Ultimi mesi per Decontribuzione Sud? Punti di forza e Bonus Zes unica
Pubblicato il 09 maggio 2024
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Il 30 giugno 2024 è l’ultimo giorno di vigenza del Quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato a seguito dell'aggressione della Russia all'Ucraina, cd. Temporay crisis and transition framework-TCTF
Il citato TCTF, alla Sezione 2.1, punti 60-64, Aiuti di importo limitato, definisce le condizioni di concessione, alle imprese colpite dalla crisi, di aiuti sotto forma di sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali e di pagamento o in altre forme (quali anticipi rimborsabili, garanzie, prestiti e partecipazioni).
Alla stessa data, 30 giugno 2024, scade l’autorizzazione UE (Commissione europea C(2023) 9018 final del 15 dicembre 2023) per la cd. Decontribuzione Sud, concessa nell'ambito del TCTF.
Con una nota del 4 maggio 2024 il Ministro per gli Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto, ha annunciato il Governo è in procinto di avviare un negoziato con la Commissione europea al fine di verificare diverse modalità possibili di applicazione della misura, al di fuori delle misure straordinarie del Quadro temporaneo Ucraina.
In attesa di conoscere gli esiti delle interlocuzioni avviate con l’UE, corre l’obbligo di ricordare i punti di forza del regime agevolativo noto come Decontribuzione Sud che ne hanno decretato il successo.
Partiamo dai dati disponibili sull’impatto dell'agevolazione negli anni 2022, 2023 e nei primi mesi del 2024.
Decontribuzione Sud: totale dei rapporti di lavoro agevolati
Introdotta in epoca Covid per dare slancio all’occupazione e tutelare il mantenimento dei livelli occupazionali in aree svantaggiate (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), Decontribuzione Sud si è, sin da subito, conquistata il podio dell’agevolazione contributiva più amata dai datori di lavoro.
I numeri parlano chiaro e ce li restituisce l’INPS.
Panoramica generale sugli anni 2021, 2022 e 2023
Il Focus sulle agevolazioni contributive per le assunzioni e le variazioni contrattuali INPS del 21 marzo 2024 fornisce una panoramica generale sugli anni 2021, 2022 e 2023.
Dal documento si evince che Il numero complessivo di assunzioni e variazioni contrattuali effettuate beneficiando di agevolazioni contributive ha raggiunto complessivamente i 2 milioni di unità nel 2021 (su 7,9 milioni di attivazioni complessive) mentre nel 2022 e nel 2023 si è stabilizzato su una quota di 2,3 milioni (su 9 milioni di attivazioni complessive).
L’incidenza delle agevolazioni contributive sulle attivazioni totali nel triennio si è assestata intorno al 26%.
L’aumento dei rapporti agevolati osservato nel 2022 (+12,5% sul 2021) è stato determinato in particolare dall’esonero “Decontribuzione Sud” che ha inciso per il 61% sul totale dei nuovi rapporti agevolati nell’anno (63% nel 2023); nel 2023 l’incremento è stato pari al 5,5%.
Lo stesso Istituto segnala che con Decontribuzione Sud:
- nel corso del 2021 sono stati agevolati complessivamente 2,9 milioni di rapporti di lavoro (sia nuovi che in essere) di cui il 66% rappresentato da contratti a tempo indeterminato;
- nel 2022 sono stati incentivati 3,1 milioni di rapporti di lavoro (il 64% a tempo indeterminato)
- nel 2023 sono stati incentivati circa 3,2 milioni di rapporti di lavoro (il 63% a tempo indeterminato).
Si tratta nel complesso di rapporti di lavoro in capo a circa 2,7 milioni di lavoratori nel 2021, a 2,8 milioni di lavoratori nel 2022 e 2,9 milioni di lavoratori nel 2023.
Decontribuzione Sud svetta anche se posta a confronto con i principali incentivi all’assunzione vale a dire gli esoneri al 100% per i giovani, che hanno fatto registrare un incremento del +8,3% dei rapporti di lavoro interessati nel 2022 e del +26,4%nel 2023 nonché degli incentivi per le donne, che hanno visto un incremento del +8,1% nel 2022 e successivamente una stabilizzazione (+0,9%).
Focus sulle agevolazioni contributive per le assunzioni e le variazioni contrattuali INPS 21 marzo 2024
Il report mensile gennaio - dicembre 2023 dell'Osservatorio sul precariato conferma che “Decontribuzione Sud” è stata nel 2023 l’agevolazione di maggior impatto, quantomeno per il numero di dipendenti coinvolti.
Osservatorio sul Precariato - Dati sui nuovi rapporti di lavoro - Report mensile gennaio - dicembre 2023
Primi dati di gennaio 2024
I dati di gennaio 2024 (Osservatorio sul precariato, Comunicato stampa 18 aprile 2024) confermano una sostanziale stabilità per l’agevolazione “Decontribuzione Sud” (+0,4%), rispetto ad una generale flessione negativa dell’esonero contributivo totale giovani (-72%), dell’esonero donne (-27%) e delle “altre misure” (-14).
Decontribuzione Sud: il segreto del successo
Perché Decontribuzione Sud piace ai datori di lavoro? Sono tanti i suoi punti di forza. Vediamo quali sono.
Prima però occorre ricordare brevemente le sue caratteristiche principali.
Misura, durata e assetto
Decontribuzione Sud è l'agevolazione contributiva per l’occupazione nelle aree svantaggiate del territorio nazionale.
Come ha in più occasioni chiarito l’INPS, Decontribuzione Sud non è un incentivo all’assunzione in quanto spetta in relazione a tutti i rapporti di lavoro subordinato, instaurati o instaurandi, purché la sede di lavoro sia collocata in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.
Possono fruire dell’agevolazione esclusivamente i datori di lavoro privati, imprenditori e non, del settore privato con esclusione:
- dei datori di lavoro del settore agricolo
- dei datori di lavoro domestico
- degli enti pubblici economici
- degli altri enti equiparabili ai datori di lavoro privati
- delle imprese operanti nel settore finanziario e delle imprese soggette a sanzioni adottate dall’UE.
NOTA BENE: L'INPS, con il messaggio n. 4695 del 28 dicembre 2023, ha ricordato che la Decontribuzione Sud non si applica in relazione ai settori della produzione primaria di prodotti agricoli, del lavoro domestico e del settore finanziario, nonché nei riguardi dei soggetti espressamente esclusi dall’articolo 1, comma 162, della legge di Bilancio 2021
Ai datori di lavoro privati è concesso l’esonero della contribuzione effettivamente sgravabile a proprio carico nella misura del 30% fino al 2025, del 20% per gli anni 2026 e 2027 e del 10% per gli anni 2028 e 2029.
A differenza di quanto previsto per molte agevolazioni contributive, il legislatore italiano non stabilisce un massimale individuale di erogazione.
Va invece applicato il massimale di erogazione degli aiuti (INPS, messaggio n. 4695 del 28 dicembre 2023) del Temporary Crisis and Transition Framework, innalzato a:
- 335 mila euro per le imprese attive nei settori della pesca e dell'acquacoltura;
- 2,25 milioni di euro per tutte le altre imprese ammissibili al regime di aiuti esistente.
Se il datore di lavoro opera in più settori per i quali si applicano massimali diversi, per ciascuna di tali attività dovrà essere rispettato il relativo massimale di riferimento e non potrà, comunque, mai essere superato l'importo massimo complessivo di 2,25 milioni di euro per datore di lavoro
Punti di forza
Veniamo ora ai punti di forza.
- Non è soggetta ai principi generali in materia di incentivi all'occupazione
Non essendo un incentivo all'assunzione, Decontribuzione Sud non è soggetta all'applicazione dei principi generali in materia di incentivi all'occupazione (articolo 31 del D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 150).
Il datore di lavoro, per beneficiarne, deve essere in possesso del DURC e rispettare le altre condizioni previste dall'articolo 1, comma 1175, della legge n. 296/2006
- È cumulabile con le agevolazioni vigenti.
Un altro importante punto di forza è costituito dalla cumulabilità di Decontribuzione Sud con le altre agevolazioni contributive o di natura economica vigenti.
La cumulabilità, consentita nei limiti della contribuzione previdenziale dovuta dal datore di lavoro, si applica, in via residuale, sulla contribuzione residua datoriale, non esonerata ad altro titolo e in assenza di un espresso divieto di cumulo previsto per l’altra agevolazione portata in cumulo.
A queste condizioni, Decontribuzione Sud è cumulabile ad esempio:
- con la riduzione contributiva a favore delle imprese edili, confermata, anche per il 2024, nella misura dell’11,50%;
- con l’agevolazione per l’assunzione in sostituzione di lavoratrici o lavoratori in congedo nelle aziende con meno di 20 dipendenti;
- con l’agevolazione contributiva per l’assunzione di uomini e donne over 50 e disoccupati da almeno 12 mesi e per l’assunzione di donne svantaggiate (articolo 4, commi da 8 a 11, legge n. 92/2012);
- con l’incentivo di natura economica all’assunzione di disabili (articolo 13, legge 12 marzo 1999, n. 68);
- con l’incentivo di natura economica all’assunzione di beneficiari di NASpI (articolo 2, comma 10-bis, legge n. 92/2012).
Come agevolazione contributiva datoriale, Decontribuzione Sud è poi pienamente cumulabile con l’esonero contributivo parziale IVS e la decontribuzione per le lavoratrici madri, a riduzione della contribuzione previdenziale prevista a carico del lavoratore.
- Estensione a tutti i rapporti
Decontribuzione Sud si presenta come una misura generale, estesa a tutti i rapporti, sia nuovi che in essere, con qualsivoglia tipologia contrattuale.
Decontribuzione Sud e Bonus ZES a confronto
Vale la pena concludere con un accenno al Bonus Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno (ZES unica) introdotto dal decreto Coesione (articolo 24 del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60).
Dal confronto emergono con evidenza le profonde differenze che li contraddistinguono.
Tabella di confronto tra Decontribuzione Sud e Bonus ZES unica
Caratteristica |
Decontribuzione Sud |
Bonus ZES unica |
Target |
Datori di lavoro privati, esclusi quelli del settore agricolo, domestico, finanziario e enti pubblici economici |
Datori di lavoro privati con fino a 10 dipendenti, esclusi quelli del settore domestico |
Natura |
Non è un incentivo all’assunzione. Spetta in relazione per tutti i rapporti di lavoro subordinato, in essere o nuovi |
È un incentivo all’assunzione Spetta solo per nuove assunzioni |
Periodi di Validità |
Dal 2022 al 2029 |
Dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025 |
Esonero |
Fino al 31 dicembre 2025: 30%. Anni 2026 e 2027: 20% Anni 2028 e 2029:10% della contribuzione effettivamente sgravabile a carico del datore di lavoro, nel rispetto dei massimali di aiuto UE |
100% della complessiva contribuzione datoriale, fino a un massimo di 650 euro mensili per lavoratore. |
Condizioni |
Per tutti i rapporti di lavoro subordinato, sia instaurati che instaurandi, diversi dal lavoro agricolo e domestico, purché la sede di lavoro sia collocata in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia |
Per nuove assunzioni a tempo indeterminato presso una sede o unità produttiva ubicata in una delle regioni della Zona economica Speciale unica per il Mezzogiorno |
Cumulabilità |
Cumulabile con altre agevolazioni, rispettando massimali di aiuto. Non trova applicazione la detassazione ai sensi dell'articolo 10bis del Decreto Ristori (Agenzia Entrate, risposta n. 459/2023) |
Non cumulabile con altri esoneri o riduzioni, ma compatibile con super deduzione al 120% del costo del personale dipendente neoassunto a tempo indeterminato.. |
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