Appalti e interposizione illecita di manodopera, due pesi e due misure
Pubblicato il 16 marzo 2017
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Non c’è pace per l’impresa di pulizie “Omnia munda mundis srl”: già qualche tempo fa gli ispettori dovettero effettuare un accertamento in seguito a una decimazione di dipendenti con dimissioni di massa. Ma i guai si sa, non vengono mai da soli… Ora che quel problema sembra risolto, ecco che all’orizzonte ne arriva un altro e, proprio come nei film western, è all’interno di una nuvola di …polvere!
La direzione dell’impresa ha appena acquistato macchinari di ultima generazione da destinare alla pulizia industriale e ha deciso di esternalizzare mediante appalto tale attività. Così, ci sono dei dipendenti che puliscono per conto della “Omnia munda mundis srl” e altri lavoratori che effettuano sostanzialmente lo stesso servizio, ma in forza di un rapporto di lavoro con la cooperativa che si è aggiudicata la gara di appalto.
Gli ispettori sono in difficoltà, nell’azienda sono tutti intenti a detergere, sanificare e ramazzare ma non si riesce a capire altro; ciascun lavoratore, senza alcuna distinzione di sorta, identifica come datore di lavoro l’amministratore unico della “Omnia munda mundis srl”, la confusione dei ruoli sembra totale: è lui che organizza i turni per tutti, è sempre lui che firma i provvedimenti disciplinari.
“Il Ministero e la giurisprudenza sono abbastanza chiari in merito – esordiscono gli ispettori – ultimamente è stato ribadito che l’effettivo esercizio del potere organizzativo della prestazione lavorativa e l’organizzazione dei mezzi necessari all’impresa sono i criteri che permettono di valutare se ci si trova nel campo dell’appalto endoaziendale o in quello dell’interposizione illecita di manodopera (Ministero del Lavoro circolare n. 5 del 2011 e Corte di Cassazione, sentenza n. 3178 del 7 febbraio 2017).
L’amministratore unico e i proprietari della società oggetto di accertamento ispettivo chiedono spiegazioni: “Tutto ciò ci pare un accanimento!”.
“A noi invece sembra che esistano due pesi e due misure – ribattono taglienti gli ispettori – tutti uguali quando si tratta di eseguire gli ordini, ma con retribuzioni differenti! Ci viene in mente il romanzo di George Orwell ‘La fattoria degli animali’ (1945) e il comandamento imposto dai maiali: tutti gli animali sono eguali, ma alcuni animali sono più eguali degli altri”.
Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza
Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
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