Stock option e fringe benefit: come trasmettere all'Inps i dati 2024
Pubblicato il 12 febbraio 2025
In questo articolo:
- Principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente
- Modifiche normative per il 2024: aumentano le soglie di esenzione
- Principio di cassa allargato: cosa succede alla tassazione dei benefit?
- Scadenza per l’invio dei dati: 28 febbraio 2025
- Modalità di invio: applicazione “Comunicazione Benefit Aziendali”
- Strumenti e risorse disponibili
- Sanzioni
- Errori: controlli e correzioni da parte dell’Inps
- Rettifiche
- Gli errori, in breve
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Quali sono le modifiche nell’erogazione di fringe benefit e stock option introdotte dalla legge di bilancio 2024, e come devono comportarsi le aziende nella trasmissione dei relativi dati all’Inps?
A questa domanda risponde l’Istituto con il messaggio n. 509 dell’11 febbraio 2025: vediamo nei dettagli di che si tratta.
Principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente
La tassazione dei fringe benefit e delle stock option è regolata dal principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente stabilito dall’articolo 51, comma 1, del TUIR, secondo cui il reddito da lavoro dipendente comprende tutte le somme e i valori percepiti dal lavoratore in relazione al rapporto di lavoro, indipendentemente dalla forma in cui vengono erogati.
Questo principio implica dunque che, oltre alla retribuzione monetaria, rientrano nel reddito imponibile anche i compensi in natura, salvo specifiche esenzioni previste dalla legge.
Il concetto di compenso in natura si riferisce a benefici concessi dal datore di lavoro che hanno un valore economico per il lavoratore, tra cui:
- fringe benefit, come auto aziendali ad uso promiscuo, buoni spesa, rimborsi per utenze domestiche e concessioni di beni e servizi;
- stock option, ovvero la possibilità per i dipendenti di acquistare azioni della società a condizioni agevolate.
Questi elementi, seppur non corrisposti in denaro, vengono infatti considerati parte integrante del reddito da lavoro e sono soggetti a tassazione, salvo specifiche soglie di esenzione.
Modifiche normative per il 2024: aumentano le soglie di esenzione
Con l’approvazione della legge di Bilancio 2024 (legge n. 213/2023) sono state introdotte modifiche rilevanti alla disciplina fiscale dei fringe benefit e delle stock option: in particolare, per l’anno d’imposta 2024 è stato stabilito un innalzamento della soglia di esenzione per questi compensi.
- 1.000 euro annui per la generalità dei lavoratori dipendenti.
- 2.000 euro annui per i lavoratori dipendenti con figli a carico, ai sensi dell’articolo 12, comma 2, del TUIR.
L’incremento della soglia rappresenta un’importante novità rispetto alla disciplina previgente, che fissava il limite di esenzione a 258,23 euro annui, con l’obiettivo di aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e incentivare il welfare aziendale, concedendo ai datori di lavoro maggiore flessibilità nell’erogazione di benefit.
Per beneficiare della soglia di 2.000 euro il lavoratore deve fornire al datore di lavoro una dichiarazione attestante il diritto all’agevolazione, indicando il codice fiscale dei figli a carico.
Principio di cassa allargato: cosa succede alla tassazione dei benefit?
Un ulteriore aspetto rilevante nella tassazione dei fringe benefit e delle stock option riguarda il principio di cassa allargato, che stabilisce che i redditi da lavoro dipendente devono essere tassati nell’anno in cui sono percepiti, con una deroga specifica per i compensi corrisposti nei primi giorni dell’anno successivo.
Secondo questa regola:
- se i fringe benefit o le stock option vengono erogati entro il 12 gennaio dell’anno successivo a quello di maturazione, essi rientrano nel reddito imponibile dell’anno precedente;
- se il pagamento avviene dopo il 12 gennaio, i compensi vengono tassati nell’anno in cui sono effettivamente percepiti.
Se i fringe benefit o le stock option vengono dunque corrisposti entro il termine del 12 gennaio 2025 saranno inclusi nella Certificazione Unica relativa all’anno d’imposta 2024; in caso contrario confluiranno nella CU del 2025, con possibili implicazioni sulla gestione delle detrazioni e sulla tassazione complessiva del lavoratore.
Scadenza per l’invio dei dati: 28 febbraio 2025
Per assicurare il corretto conguaglio fiscale di fine anno, i datori di lavoro devono trasmettere all’Inps i dati relativi ai fringe benefit e alle stock option erogate nel corso del 2024 entro il 28 febbraio 2025.
Il rispetto di questa scadenza consente all’Istituto di:
- aggiornare le Certificazioni Uniche (CU) 2025 con le informazioni corrette sui redditi imponibili dei lavoratori;
- comunicare i dati all’agenzia delle entrate per la predisposizione della dichiarazione precompilata dei contribuenti;
- evitare ritardi e anomalie fiscali che potrebbero comportare sanzioni o obblighi di dichiarazione integrativa per i lavoratori.
Nel caso in cui i dati non vengano inviati entro il 28 febbraio 2025, i datori di lavoro non potranno dunque effettuare il conguaglio fiscale di fine anno; tuttavia, l’Inps prevede la possibilità di trasmettere i dati successivamente, ma con le seguenti limitazioni.
- I dati pervenuti dopo la scadenza saranno inclusi nelle Certificazioni Uniche (CU) 2025 come rettifiche: i lavoratori interessati dovranno presentare autonomamente la dichiarazione dei redditi per correggere eventuali incongruenze.
- Possibili ritardi nei rimborsi fiscali o maggiori imposte da versare per il lavoratore.
Modalità di invio: applicazione “Comunicazione Benefit Aziendali”
L’invio dei dati deve avvenire esclusivamente in modalità telematica attraverso l’applicazione "Comunicazione Benefit Aziendali", disponibile sul portale Inps.
Per accedere al servizio e trasmettere i dati, i datori di lavoro devono seguire questi passaggi.
1. Accesso all’Area Dedicata sul Sito INPS
- Effettuare l’accesso con le credenziali aziendali.
- Navigare fino alla sezione “Comunicazione Benefit Aziendali”.
2. Selezione della funzione “Comunicazione Benefit Aziendali”
-
Scegliere se inserire manualmente le comunicazioni o caricare un file precompilato.
3. Inserimento e verifica dei dati
- Compilare i campi richiesti con i dati dei lavoratori.
- Effettuare un controllo sulla correttezza delle informazioni.
4. Conferma e invio telematico
- Convalidare l’inserimento e procedere con la trasmissione ufficiale.
- Salvare la ricevuta di avvenuta trasmissione.
Strumenti e risorse disponibili
Per agevolare l’invio corretto delle comunicazioni, l’Istituto mette a disposizione diversi strumenti.
- Manuale operativo: guida dettagliata con le istruzioni per l’uso dell’applicazione.
- Software di controllo: strumento per verificare la correttezza dei file prima della trasmissione.
- Assistenza online: supporto tecnico per la risoluzione di eventuali problemi di accesso o invio.
Sanzioni
Vediamo ora le conseguenze derivanti dalla mancata o errata comunicazione dei dati, con particolare attenzione ai controlli dell’Inps, agli obblighi di correzione e alle possibili sanzioni amministrative.
Il mancato rispetto della scadenza del 28 febbraio 2025 può avere infatti ripercussioni fiscali e amministrative per entrambe le parti coinvolte
Implicazioni per i lavoratori
Se i dati non vengono trasmessi entro i termini, l’INPS non potrà includere le informazioni corrette nella Certificazione Unica (CU) 2025, il documento che riepiloga i redditi percepiti e le trattenute fiscali operate nel corso dell’anno. Questo comporta diverse problematiche.
- Errore nel calcolo delle imposte: se i fringe benefit e le stock option non vengono comunicati in tempo, i lavoratori potrebbero trovarsi con dati errati nella loro dichiarazione dei redditi, con conseguenti squilibri nei versamenti o maggiori imposte da pagare.
- Obbligo di presentare una dichiarazione integrativa: in caso di omissioni o errori, il lavoratore sarà costretto a correggere autonomamente la propria dichiarazione dei redditi, con un possibile aggravio di costi e di tempo per la gestione fiscale.
- Rischio di accertamenti fiscali: se il lavoratore non si accorge dell’errore e presenta la dichiarazione sulla base di una CU errata, potrebbe essere soggetto a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, con possibili sanzioni in caso di mancata correzione.
Conseguenze per i datori di lavoro
L’omissione della comunicazione o l’invio tardivo dei dati non ha solo impatti sui lavoratori, ma può comportare problematiche anche per il datore di lavoro.
- Obbligo di rettifica delle CU: se i dati vengono trasmessi dopo il 28 febbraio 2025, l’INPS non potrà più includerli nel conguaglio fiscale, ma dovrà procedere con una rettifica successiva delle Certificazioni Uniche, che richiede procedure aggiuntive e può generare ritardi nella dichiarazione dei redditi dei dipendenti.
- Perdita di credibilità fiscale: un’errata o mancata comunicazione può esporre l’azienda a verifiche da parte degli organi di controllo, con possibili sanzioni amministrative.
- Sanzioni per omessa o tardiva comunicazione: sebbene l’Inps non preveda direttamente sanzioni pecuniarie per il ritardo nell’invio dei dati, il mancato rispetto delle scadenze può comportare sanzioni indirette, soprattutto se i lavoratori subiscono danni fiscali a causa dell’omissione dell’azienda.
Errori: controlli e correzioni da parte dell’Inps
Una volta ricevuti i dati tramite l’applicazione “Comunicazione Benefit Aziendali”, l’Inps verifica la coerenza delle informazioni attraverso i seguenti controlli:
- verifica della corretta attribuzione fiscale: i dati devono essere allineati con il principio di cassa allargato, che stabilisce che i compensi percepiti entro il 12 gennaio 2025 rientrano nel reddito del 2024. Se l’azienda comunica importi con un’errata data di pagamento, l’Istituto potrebbe respingere la dichiarazione;
- confronto con le informazioni dichiarate dall’azienda: In caso di discrepanze tra le comunicazioni inviate dai datori di lavoro e quelle risultanti da altri flussi contributivi, l’Inps può segnalare anomalie e richiedere correzioni;
- controllo sulla soglia di esenzione: L’INPS verifica se i fringe benefit e le stock option dichiarati rispettano il limite di esenzione previsto dalla legge di Bilancio 2024 (1.000 euro per i lavoratori senza figli, 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico). Se l’azienda ha dichiarato importi superiori senza effettuare le dovute ritenute fiscali, possono essere richiesti versamenti integrativi.
Rettifiche
Se l’Inps rileva errori o incongruenze nei dati trasmessi, il datore di lavoro ha la possibilità di effettuare correzioni attraverso una nuova comunicazione telematica. Tuttavia, le rettifiche successive non sempre possono risolvere tutte le problematiche fiscali, specialmente se il lavoratore ha già utilizzato i dati errati per la propria dichiarazione.
Le correzioni devono avvenire seguendo queste modalità.
- Invio di una comunicazione sostitutiva: se il datore di lavoro si accorge dell’errore prima della scadenza del 28 febbraio 2025, può semplicemente rettificare i dati tramite il portale Inps.
- Rettifica delle CU dopo la scadenza: se l’errore viene individuato dopo la chiusura della campagna CU, l’Inps potrà modificare la certificazione, ma il lavoratore sarà costretto a presentare una dichiarazione integrativa per correggere eventuali errori nel modello 730 o Redditi PF.
- Richiesta di chiarimenti all’Inps: in caso di dati respinti o segnalazioni di errori da parte dell’Istituto, l’azienda può rivolgersi all’ente previdenziale per ricevere istruzioni sulle correzioni da effettuare
Gli errori, in breve
Tipologia | Conseguenze | Conseguenze | Cosa fare |
Mancato invio entro il 28 febbraio 2025 |
- Certificazione Unica (CU) incompleta o errata. |
- Obbligo di rettifica delle CU. |
- Invio tempestivo tramite l’app INPS. |
Dati errati o incongruenti |
- Rischio di errori nella dichiarazione dei redditi. |
- Necessità di inviare una nuova comunicazione. |
- Correggere i dati e inviare una comunicazione sostitutiva all’INPS. |
Importo fringe benefit superiore ai limiti di esenzione |
- Tassazione aggiuntiva imprevista sui benefit ricevuti. |
- Rischio di segnalazione all'Agenzia delle Entrate. |
- Verificare il rispetto delle soglie di esenzione (1.000€ o 2.000€ per lavoratori con figli a carico). |
Comunicazione con dati parziali o incompleti |
- Certificazione Unica con informazioni mancanti. |
- Necessità di integrare i dati con una nuova comunicazione. |
- Effettuare controlli interni prima dell’invio. |
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