Imposta di registro e riqualificazione atto: analisi giurisprudenziale
Pubblicato il 31 gennaio 2022
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E' stata pubblicata, il 28 gennaio 2022, una nuova rassegna giurisprudenziale ragionata delle Commissioni tributarie sul tema "L’imposta di registro e la riqualificazione dell’atto: la vexata quaestio sulla portata evolutiva dell’art. 20 T.U.R.".
Si tratta del terzo volume del progetto editoriale “TAX JUSTICE DF” a cura della Direzione Giustizia tributaria del Dipartimento delle Finanze, che si aggiunge ai precedenti lavori in tema di operazioni soggettivamente inesistenti e di notifica telematica degli atti tributari.
Giustizia tributaria: imposta di registro, interpretazione atti
Nell’analisi, sono evidenziati i contrasti interpretativi circa la riqualificazione, da parte dell’Amministrazione finanziaria, degli atti sottoposti a registrazione sulla base degli effetti economici e sostanziali, anziché giuridici, degli stessi.
La rassegna è divisa in due sezioni, rispettivamente dedicate:
- all’evoluzione normativa e interpretativa dell’art. 20 T.U.R. e il relativo ambito di applicazione, con un approfondimento sulla natura dell’imposta di registro, sui recenti interventi della Corte Costituzionale e sul coordinamento della disposizione in esame con la disciplina dell’abuso del diritto;
- all'analisi sulla giurisprudenza in materia (2018-2021), organizzata per fattispecie.
Orientamenti della giurisprudenza di merito
La disamina giurisprudenziale si sofferma su alcune delle ipotesi più ricorrenti, in presenza delle quali l’Agenzia delle Entrate ha riqualificato in termini diversi le fattispecie oggetto di attenzione.
Nei predetti casi, il Fisco ha chiesto al contribuente l’assolvimento di una maggiore imposizione, ritenendo gli atti assoggettabili ad imposta di registro in misura proporzionale, anziché fissa.
Si tratta delle ipotesi di:
- cessione totalitaria di quote sociali;
- sequenza di atti formalmente autonomi ma collegati all’atto di cessione di quote sottoposto a registrazione ;
- cd. "cessione spezzatino", ossia la pluralità di atti di cessione al medesimo acquirente di beni, attività, passività aziendali, collegati funzionalmente e cronologicamente.
Rispetto a ognuna delle predette fattispecie, vengono riportati i diversi orientamenti della giurisprudenza di merito nonché le principali posizioni assunte dalla Corte di cassazione.
Le sentenze analizzate, inoltre, sono suddivise tra quelle che hanno ritenuto legittimi gli avvisi di liquidazione ex art. 20 citato, (e, dunque, favorevoli alla tesi sostenuta dall’Agenzia delle Entrate), e quelle di segno opposto, a favore delle tesi dei contribuenti.
La parte finale del lavoro si conclude con l'auspicio di un più deciso intervento del legislatore teso ad aggiornare la disciplina dell’imposta di registro, "che tenga della complessità delle tecniche contrattuali e dell’evoluzione tecnologica nell’attuale contesto storico".
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