Pacchetto ViDA definitivo: novità su e-fattura, piattaforme digitali e sportello unico
Pubblicato il 12 marzo 2025
In questo articolo:
- Cos’è il pacchetto ViDA e come si compone?
- Primo pilastro: introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria per le transazioni transfrontaliere
- Secondo pilastro: nuove regole IVA per le piattaforme digitali
- Terzo pilastro: registrazione unica IVA e ampliamento dello sportello unico
- Tempistiche di attuazione del pacchetto ViDA
- Accordo Ecofin sulla Direttiva DAC 9: scambio automatico di dati per i grandi gruppi
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L’11 marzo 2025, il Consiglio Ecofin ha dato il via libera definitivo al pacchetto ViDA (VAT in the Digital Age), una riforma di ampia portata destinata a modernizzare il sistema IVA nell’Unione Europea per adattarlo alle sfide dell’era digitale.
Questa iniziativa rappresenta un passo fondamentale verso la digitalizzazione, semplificazione e armonizzazione delle regole fiscali tra gli Stati membri, con l’obiettivo di contrastare le frodi IVA, ridurre gli oneri amministrativi per le imprese e facilitare il commercio intra-UE.
Tra le principali novità figurano l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria per le transazioni transfrontaliere, la creazione di un sistema di rendicontazione digitale in tempo reale (Digital Reporting Requirement - DRR) e l’ampliamento dello sportello unico IVA (Single VAT Registration - SVR) per evitare registrazioni multiple nei diversi Stati membri. Inoltre, il pacchetto introduce nuove regole per le piattaforme digitali, che diventeranno responsabili della riscossione e del versamento dell’IVA per determinati servizi.
Con questa riforma, l’UE punta a rendere il sistema fiscale più efficiente, equo e trasparente, promuovendo al contempo la competitività delle imprese europee nel mercato globale.
Cos’è il pacchetto ViDA e come si compone?
Il pacchetto ViDA introduce una serie di misure volte a trasformare il sistema IVA dell’Unione Europea, rendendolo più uniforme e integrato tra gli Stati membri. La riforma mira a potenziare la trasparenza fiscale, a contrastare le frodi e a snellire le procedure per le imprese, riducendo gli oneri amministrativi e facilitando la gestione dell’IVA nelle operazioni transfrontaliere.
Si compone di tre atti normativi, che introducono modifiche a tre diversi aspetti del sistema IVA:
- una direttiva del Consiglio che modifica la Direttiva 2006/112/CE, aggiornando le regole IVA per la digitalizzazione,
- un regolamento del Consiglio che modifica il Regolamento UE n. 904/2010, migliorando la cooperazione amministrativa tra le autorità fiscali,
- un regolamento di esecuzione che modifica il Regolamento UE n. 282/2011, introducendo nuovi obblighi informativi per determinati regimi IVA.
Le nuove norme prevedono:
- digitalizzazione degli obblighi di dichiarazione IVA entro il 2030 per tutte le transazioni intra-UE;
- obbligo per le piattaforme digitali di riscuotere l’IVA su affitti brevi e trasporto passeggeri, quando i fornitori di servizi non applicano l’IVA;
- potenziamento degli sportelli unici IVA (Single VAT Registration - SVR), riducendo la necessità di registrazioni multiple negli Stati membri.
Iter di approvazione del pacchetto ViDA
Il percorso legislativo del pacchetto ViDA ha richiesto diversi passaggi prima della sua approvazione definitiva:
L’iter di approvazione ha avuto inizio l’8 dicembre 2022, quando la Commissione Europea ha presentato la proposta legislativa articolata in tre atti normativi. Successivamente, il 22 novembre 2023, il Parlamento Europeo ha espresso un primo parere sulla riforma, avviando il processo di revisione. Dopo un lungo iter di negoziazioni tra gli Stati membri, il 5 novembre 2024 il Consiglio Ecofin ha adottato ufficialmente il pacchetto, aggiornando le normative IVA per adattarle alle esigenze digitali. L’11 marzo 2025 è arrivata l’approvazione definitiva da parte dello stesso Consiglio, aprendo la strada alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, dopo la quale il pacchetto entrerà in vigore 20 giorni dopo.
L’attuazione completa delle nuove disposizioni avverrà entro il 2030, quando la digitalizzazione dell’IVA diventerà obbligatoria per tutte le transazioni intra-UE, con l’introduzione della rendicontazione elettronica in tempo reale.
Vediamo quali sono le principali previsioni del pacchetto ViDA.
Primo pilastro: introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria per le transazioni transfrontaliere
Uno degli elementi centrali del pacchetto ViDA è l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria per le transazioni transfrontaliere B2B (Business to Business), una misura che rappresenta il primo pilastro della riforma e avrà un impatto significativo sulle imprese. A partire dal 1° luglio 2030, tutte le cessioni di beni e prestazioni di servizi tra aziende di diversi Stati membri dovranno essere documentate esclusivamente tramite fatture elettroniche in formato strutturato, consentendo così il trattamento automatico dei dati e garantendo alle autorità fiscali un accesso più rapido e uniforme alle informazioni. L’obiettivo principale di questa misura è contrastare le frodi IVA, migliorando la tracciabilità delle operazioni e riducendo le opportunità di evasione.
Per rafforzare ulteriormente il controllo, il nuovo sistema introduce anche i Digital Reporting Requirements (DRR), ossia obblighi di rendicontazione digitale in tempo reale, che impongono ai venditori di comunicare i dati delle fatture al momento dell’emissione. Inoltre, la tempistica di fatturazione sarà più stringente:
- le imprese dovranno emettere la fattura entro 10 giorni dall’operazione imponibile, mentre per autofatturazioni e acquisti il termine sarà prorogato di 5 giorni.
Questa innovazione non solo garantirà maggiore trasparenza fiscale e armonizzazione tra gli Stati membri, ma ridurrà anche i costi di conformità per le aziende, eliminando le disparità tra i diversi regimi nazionali.
Gli Stati membri manterranno la facoltà di adottare formati alternativi per le operazioni nazionali, ma, per favorire la digitalizzazione, potranno anche introdurre l’obbligo di fatturazione elettronica per le operazioni domestiche, senza che il destinatario debba necessariamente accettare la e-fattura. Questo permetterà, ad esempio, all’Italia di mantenere il proprio sistema di fatturazione elettronica tramite il Sistema di Interscambio (SdI) senza dover richiedere deroghe specifiche alla Commissione Europea.
Il Consiglio Ecofin ha sottolineato che questa riforma è progettata per ridurre le opportunità di frode fiscale e migliorare il controllo delle operazioni commerciali transfrontaliere. Attualmente, infatti, le aziende sono tenute a fornire periodicamente elenchi riepilogativi alle autorità fiscali sui beni e servizi venduti ad altri Stati membri, ma la mancanza di dati in tempo reale rende difficoltoso individuare le frodi e le discrepanze nelle dichiarazioni IVA.
Con la riforma, invece, le imprese saranno obbligate a emettere e trasmettere fatture elettroniche per le transazioni internazionali, inviando i dati in tempo reale alle autorità fiscali del proprio Paese. Il nuovo sistema sarà basato su standard tecnologici già utilizzati per la fatturazione elettronica negli appalti pubblici e sarà supportato da una piattaforma avanzata che faciliterà lo scambio e l’analisi automatizzata delle informazioni tra le amministrazioni fiscali degli Stati membri. Questo consentirà controlli più efficienti e tempestivi, migliorando la capacità di individuare schemi fraudolenti e anomalie nelle dichiarazioni IVA.
Parallelamente, ogni Stato membro potrà introdurre un regolamento nazionale per garantire la qualità e la conformità dei dati trasmessi tramite fattura elettronica, adattando l’implementazione del nuovo sistema alle proprie esigenze operative e tecnologiche. L’obiettivo finale è fornire ai paesi membri un accesso immediato e dettagliato alle informazioni sulle transazioni transfrontaliere, permettendo un maggiore coordinamento tra le amministrazioni fiscali e un’azione più efficace contro l’evasione e le frodi.
Il sistema sarà pienamente operativo entro il 2030, mentre l’interoperabilità tra i diversi sistemi nazionali sarà garantita entro il 2035, creando un ecosistema unico per la gestione dell’IVA a livello europeo.
Secondo pilastro: nuove regole IVA per le piattaforme digitali
Il secondo pilastro della riforma ViDA affronta le problematiche fiscali legate all'economia delle piattaforme, con particolare riferimento alla locazione di alloggi a breve termine e ai servizi di trasporto passeggeri online. Attualmente, molti di questi servizi sono forniti da privati o piccole imprese che spesso non sono registrati ai fini IVA o non sono pienamente consapevoli delle loro responsabilità fiscali, soprattutto quando operano a livello transnazionale. Questa situazione comporta una significativa perdita di entrate IVA per gli Stati membri e genera distorsioni della concorrenza tra le piattaforme digitali e i fornitori di servizi tradizionali, che invece sono soggetti agli obblighi fiscali previsti dalla normativa IVA vigente.
Per risolvere questa criticità, il Consiglio Ecofin ha introdotto un nuovo regime che prevede che le piattaforme online assumano il ruolo di "fornitori presunti" ai fini IVA. In pratica, quando i fornitori di servizi non versano direttamente l’IVA, saranno le piattaforme digitali a raccogliere e versare l'imposta per conto loro. Questo meccanismo riguarda in particolare i marketplace che facilitano l'affitto di alloggi per periodi inferiori a 30 giorni e i servizi di trasporto passeggeri su strada. In questo modo, le autorità fiscali potranno garantire una riscossione più efficace dell’IVA, riducendo le opportunità di evasione fiscale e creando un quadro normativo più equo per tutti gli operatori del mercato.
Al fine di concedere agli Stati membri maggiore flessibilità, la riforma consente loro di estendere la definizione di locazione di alloggi a breve termine a fini fiscali e di escludere le piccole imprese dall’applicazione della normativa sul fornitore presunto, proteggendo così i soggetti con regimi agevolati. Inoltre, è stato previsto un periodo transitorio per l’implementazione delle nuove disposizioni. Dal 1° luglio 2028, gli Stati membri potranno scegliere se adottare o meno il nuovo regime fiscale, comunicando la loro decisione di non aderire al Comitato IVA. Tuttavia, dal 1° luglio 2030, il regime del fornitore presunto diventerà obbligatorio in tutta l'UE.
L’accordo su queste misure è stato particolarmente complesso da raggiungere, poiché ha richiesto un bilanciamento tra l’esigenza di contrastare le frodi IVA e la necessità di non penalizzare le piccole imprese. Il compromesso finale offre agli Stati membri una certa flessibilità nell’applicazione iniziale e garantisce una transizione graduale verso un sistema di tassazione più equo ed efficace nel settore dell’economia digitale.
Terzo pilastro: registrazione unica IVA e ampliamento dello sportello unico
Il terzo pilastro della riforma ViDA mira a semplificare la registrazione IVA per le imprese che operano in più Stati membri, eliminando la necessità di doversi registrare separatamente in ogni paese in cui vendono beni o servizi. Attualmente, il sistema degli sportelli unici IVA online (OSS - One Stop Shop) consente già alle imprese di registrarsi e versare l'IVA in un solo Stato membro per le vendite transfrontaliere ai consumatori finali, utilizzando un unico portale e una sola lingua. Tuttavia, se un’impresa desidera vendere direttamente ai consumatori di un altro Stato membro attraverso un magazzino locale o un centro di distribuzione, deve registrarsi nuovamente per l’IVA in quel paese, aumentando così la complessità burocratica e i costi di gestione.
Con la nuova riforma, il sistema di sportello unico IVA verrà ampliato ed esteso per coprire ulteriori transazioni, tra cui la vendita di elettricità, gas e riscaldamento, oltre alle operazioni in cui un’azienda sposta scorte da un paese all’altro per la successiva vendita ai consumatori. Grazie a questa innovazione, le imprese potranno gestire tutti gli adempimenti IVA attraverso un unico portale digitale, evitando registrazioni multiple nei diversi Stati membri e riducendo significativamente gli oneri amministrativi e i costi di conformità.
L’introduzione del Single VAT Registration (SVR) rappresenta una svolta cruciale per la semplificazione delle procedure fiscali nell’UE. Consentirà alle aziende di centralizzare la gestione dell’IVA e di operare in diversi mercati europei senza dover affrontare complesse pratiche di registrazione in ogni singolo paese. Inoltre, questo sistema favorirà l’armonizzazione delle procedure fiscali tra gli Stati membri, contribuendo a creare un mercato unico digitale più efficiente e competitivo.
L’attuazione di questa misura renderà più semplice e trasparente il commercio intra-UE, riducendo le barriere burocratiche e consentendo alle imprese di concentrarsi sulla loro crescita anziché su complicazioni fiscali. Il nuovo sistema contribuirà inoltre a migliorare la raccolta dell’IVA e a ridurre il rischio di evasione fiscale, fornendo alle autorità fiscali europee un quadro più chiaro e integrato delle transazioni commerciali all’interno dell’Unione.
A seguire una Tabella sulle tempistiche di attuazione del pacchetto ViDA.
Tempistiche di attuazione del pacchetto ViDA
Data | Misura prevista | Descrizione aggiuntiva |
---|---|---|
2025 (20 giorni dopo l'adozione) | Possibilità per gli Stati membri di introdurre l'obbligo di fatturazione elettronica per le transazioni nazionali. | Non sarà necessaria l'autorizzazione della Commissione Europea. |
1° gennaio 2027 | Estensione dell'OSS alle forniture di elettricità, gas e riscaldamento. | Si applica al commercio elettronico e ai servizi digitali. |
1° luglio 2028 | Implementazione della registrazione unica IVA (OSS) per tutte le forniture B2C. | Avvio dell'attuazione volontaria della regola del fornitore presunto per le piattaforme di hosting e mobilità. |
1° gennaio 2030 | Applicazione obbligatoria della regola del fornitore presunto per le piattaforme di hosting e mobilità. | Le piattaforme saranno responsabili della riscossione e del versamento dell'IVA. |
1° luglio 2030 | Obbligo di fatturazione elettronica per le transazioni intra-UE e introduzione dei Digital Reporting Requirements (DRR). | Le fatture dovranno essere emesse in formato strutturato e trasmesse in tempo reale. |
1° gennaio 2035 | Armonizzazione completa dei modelli di fatturazione elettronica con gli standard UE. | Applicazione uniforme delle normative in tutti gli Stati membri. |
Accordo Ecofin sulla Direttiva DAC 9: scambio automatico di dati per i grandi gruppi
L’Ecofin, con comunicato stampa dell’11 marzo 2025, ha annunciato il raggiungimento di un accordo politico sulla Direttiva DAC 9, un nuovo passo avanti nel rafforzamento della trasparenza fiscale all’interno dell’Unione Europea. La proposta di Direttiva COM(2024) 497 final mira a estendere il sistema di scambio automatico di informazioni fiscali già in vigore nell’UE, introducendo obblighi specifici per i grandi gruppi societari.
L’obiettivo principale della riforma è migliorare la cooperazione tra le autorità fiscali europee, consentendo un flusso più rapido e dettagliato di dati finanziari e contrastando pratiche di evasione e pianificazione fiscale aggressiva. Con l’adozione della DAC 9, l’UE compie un ulteriore passo verso un sistema di tassazione più equo e armonizzato, aumentando la trasparenza fiscale per le multinazionali e garantendo maggiori entrate per gli Stati membri.
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