Manovra 2022, approvato il Documento programmatico di bilancio. 7 mld per il taglio tasse
Pubblicato il 20 ottobre 2021
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Approvato all’unanimità, il 19 ottobre 2021, dal Consiglio dei ministri il Documento programmatico di bilancio, atteso da Bruxelles già dal 15 ottobre, che delinea il quadro della prossima Manovra finanziaria dal valore di almeno 23 miliardi di euro.
Il Dpb per l’anno 2022 illustra le principali linee di intervento che si snoderanno nel disegno di legge di bilancio e gli effetti sui principali indicatori macroeconomici e di finanza pubblica.
La nuova Legge di bilancio, che sarà esaminata nel Consiglio dei ministri la prossima settimana, ha l'obiettivo di sostenere l'economia del Paese nella fase di uscita dalla pandemia e rafforzare il tasso di crescita nel medio termine, oltre che a ridurre il carico fiscale per famiglie e imprese.
I principali interventi del Documento programmatico di bilancio per il 2022 riguardano i seguenti ambiti: Fisco, investimenti pubblici, investimenti privati e imprese, sanità, politiche sociali, Regioni ed enti locali, scuola, ricerca e università.
Fisco, subito il taglio delle tasse
Il capito più ricco è quello destinato alla riduzione della pressione fiscale, a cui saranno destinati 7 miliardi di euro che si aggiungono ai due già presenti nei tendenziali.
Sulle modalità pratiche della riforma fiscale, però, la maggioranza di Governo deve ancora discutere e capire se agire solo su interventi sull’Irpef, contributi e modifiche all'Irap, che ancora cercano di raccogliere più fondi possibili.
Si sta lavorando prevalentemente su due ipotesi:
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su una riduzione del salto dell'aliquota Irpef nel range tra il 27% e il 38%, con un conseguente alleggerimento della tassazione dei redditi compresi tra 28 mila e 55 mila euro;
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su un possibile avvio per una eliminazione graduale dell'Irap.
Un’altra parte della riforma riguarderà, invece, la riscossione con una dismissione dell'aggio in due tempi: parziale cancellazione nel 2022 e successivo totale azzeramento nel 2023.
Rinvio di un anno per Sugar e Plastic Tax e “caro bollette”
Nel capitolo fiscale entra anche il rinvio di un anno della Plastic tax e della Sugar tax, con applicazione a partire dal 2023; mentre si conclude a dicembre l'esenzione prevista sull'applicazione della tassa di occupazione del suolo pubblico (tassa dehors).
Previsto, inoltre, anche il taglio dal 22% al 10% dell’Iva su tamponi femminili e assorbenti, oltre ad un nuovo intervento contro il “caro bollette” anche in vista dei nuovi aumenti in arrivo confermati ieri dalle previsioni dell’Autorità di settore (l’Arera).
Per i tagli ai rincari si farà ricorso a uno dei 2,1 miliardi già previsti nei tendenziali del Fondo per la riduzione della pressione fiscale istituito dalla manovra dello scorso anno
Bonus edilizi, proroghe differenziate
Per quanto riguarda i vari bonus edilizi sono previsti conferme ed aggiustamenti.
In primo luogo, il Superbonus viene prorogato fino al 2023, mentre non sarà confermato il Bonus facciate (tax credit al 90% per il rifacimento delle facciate), che dovrebbe concludersi al 31 dicembre. La proroga del 110% per l’efficientamento energetico non dovrebbe essere, però, generalizzata: varrà infatti solo per i condomini e gli Iacp.
Gli altri bonus edilizi tradizionali, al 50% e al65%, continueranno a poter essere richiesti fino al 2024.
Il nodo da sciogliere è quello legato alle opzioni sconto in fattura e cessione crediti.
Secondo i tecnici del Ministero dell'Economia, l’orientamento è quello di mantenere l'opzione cessione/sconto o detrazione tradizionali per il 110%, mentre eliminare tali opzioni sulle altre detrazioni.
Imprese e investimenti
Sul fronte degli investimenti pubblici, vengono previsti stanziamenti aggiuntivi per le amministrazioni centrali e locali dal 2022 al 2036; viene aumentata la dotazione del Fondo di Sviluppo e Coesione per il periodo 2022-2030; vengono stanziate risorse per il Giubileo di Roma e per le Olimpiadi di Milano-Cortina.
Per le imprese private è stato approvato un impegno complessivo di 4 miliardi per le varie forme di incentivi da spalmare su più anni.
Per i crediti d’imposta del piano Transizione 4.0, che attualmente sono previsti fino al 2022, con coda a metà 2023 per le consegne dei beni con acconto del 20%, si ipotizza un’estensione al 2025, ma con un meccanismo di aliquote decrescenti.
Rivisto anche il credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, che sarà ridotto al 10% ma con tetto di beneficio massimo per beneficiario innalzato a 5 milioni di euro.
Inoltre, il Governo sembra orientato a rifinanziare anche gli interventi di emergenza del Fondo di garanzia Pmi adottati all’inizio della crisi, sebbene rivedendo alcune percentuali di beneficio.
Analogamente, per la “Nuova Sabatini”, ci sarà un ulteriore finanziamento che andrà ad aggiungersi alla dote di circa 340 milioni attualmente disponibile per il 2022.
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