Pacchetto ViDA, la riforma IVA approda in Gazzetta Ufficiale UE

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Pacchetto ViDA, la riforma IVA approda in Gazzetta Ufficiale UE

Il 25 marzo 2025 è stato ufficialmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il cosiddetto pacchetto ViDA (VAT in the Digital Age), un articolato insieme di misure normative volte a modernizzare il sistema dell’IVA europea, adeguandolo alle esigenze e alle sfide dell’era digitale. Il pacchetto si compone di tre distinti provvedimenti legislativi, frutto di un lungo e complesso iter di approvazione, avviato con la proposta della Commissione Europea datata 8 dicembre 2022 e terminato con l’adozione definitiva da parte del Consiglio Ecofin in data 5 novembre 2024.

Nello specifico, il pacchetto ViDA si compone in:

NOTA BENE: Le misure introdotte dal pacchetto ViDA prevedono tempistiche di attuazione differenziate, con alcune disposizioni già operative e altre che entreranno in vigore progressivamente nei prossimi anni.

  • In base alla Direttiva (UE) 2025/516, dal 14 aprile 2025 gli Stati membri potranno introdurre l’obbligo di fatturazione elettronica domestica per i soggetti passivi stabiliti nel proprio territorio, senza necessità di autorizzazione preventiva da parte della Commissione europea.
  • Per quanto riguarda i nuovi regolamenti, sono immediatamente applicabili misure come:
    • il rafforzamento dei controlli sulle operazioni effettuate nell’ambito del regime IOSS;
    • l’estensione ad alcuni servizi digitali (in particolare quelli trasmessi in streaming) delle regole già previste per i servizi TTE (telecomunicazioni, teleradiodiffusione ed elettronici), in relazione alla determinazione del luogo di imposizione IVA.
  • La maggior parte delle altre disposizioni contenute nella direttiva e nei regolamenti entrerà in vigore negli anni successivi, secondo un calendario di attuazione scaglionato.

ATTENZIONE: Si ricorda che:

  • le disposizioni contenute nei regolamenti sono immediatamente e direttamente applicabili in tutti gli Stati membri;
  • le disposizioni della direttiva, invece, richiedono il recepimento da parte dei singoli ordinamenti nazionali attraverso appositi provvedimenti legislativi.

La pubblicazione in Gazzetta segna un passaggio cruciale nel percorso di digitalizzazione del sistema IVA europeo, aprendo la strada a una maggiore efficienza, trasparenza e cooperazione tra le amministrazioni fiscali degli Stati membri.

Fatturazione elettronica domestica: nuovo obbligo dal 14 aprile 2025

A partire dal 14 aprile 2025, con l’entrata in vigore della Direttiva (UE) 2025/516, gli Stati membri dell’Unione europea sono autorizzati a imporre l’obbligo di fatturazione elettronica per le operazioni domestiche effettuate da soggetti passivi stabiliti nel proprio territorio, senza necessità di ottenere una preventiva autorizzazione da parte della Commissione europea. Si tratta di una novità significativa introdotta attraverso la modifica degli articoli 218 e 232 della Direttiva IVA, che consente agli Stati di rendere obbligatorio l’invio e la ricezione delle e-fatture per le operazioni nazionali, senza richiedere l’accettazione del destinatario.

L’obbligo non si applica a:

  • cessioni intracomunitarie di beni;
  • cessioni nazionali nell’ambito di transazioni triangolari;
  • prestazioni di servizi rese in un altro Stato membro in cui il fornitore non è stabilito e per le quali l’imposta è dovuta dal committente.

Secondo quanto chiarito dal Comitato IVA della Commissione europea nel working paper n. 1102 dell’11 marzo 2025, per “soggetti passivi stabiliti” si intendono coloro che dispongono di una sede centrale o una stabile organizzazione (dotata di adeguate risorse umane e tecniche) nello Stato membro che impone l’obbligo. Di conseguenza, i soggetti solamente identificati ai fini IVA, ossia registrati ma non stabiliti, non sono tenuti all’obbligo di emissione e ricezione delle fatture elettroniche.

Tuttavia, gli Stati membri potranno richiedere a questi soggetti identificati di comunicare i dati delle operazioni, eventualmente anche attraverso il ricorso facoltativo alla fatturazione elettronica. Nulla vieta, inoltre, che tali soggetti decidano volontariamente di aderire al sistema di e-fatturazione.

Questa riforma rappresenta un passo importante verso l’uniformazione e la digitalizzazione del sistema IVA europeo, in vista del prossimo grande traguardo: dal 1° luglio 2030, infatti, entrerà in vigore l’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica anche per tutte le operazioni intra-unionali, con l’introduzione della nuova definizione di e-fattura conforme agli standard europei (EN 16931) e della rendicontazione digitale (Digital Reporting Requirements – DRR) in sostituzione dei modelli Intrastat.

Cosa accade dal 1° luglio 2027 con il pacchetto ViDA

A partire dal 1° luglio 2027, entra in vigore una delle misure chiave del pacchetto ViDA: la Single VAT Registration (SVR), ovvero la registrazione IVA unica a livello europeo. Questo nuovo sistema mira a semplificare gli obblighi IVA per le imprese che operano in più Stati membri, eliminando la necessità di registrazioni multiple. In pratica, un fornitore non stabilito in uno Stato membro potrà evitare di registrarsi in quello Stato qualora effettui vendite a una persona identificata ai fini IVA, beneficiando così del meccanismo dell’inversione contabile (reverse charge). Sarà infatti il destinatario della cessione a dover assolvere l’imposta.

Questa misura punta a snellire le procedure amministrative, ridurre i costi di conformità per le imprese e contrastare l’evasione IVA nelle operazioni transfrontaliere, migliorando al contempo l'efficienza nella riscossione dell’imposta. Si tratta di un primo passo verso un sistema IVA europeo più integrato, in vista delle ulteriori scadenze del pacchetto ViDA, come il regime del fornitore presunto per le piattaforme digitali (dal 2028 opzionale, obbligatorio dal 2030) e la piena armonizzazione delle normative nazionali entro il 2035.

Pacchetto ViDA: il percorso verso la riforma dell’IVA nell’era digitale

Il pacchetto ViDA (VAT in the Digital Age) rappresenta una delle riforme più ambiziose del sistema IVA europeo degli ultimi anni. La sua storia ha inizio l’8 dicembre 2022, quando la Commissione europea ha presentato tre proposte legislative con l’obiettivo di modernizzare il sistema IVA, adeguandolo alle esigenze dell’economia digitale. Le proposte includevano:

  • una direttiva di modifica della Direttiva 2006/112/CE,

  • un regolamento generale sul rafforzamento della cooperazione amministrativa (modifica al Reg. UE 904/2010),

  • e un regolamento di esecuzione relativo agli obblighi di comunicazione (modifica al Reg. UE 282/2011).

Dopo il parere del Parlamento europeo del 22 novembre 2023 e un lungo negoziato tra gli Stati membri, il testo è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Ecofin il 5 novembre 2024. L’Ecofin ha quindi dato il via libera definitivo a una riforma destinata a:

  • combattere l’evasione IVA,

  • semplificare gli adempimenti per imprese e fornitori digitali,

  • e potenziare l’uso degli strumenti digitali nella gestione dell’imposta.

Il pacchetto interviene su tre aree chiave:

  1. Digitalizzazione dei processi IVA, con obblighi di rendicontazione elettronica per le operazioni intra-UE entro il 2030;

  2. Responsabilità IVA per le piattaforme digitali, soprattutto in relazione a affitti brevi e trasporto passeggeri;

  3. Registrazione IVA unica (SVR), per evitare la moltiplicazione di registrazioni in più Stati membri grazie all’estensione e al potenziamento degli sportelli unici.

Il processo si è concluso con la pubblicazione definitiva nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 25 marzo 2025, rendendo effettive la Direttiva (UE) 2025/516 e i Regolamenti (UE) 2025/517 e 2025/518, con entrate in vigore scaglionate a partire dal 14 aprile 2025 e fino al 2035, data entro la quale tutti gli Stati membri dovranno armonizzare i propri regimi interni.

Dichiarazione IVA digitale

Il nuovo sistema digitale per la gestione dell'IVA è inteso a ridurre le opportunità di frode attualmente presenti.

Al momento, le aziende sono obbligate a fornire periodicamente alle autorità fiscali degli "elenchi riepilogativi" riguardanti vendite di beni e servizi a compagnie di altri paesi membri dell'UE, dove queste transazioni sono soggette a tasse. La mancanza di dati tempestivi e completi rende difficile individuare le frodi.

Il piano proposto prevede che le aziende utilizzino obbligatoriamente fatture elettroniche per le transazioni internazionali, inviando i dati in tempo reale direttamente alle autorità fiscali del proprio paese. Questo sistema segue le normative europee già in uso per le e-fatture nel settore degli appalti pubblici. Inoltre, verrà creato un nuovo sistema tecnologico che faciliterà lo scambio e l'analisi delle informazioni tra le autorità fiscali, migliorando così la rilevazione di attività anomale.

Sarà introdotto un regolamento nazionale per assicurare la qualità dei dati trasmessi con le fatture elettroniche e gli Stati membri avranno la possibilità di adattare l'implementazione di tale sistema alle loro esigenze.

L'obiettivo è fornire ai paesi membri accesso immediato e dettagliato alle informazioni sulle transazioni transnazionali per potenziare la lotta contro le evasioni fiscali.

Il sistema unificato dell'UE dovrebbe essere attivo entro il 2030, con l'obiettivo di rendere interoperabili i sistemi nazionali entro il 2035.

IVA per le piattaforme online

Un altro pilastro della riforma in parola riguarda le problematiche fiscali legate all'economia delle piattaforme, in particolare con riferimento alla locazione di alloggi e al trasporto passeggeri online.

Molti di questi servizi sono forniti da individui o piccole imprese, come autisti privati o proprietari di appartamenti, che spesso non sono registrati ai fini IVA o non sono pienamente consapevoli delle loro responsabilità fiscali, soprattutto in contesti transnazionali.

Questo porta a una perdita significativa di entrate IVA e a potenziali situazioni di concorrenza sleale delle piattaforme online rispetto ai servizi tradizionali.

Per affrontare questa situazione, Il Consiglio Econfin ha approva nuove norme che stabiliscono che gli operatori di piattaforme online assumano il ruolo di "fornitori presunti" di IVA. Questo significa che saranno le piattaforme stesse a riscuotere l'IVA dai clienti e a versarla alle autorità fiscali, nei casi in cui i singoli fornitori non la paghino direttamente.

Inoltre, il Consiglio ha deciso di offrire agli Stati membri maggiore flessibilità, estendendo la definizione di locazione di alloggi a breve termine a fini fiscali e permettendo loro di esentare le piccole e medie imprese dalle norme relative ai fornitori presunti. È anche stato stabilito un breve periodo di transizione per l'implementazione di queste nuove regole.

I tempi - A partire dal 1° luglio 2028, gli Stati membri avranno la facoltà di scegliere se adottare o meno il nuovo regime fiscale, comunicando la loro decisione di non aderire al comitato IVA. Tuttavia, dal 1° luglio 2030, l'adozione della normativa del fornitore presunto diventerà obbligatoria.

Sportello unico per la registrazione Iva

Il sistema attuale di "sportelli unici" facilita per le imprese il compito di registrare e versare l'IVA sulle vendite di beni e servizi ai consumatori da un paese UE all'altro, utilizzando l'amministrazione di un solo Stato membro e comunicando in una sola lingua. Però, se un'impresa vuole commercializzare prodotti direttamente ai consumatori in uno Stato membro diverso da quello di origine, ad esempio attraverso un deposito o un mercato locale, deve effettuare una doppia registrazione IVA.

Con le novità apportate, il campo di applicazione dello sportello unico si estenderà anche alle vendite di alcuni beni specifici, come l'elettricità o il gas, effettuate all'interno degli Stati membri, oltre che alle operazioni transnazionali. Questo include le situazioni in cui le imprese intendono solo spostare le loro scorte in un altro Stato membro per la successiva vendita ai consumatori.

L’allargamento dello sportello unico semplifica la gestione dell'IVA, consentendo alle aziende di adempiere alle loro obbligazioni fiscali attraverso un unico portale web e in un'unica lingua.

Il Consiglio Ecofin ha anche stabilito di implementare obbligatoriamente il "meccanismo dell'inversione contabile", che trasferisce la responsabilità del pagamento dell'IVA dal venditore all'acquirente, quando il venditore non è stabilito nello stato membro dove l'IVA deve essere versata. Tale pratica era precedentemente facoltativa in determinati contesti, ma ora diventerà una regola fissa.

Contrariamente alle proposte iniziali della Commissione, il Consiglio ha optato per non allargare le norme vigenti sui fornitori presunti a tutti i prodotti distribuiti tramite piattaforme online o ai trasferimenti personali di beni; inoltre non ha apportato modifiche alle leggi che riguardano le opere d'arte e gli oggetti d'antiquariato.

Infine, è stata presa in considerazione la possibilità di discutere sull'uso dello sportello unico per le importazioni nell’ambito  della riforma del codice doganale dell'Unione, che è attualmente in fase di esame.

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