Intelligenza artificiale, cosa cambia per datori di lavoro e professionisti
Pubblicato il 24 aprile 2024
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Con Comunicato n. 78 del 23 aprile 2024 la Presidenza del Consiglio dei Ministri rende noto di avere approvato un disegno di legge che mira a regolare lo spinoso tema dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale (IA) in Italia, stabilendo una serie di principi fondamentali che coinvolgono sia il settore legale che quello lavorativo.
Questo nuovo quadro normativo è volto a garantire che lo sviluppo e l'impiego dell'IA siano condotti rispettando i diritti fondamentali e le libertà individuali, mettendo in primo piano la trasparenza, la proporzionalità, la sicurezza e la non discriminazione.
Il disegno di legge individua infatti criteri regolatori capaci di riequilibrare il rapporto tra le opportunità che offrono le nuove tecnologie e i rischi legati al loro uso improprio.
In tale ottica, con riferimento al Regolamento sull’intelligenza artificiale approvato il 13 marzo 2024 dal Parlamento Europeo, le norme intervengono in cinque ambiti:
- la strategia nazionale;
- le autorità nazionali;
- le azioni di promozione;
- la tutela del diritto di autore;
- le sanzioni penali.
In questa sede analizziamo cosa prevede il disegno di legge sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in materia di lavoro.
Utilizzo dell’intelligenza artificiale in materia di lavoro
L'introduzione dell'intelligenza artificiale nel mondo del lavoro sta portando a significative trasformazioni nelle pratiche professionali e nell'ambiente lavorativo.
L’articolo 10 del disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri stabilisce che l'uso in ambito lavorativo deve essere sicuro, affidabile, trasparente e non può svolgersi in contrasto con la dignità umana né violare la riservatezza dei dati personali.
Il datore di lavoro o il committente è tenuto dunque a informare il lavoratore dell'utilizzo dell’intelligenza artificiale nei casi e con le modalità di cui all’articolo 1 bis del decreto legislativo n. 152 del 26 maggio 1997.
L’intelligenza artificiale nell’organizzazione e nella gestione del rapporto di lavoro deve garantire l’osservanza dei diritti inviolabili del lavoratore senza discriminazioni in funzione del sesso, dell’età, delle origini etniche, del credo religioso, dell’orientamento sessuale, delle opinioni politiche e delle condizioni personali, sociali ed economiche, in conformità con il diritto dell’Unione europea.
Anche per il lavoro viene dunque ribadito il principio di equità e non discriminazione, stabilendo che l’utilizzo dei sistemi di IA per l’organizzazione o la gestione del rapporto di lavoro non può in nessun caso essere discriminatorio.
Osservatorio
Con l’articolo 11 del disegno di legge, al fine di massimizzare i benefici e contenere i rischi derivanti dall’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale in ambito lavorativo, viene istituito presso il Ministero del Lavoro l’Osservatorio sull’adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, con il compito di:
- definire una strategia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo;
- monitorare l’impatto sul mercato del lavoro;
- identificare i settori lavorativi maggiormente interessati dall’avvento dell’intelligenza artificiale;
- promuovere la formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro in materia di intelligenza artificiale.
L'Osservatorio valuta dunque l'efficacia delle norme applicate e la loro accettazione nel contesto lavorativo, assicurando che l'intelligenza artificiale contribuisca effettivamente al miglioramento delle condizioni di lavoro.
Si tratta di un approccio progressivo e vigilato che permette di sfruttare i vantaggi delle nuove tecnologie minimizzandone i rischi, aspetto fondamentale per i professionisti del settore che devono ora considerare questi nuovi parametri nella gestione delle risorse umane e nelle politiche aziendali.
Professioni intellettuali e pubblica amministrazione
Gli articoli 12 e 13 del disegno di legge sono incentrati sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale nello svolgimento delle professioni intellettuali e nell’attività della pubblica amministrazione.
Professioni intellettuali
Nell’ambito delle professioni intellettuali, l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale è consentito esclusivamente per esercitare attività strumentali e di supporto a quella professionale, e con prevalenza del lavoro intellettuale.
Il pensiero critico umano deve dunque sempre risultare prevalente rispetto all’uso degli strumenti di intelligenza artificiale e, per assicurare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente, le informazioni relative ai sistemi di intelligenza artificiale utilizzati dal professionista devono essere comunicate al destinatario della prestazione intellettuale con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo.
Pubblica amministrazione
Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni, con l’articolo 13 del disegno di legge viene stabilito che l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata allo scopo di incrementarne l’efficienza, ridurre i tempi di definizione dei procedimenti ed aumentare la qualità e la quantità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese, assicurando agli interessati la conoscibilità del suo funzionamento e la tracciabilità del suo utilizzo.
Anche nel caso della pubblica amministrazione, quindi, l’uso dell’intelligenza artificiale avviene in funzione strumentale e di supporto all’attività provvedimentale, nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale della persona, che resta l’unica responsabile dei provvedimenti e dei procedimenti.
In tale ottica, le pubbliche amministrazioni sono chiamate ad adottare misure tecniche, organizzative e formative finalizzate a garantire un utilizzo dell’intelligenza artificiale responsabile e a sviluppare le capacità trasversali degli utilizzatori.
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