importo parziale rispetto al dovuto.
La riammissione è ammessa anche nei casi in cui il contribuente abbia successivamente saldato le somme dovute, seppur in ritardo: in questi casi, l’importo complessivamente da versare sarà ricalcolato tenendo conto dei pagamenti già eseguiti, limitatamente alla quota capitale. Qualsiasi versamento effettuato dopo la decadenza è infatti considerato, per legge, come acconto sul debito complessivo, che – in assenza di riammissione – torna a comprendere anche sanzioni, interessi e aggio.
Con la riammissione, invece, il contribuente potrà beneficiare nuovamente delle agevolazioni previste dalla definizione agevolata, dovendo versare esclusivamente:
- la quota capitale del debito residuo;
- le spese per le procedure esecutive e i diritti di notifica;
- gli interessi al tasso agevolato del 2% annuo, calcolati dal 1° novembre 2023.
Il piano di pagamento sarà interamente sostituito da uno nuovo, che potrà essere scelto tra:
- un’unica soluzione, da versare entro il 31 luglio 2025, oppure
- un piano rateale fino a 10 rate di pari importo: due nel 2025 (31 luglio e 30 novembre), e otto nel 2026-2027 (28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno).
È prevista una tolleranza di 5 giorni per ciascuna scadenza. Ad esempio, il pagamento del 31 luglio 2025 si considererà nei termini se effettuato entro il 5 agosto 2025.
La domanda di riammissione può essere presentata esclusivamente in modalità telematica, attraverso:
- l’area riservata (con SPID, CIE o CNS), dove i dati delle cartelle sono precompilati;
- oppure l’area pubblica, con inserimento manuale delle informazioni necessarie e allegazione del documento di identità.
Gli intermediari abilitati possono utilizzare l’area riservata EquiPro con le credenziali Entratel per presentare le istanze dei propri assistiti.
Infine, l’Agenzia delle entrate-Riscossione comunicherà entro il 30 giugno 2025 l’importo dovuto e il piano aggiornato, comprensivo delle scadenze e degli interessi dovuti. La presentazione della domanda consente la sospensione dei termini di prescrizione e decadenza, blocca l’avvio di nuove azioni esecutive e consente il rilascio del DURC regolare, oltre a non far considerare il contribuente inadempiente ai fini di eventuali rimborsi o pagamenti da parte della pubblica amministrazione.
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