Videoforum: concordato biennale, rottamazione lunga, calendario fiscale

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Videoforum: concordato biennale, rottamazione lunga, calendario fiscale

Nel corso del Videoforum dei commercialisti la Guardia di finanza e l’Agenzia delle Entrate hanno fornito alcune risposte in materia di concordato preventivo biennale, come la perdita dei benefici e l’attività di controllo sulle poste di bilancio.

Nell'incontro del 27 gennaio 2025, si è poi parlato anche della proposta dell’Onorevole Alberto Gusmeroli in merito all’arrivo di una rottamazione lunga nel 2025 e del calendario fiscale.

Concordato preventivo biennale: perdita del beneficio

Sono stati chiariti alcuni punti riguardanti il concordato preventivo biennale e le norme del ravvedimento operoso per il periodo 2018-2022. In particolare, sono state fornite nuove direttive sulle circostanze che possono portare alla perdita dei benefici previsti da questo accordo.

Specificamente, è stato dettagliato il contesto e le condizioni di esclusione previste dall'articolo 22, comma 1, lettera b, del Decreto Legislativo n. 13/2024. Tale normativa stabilisce che l'efficacia del concordato biennale termina per i due periodi fiscali interessati se una dichiarazione integrativa presentata dal contribuente porta a un ricalcolo dei redditi o del valore della produzione netta diversa da quella originariamente accettata per l'approvazione del concordato.

Si sottolinea che il concordato biennale mira a stabilire anticipatamente il reddito derivante da attività d'impresa o professionale e il valore della produzione netta, che sono importanti per il calcolo dell'imposta sui redditi e dell'IRAP. Pertanto, una dichiarazione integrativa che non alteri il reddito d'impresa o professionale, o che incida su altre tipologie di redditi (come quelli da capitale o immobiliari), non incide sulle condizioni di decadenza trattate.

Dunque, rettifiche o cambiamenti nelle dichiarazioni fiscali, specificatamente la segnalazione di informazioni non allineate a quelle fornite per la stesura del CPB, influenzano la perdita del diritto a quest'ultimo solo se tali modifiche causano una riduzione del reddito o del valore della produzione netta, concordati inizialmente, di oltre il 30% (secondo la circolare n. 18/2024, § 2.6).

L'Agenzia delle Entrate ha precisato che, in presenza di errori che impattano il reddito pattuito, l'inserimento di dichiarazioni supplementari "necessita una revisione della proposta per verificare eventuali condizioni di esclusione", al fine di accertare se il suddetto limite del 30% sia stato superato.

Se ciò avviene, si procederà alla perdita del beneficio del CPB. Al contrario, se le variazioni sono inferiori a tale soglia, il concordato preventivo biennale rimarrà valido senza che sia necessario apportare modifiche al reddito concordato e approvato nella dichiarazione iniziale.

Concordato preventivo e regime forfetario

Da un'altra angolazione, l'Agenzia delle Entrate, riprendendo le precisazioni fornite con risposta a interpello del 6 dicembre 2024 n. 248, riafferma che il contribuente che nel 2024 adotta il regime forfetario secondo la L. 190/2014 e poi lo abbandona nello stesso anno per aver superato il limite di ricavi e compensi di 100.000 euro, è eleggibile per il concordato preventivo biennale 2024-2025 come soggetto ISA, purché l'uscita dal regime forfetario avvenga prima della scadenza del termine per l'approvazione del CPB.

Considerando l'estensione dei termini stabilita dal DL n. 155/2024, per questo scopo l'abbandono del regime forfetario dovuto al superamento della soglia dei 100.000 euro deve avvenire non oltre il 12 dicembre 2024, o alla data in cui il contribuente ha accettato la proposta di concordato, qualora questa sia antecedente al 12 dicembre.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito una questione riguardante il regime di ravvedimento operoso 2018-2022, precludendo l’accesso alla sanatoria ai contribuenti in regime forfetario che hanno partecipato al CPB. Tale esclusione si desume indirettamente, sia dal provvedimento del 4 novembre 2024, n. 403886, che implementa la misura, sia dall’art. 2-quater comma 6-bis del DL 113/2024, che amplia il raggio di azione del ravvedimento operoso includendo solo alcune categorie di contribuenti, specificatamente quelli aderenti al CPB come soggetti ISA.

Concordato preventivo e controlli

Per le società che hanno optato per il concordato preventivo biennale, è improbabile che l'Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza procedano con accertamenti o correzioni sui redditi relativi al 2024 e 2025. La ragione risiede nella dimostrazione di buona fede di questi contribuenti, che, partecipando proattivamente a forme di dialogo anticipato con le autorità fiscali attraverso il concordato, manifestano un basso profilo di rischio.

Questa è stata la spiegazione data dalla Guardia di Finanza durante l'8° Forum dei commercialisti del 2025, rispondendo alle richieste di dettagli sulle voci di bilancio soggette a ispezioni e correzioni che potrebbero influenzare le dichiarazioni dei redditi per gli anni fiscali 2024 e 2025 delle società di capitali coinvolte nel concordato.

La richiesta specifica mirava a identificare le possibili voci di bilancio che potrebbero essere oggetto di controlli fiscali, sia per quanto riguarda gli aspetti economici come costi e ricavi, valutazioni di inventario, e perdite pregresse che influenzano i profitti, sia per gli aspetti finanziari come contributi dei soci o crediti nei confronti dei soci per prelievi, esponendosi il rischio di una revoca del concordato in presenza di irregolarità scoperte durante le verifiche.

Dalle precisazioni arrivate dalla Guardia di finanza emerge che, sebbene il regime del concordato preventivo biennale non impedisca generalmente l’esercizio dei controlli ispettivi sui soggetti che vi aderiscono, impone tuttavia specifiche limitazioni alla capacità dell’Amministrazione finanziaria di modificare le dichiarazioni dei contribuenti, particolarmente per i redditi derivanti da attività di lavoro autonomo e d'impresa.

In questo contesto, il comma 2 dell’articolo 34 del decreto legislativo n. 13 del 2024 prescrive che l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza devono organizzare un incremento delle risorse operative per rafforzare i controlli sui soggetti che non partecipano al concordato preventivo biennale o che ne sono stati esclusi.

Secondo la Guardia di finanza, i contribuenti che aderiscono al concordato tendono a dimostrare una maggiore inclinazione verso la trasparenza e l'osservanza delle norme, migliorando non solo la stabilità e la prevedibilità delle interazioni tra Fisco e contribuenti, ma anche incrementando le entrate statali. Di recente, è stata data indicazione ai reparti della Guardia di finanza di valutare con attenzione, durante la pianificazione delle attività, la necessità di iniziare controlli su chi ha accettato il concordato, considerando anche le restrizioni normative che limitano le rettifiche delle dichiarazioni.

Rottamazione cartelle, nuova proposta

Alla fine di novembre 2024, l'Onorevole Gusmeroli ha presentato una proposta legislativa per introdurre una nuova possibilità di sanatoria delle cartelle esattoriali previsto per il 2025, a seguito del rifiuto del MEF di accettare un emendamento durante la discussione della Legge di Bilancio.

La questione è stata un punto focale del Videoforum dei commercialisti 2025.

L'intenzione della nuova proposta d legge è quella di offrire ai contribuenti con debiti fiscali la possibilità di regolarizzare la loro situazione con condizioni flessibili, permettendo il pagamento del debito attraverso un piano di rateizzazione esteso fino a 120 rate.

Questo nuovo piano di rateizzazione delle cartelle esattoriali mira a correggere le inefficienze dei precedenti programmi di rottamazione.

La strategia proposta consente un pagamento dilazionato su 10 anni, con rate mensili ridotte e la possibilità di decadere dal piano dopo l'omissione di 8 rate consecutive.

La problematica delle scadenze troppo vicine e degli alti importi delle rate, che hanno ostacolato il successo delle precedenti iniziative di rottamazione, è tra le principali difficoltà che questa proposta intende superare.

La soluzione offerta punta quindi a una rateizzazione accessibile a tutti, recuperando coloro che non hanno potuto partecipare o sono stati esclusi dai precedenti piani di rottamazione, con l'obiettivo di saldare i debiti pregressi in un arco di 10 anni, con rate costanti.

Infatti, lo Stato subisce una perdita annuale di 30-40 miliardi in termini di tasse e contributi non riscossi. Qual è il motivo? “Il problema sorge dal fatto che pagando i debiti arretrati, i contribuenti trovano difficoltà a saldare anche gli impegni fiscali dell'anno in corso. Tuttavia, con un piano di dilazione decennale, suddiviso in rate mensili agevoli, si può regolare sia il passato sia mantenere in ordine i pagamenti dell'anno corrente”, afferma Gusmeroli.

Calendario fiscale: apertura con un occhio alle risorse

Durante il Forum dei commercialisti, il viceministro dell'Economia ha comunicato la sua intenzione di collaborare con gli esperti del settore, pur mantenendo un'attenzione focalizzata sulle risorse disponibili. È previsto anche un importante aggiustamento della riforma fiscale in corso.

Riguardo alla programmazione del calendario fiscale, il viceministro Leo ha manifestato apertura verso possibili modifiche e una collaborazione stretta con i professionisti del settore, senza mai perdere di vista l'importanza delle risorse finanziarie: “In tema di calendario fiscale, ci sono margini per ulteriori miglioramenti, sempre con la dovuta attenzione al bilancio finanziario".

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