Niente ASpI senza dichiarazione di immediata disponibilità all’impiego
Pubblicato il 27 agosto 2024
In questo articolo:
- La posizione della Cassazione sulla ASpI per i detenuti: il requisito della Did
- La decisione della Cassazione
- L'importanza della Did anche per i detenuti
- Aspi o invalidità: opzione esercitabile anche tardivamente
- La decisione della Cassazione
- Diritto di opzione per il trattamento più favorevole
- Tabelle di sintesi delle decisioni
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Per avere diritto all'indennità ASpI (Assicurazione Sociale per l'Impiego), non è sufficiente presentare la semplice domanda.
È indispensabile la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (Did).
Questo requisito è fondamentale per dimostrare non solo lo stato di disoccupazione, ma anche la volontà del lavoratore di rioccuparsi.
L'indennità decorre dal momento della presentazione della Did e non dalla data della domanda.
Inoltre, la ASpI può essere erogata in forma ridotta se il beneficiario trova un nuovo lavoro, purché entro certi limiti di reddito.
La posizione della Cassazione sulla ASpI per i detenuti: il requisito della Did
Con la sentenza n. 22993 del 21 agosto 2024, la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, si è pronunciata su una controversia riguardante l'erogazione dell'indennità di disoccupazione ASpI, sostituita successivamente dalla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego).
La questione principale verteva sull'importanza della Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (Did) come condizione per il riconoscimento dell'indennità.
Il caso esaminato dalla Corte
Un lavoratore, detenuto in custodia cautelare, era stato licenziato e aveva presentato domanda per l'indennità di disoccupazione ASpI.
L'INPS aveva riconosciuto l'indennità solo dalla data di presentazione della Did, e non dalla data della domanda.
Il lavoratore aveva presentato ricorso, sostenendo che il suo stato di disoccupazione dovesse essere riconosciuto dalla data della domanda, indipendentemente dalla presentazione della Did.
La Corte d'Appello aveva accolto il ricorso, ritenendo che lo stato di detenzione certificasse automaticamente lo stato di disoccupazione.
La decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione della Corte d'Appello, accogliendo il ricorso dell'INPS.
La Suprema Corte ha stabilito che la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro è un requisito imprescindibile per il riconoscimento dell'indennità di disoccupazione.
Per essere considerato disoccupato ai fini dell'indennità ASpI, infatti, non basta essere senza lavoro; è necessaria anche la disponibilità immediata a svolgere attività lavorativa, come attestato dalla Did.
L'importanza della Did anche per i detenuti
Nella decisione, la Corte ha altresì rigettato l'argomentazione secondo cui lo stato di detenzione esonererebbe dalla presentazione della Did.
Sul punto, la Cassazione ha precisato che non esistono deroghe, né esplicite né implicite, a questo requisito.
Anche nel caso di detenuti, la Did non è un mero formalismo, ma un elemento sostanziale per dimostrare la disponibilità al lavoro.
La particolare condizione di detenzione o internamento, ossia, non rappresenta una valida ragione per derogare alla disciplina che vede nella Did un elemento costitutivo dello stato di disoccupazione, essenziale per ottenere l'indennità.
Conclusioni
In conclusione, la sentenza chiarisce definitivamente che, per ottenere l'indennità di disoccupazione, la presentazione della Dichiarazione di Immediata Disponibilità è un requisito obbligatorio, che non può essere omesso, nemmeno in circostanze particolari come la detenzione.
La normativa di riferimento stabilisce chiaramente questa necessità, garantendo un'applicazione uniforme e coerente della legge.
L'INPS, nella specie, aveva correttamente applicato la legge, rigettando l'originaria domanda di riconoscimento dell'indennità presentata senza la Did.
Aspi o invalidità: opzione esercitabile anche tardivamente
Sempre in tema di Aspi si segnala un'ulteriore pronuncia della Corte di cassazione
Con la sentenza n. 23041 del 22 agosto 2024, la Sezione lavoro della Cassazione si è occupata di una causa tra un lavoratore e l'INPS, in merito alla possibilità di optare per la percezione dell'indennità ASpi in alternativa all'assegno ordinario di invalidità.
Il caso esaminato
Il lavoratore, titolare di assegno di invalidità, aveva presentato domanda per ottenere l'ASpI, che era stata respinta dall'INPS per presunta incompatibilità tra le due prestazioni e per la tardività nell'esercizio dell'opzione.
La Corte d'Appello, tuttavia, aveva condannato l'INPS a corrispondere l'indennità ASpI, stabilendo che, in assenza di un termine decadenziale specifico previsto dalla legge, l'opzione poteva essere esercitata anche tardivamente.
La decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall'INPS, confermando la sentenza della Corte d'Appello.
Secondo la Cassazione, le norme che stabiliscono una decadenza devono essere interpretate in modo rigoroso e non possono essere applicate analogicamente.
Di conseguenza, non è possibile imporre un termine decadenziale tramite circolari amministrative (come fatto dall'INPS con la circolare n. 138 del 2011), poiché tali atti non hanno forza di legge.
Diritto di opzione per il trattamento più favorevole
Sebbene, inoltre, l'assegno ordinario di invalidità sia incompatibile con l'ASpI, deve essere garantito al lavoratore il diritto di scegliere il trattamento più favorevole.
Il legislatore non ha fissato un termine entro il quale l'opzione deve essere esercitata, permettendo quindi al lavoratore di effettuare la scelta anche tardivamente.
Di conseguenza, il tardivo esercizio dell'opzione non impedisce al lavoratore di scegliere l'indennità ASpI, anche se l'INPS ha il diritto di richiedere la restituzione delle somme eventualmente erogate in modo indebito.
Per la Corte, in conclusione, in mancanza di un termine di decadenza previsto dalla legge, il lavoratore può esercitare il diritto di opzione anche tardivamente, e l'INPS non può rifiutare il pagamento dell'ASpI sulla base della tardività dell'opzione, salvo il diritto di ripetizione delle somme indebitamente erogate.
Tabelle di sintesi delle decisioni
Corte di cassazione n. 22993/2024:
Sintesi del caso | Un lavoratore detenuto, dopo essere stato licenziato, ha presentato domanda per l'indennità ASpI. L'INPS ha riconosciuto l'indennità solo dalla data di presentazione della Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (Did), mentre il lavoratore sosteneva che dovesse essere riconosciuta dalla data della domanda. |
Questione dibattuta | L'importanza della Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (Did) come requisito per il riconoscimento dell'indennità di disoccupazione, anche in casi particolari come quello dei detenuti. |
Soluzione della Corte di Cassazione | La Corte di Cassazione ha stabilito che la Did è un requisito imprescindibile per ottenere l'indennità ASpI. Anche per i detenuti, lo stato di disoccupazione deve essere accompagnato dalla disponibilità immediata al lavoro, dimostrata attraverso la Did. |
Corte di cassazione n. 23041/2024:
Sintesi del caso | Un lavoratore, titolare di assegno di invalidità, aveva richiesto l'indennità ASpi, ma la domanda era stata respinta dall'INPS per incompatibilità e tardività |
Questione dibattuta | Se il lavoratore potesse optare per la percezione dell'indennità ASpi in alternativa all'assegno ordinario di invalidità, nonostante il presunto ritardo nell'esercizio dell'opzione. |
Soluzione della Corte di Cassazione | La Corte di Cassazione ha stabilito che, in assenza di un termine di decadenza previsto dalla legge, il lavoratore può esercitare l'opzione anche tardivamente. L'INPS, tuttavia, può richiedere la restituzione delle somme indebitamente erogate. |
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