Rendicontazione di sostenibilità aziendale: nuovi criteri

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Rendicontazione di sostenibilità aziendale: nuovi criteri

Il Consiglio dei Ministri, seguendo le indicazioni dei Ministri Raffaele Fitto e Giancarlo Giorgetti, ha definitivamente approvato – il 30 agosto 2024 - un decreto legislativo che incorpora la direttiva europea UE 2022/2464, conosciuta come Direttiva sulla Rendicontazione di Sostenibilità Aziendale (Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD).

Questa normativa europea è stata introdotta per migliorare le pratiche di rendicontazione relativa a elementi non strettamente finanziari, estendendo in particolare questi obblighi alle piccole e medie imprese (escluse le microimprese), che precedentemente gravavano solo sulle grandi imprese.

La novità principale consiste nel sostituire la rendicontazione non finanziaria con quella di sostenibilità, la quale fornisce dettagli importanti per comprendere l'impatto ambientale e sociale delle imprese, e come queste questioni influenzano le loro performance economiche e la loro posizione nel mercato.

Bilancio di sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità per enti e imprese è una rendicontazione non finanziaria che rappresenta un modo strutturato per illustrare le attività legate alla responsabilità sociale d'impresa (CSR).

Serve per evidenziare gli impatti positivi dell'azienda nei settori economico, ambientale e sociale.

Il bilancio di sostenibilità non solo documenta queste attività, ma riflette anche il percorso dell'azienda verso la transizione ecologica e una maggiore consapevolezza ambientale e sociale. Inoltre, è uno strumento cruciale per comunicare in modo chiaro e trasparente con gli stakeholder, come istituzioni, cittadini, fornitori, dipendenti e collaboratori, le prassi e gli impegni dell'azienda.

A differenza del bilancio di esercizio, che è un documento contabile, quello di sostenibilità non si riferisce alla situazione patrimoniale, bensì alle attività aziendali legate all’ impegno sociale e ambientale.

Recepimento della direttiva sulla sostenibilità

Dunque, nel Consiglio dei Ministri del 30 agosto 2024 è stato compiuto un passo significativo nella realizzazione della Direttiva sulla Rendicontazione di Sostenibilità Aziendale (CSRD).

Per adeguare la normativa nazionale, è stata recepita la direttiva UE 2022/2464 adottando un decreto legislativo in materia di rendicontazione societaria di sostenibilità.

La direttiva apporta modifiche al regolamento UE n. 537/2014, alla direttiva 2004/109/CE, alla direttiva 2006/43/CE e alla direttiva 2013/34/UE.

Il decreto legislativo approvato tiene conto dei pareri espressi dalle competenti Commissioni delle Camere.

Il nuovo provvedimento, rispetto alla versione su cui è stata fatta una consultazione, contiene una revisione dei criteri per gli obblighi di sostenibilità delle piccole e medie imprese (PMI) quotate. Inizialmente, si richiedeva che le PMI avessero tra 50 e 250 dipendenti, ma la versione finale approvata ha allargato questo intervallo a 11-250 dipendenti.

Le PMI quotate sono definite come quelle imprese i cui titoli sono scambiati sui mercati regolamentati in Italia o nell'UE e che, al termine dell'anno fiscale, nell'anno di inizio attività o per due anni consecutivi, rispondono a due dei seguenti criteri:

  • attivi totali tra 450 mila euro e 25 milioni,
  • ricavi annuali tra 900 mila euro e 50 milioni,
  • un numero medio di dipendenti tra 11 e 250.

Va sottolineato che fino all’adozione del decreto legislativo in parola, è stato vigente l’obbligo per le imprese già soggette alla Dichiarazione Non Finanziaria, ovvero le grandi imprese e le organizzazioni madri di grandi gruppi con più di 500 dipendenti che siano enti di interesse pubblico.

Tuttavia, l’ambito applicativo del bilancio non finanziario non ha compreso le cooperative di grandi dimensioni, sebbene fosse stata data indicazione da parte delle commissioni di Camera e Senato.

Sanzioni

Il testo del documento approvato il 30 agosto 2024 rivede le norme sanzionatorie legate alle verifiche di sostenibilità gestite dalla Consob, secondo l'articolo 26-quater del Decreto legislativo n. 39/2010.

Per i primi due anni dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo, le multe per le società di revisione non supereranno i 125.000 euro e per i revisori di sostenibilità non oltrepasseranno i 50.000 euro. Questa misura assicura un trattamento equo tra le società e i loro organi di governance, e i revisori incaricati di certificare i report di sostenibilità.

Per stabilire il tipo e l'importo delle sanzioni, la Consob dovrà prendere in considerazione le procedure adottate dai dirigenti delle società e se le infrazioni sono collegate a mancanze o inesattezze nella comunicazione di informazioni da parte di aziende all'interno della catena di valore non controllate direttamente dalla società principale.

Le tappe della rendicontazione di sostenibilità

Il cammino per l’inserimento graduale delle nuove regole di comunicazione di dati non finanziari si snoda tra il 2024 e il 2028.

A partire dal 1° gennaio 2024, dunque per i dati da pubblicare nel 2025, le norme inizieranno a interessare le imprese già soggette ai requisiti della direttiva Nrfd (divulgazione di informazioni non finanziarie).

Da 2026 - dati del 2025 - anche altre grandi imprese dovranno conformarsi.

Dal 2027 – dati del 2026 - le disposizioni si applicheranno alle PMI quotate, alle banche piccole e semplici e alle compagnie di assicurazione e riassicurazione captive.

Infine, dal 2028, con i dati resi noti nel 2029, le regole saranno estese alle filiali e alle succursali di società non UE che abbiano generato, nei due anni precedenti consecutivi, vendite e prestazioni con ricavi netti oltre i 150 milioni di euro nell'UE, considerando sia i dati di gruppo che individuali, se non applicabili a livello di gruppo.

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