Il legittimo affidamento del contribuente può incidere sulla debenza del tributo

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Il legittimo affidamento del contribuente può incidere sulla debenza del tributo

La tutela del legittimo affidamento può incidere sulla stessa debenza del tributo, non solo su sanzioni e interessi.

L'induzione in errore del contribuente può essere determinata anche da differenti circostanze di fatto ovvero anche da altre condotte, imputabili ad errore dell'Amministrazione finanziaria, non espressamente considerate dall'art. 10 della Legge n. 212/2000.

Si può trattare, ossia, di condotte diverse da quelle tipizzate, vale a dire le "errate indicazioni contenute in atti" dell'Amministrazione ovvero i "fatti ...conseguenti a ritardi, omissioni od errori " della stessa, o ancora "le obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della norma impositiva", in presenza delle quali la tutela del legittimo affidamento può venire ad incidere sulla stessa debenza del tributo.

Rientra nella competenza dell'organo giudicante stabilire se, avuto conto della specificità del caso concreto, sussistano i presupposti per il riconoscimento della inapplicabilità del tributo ovvero, più semplicemente, delle sanzioni e degli interessi. 

E' quanto puntualizzato dalla Corte di cassazione nel testo dell'ordinanza n. 28119 del 27 settembre 2022, con cui non è stata tuttavia riconosciuta, nella lite tributaria esaminata, l'inapplicabilità del tributo per come pretesa dalla parte contribuente che lamentava di essere stata indotta in errore da una costante prassi dell'Agenzia delle Entrate.

Prassi illegittima dell'Amministrazione? Via solo sanzioni e interessi

Nel caso di specie, si trattava di controversia avente ad oggetto un avviso di accertamento con cui l'Ufficio finanziario aveva disconosciuto il diritto di una società, esercente attività di tour operator, alla detrazione dell'Iva assolta per l'acquisto di servizi di autonoleggio in Italia.

La società, dopo aver vanamente impugnato l'avviso davanti alle Commissioni tributarie, provinciale e regionale, si era rivolta alla Suprema corte, lamentando, tra i motivi, la violazione e la falsa applicazione dell'art. 10, Legge n. 212/2000 e del principio unionale del legittimo affidamento, principio, quest'ultimo, che la contribuente aveva sottolineato essere operante non solo in relazione alla debenza delle sanzioni e degli interessi, ma anche della stessa imposta.

Ebbene, secondo la sua difesa, la risoluzione a cui l'Amministrazione finanziaria si era attenuta nell'emanare l'avviso non era mai stata applicata, tanto che l'Agenzia aveva continuato ad erogare rimborsi in base a una precedente risoluzione, risoluzione a cui aveva fatto appunto affidamento anche la società contribuente.

Nei confronti di quest'ultima, si era quindi consolidata una situazione giuridica favorevole, originata dallo scorrere del tempo e dell'emanazione da parte dell'ufficio competente di provvedimenti di erogazione dei rimborsi Iva.

Il motivo di ricorso è stato giudicato infondato dalla Quinta sezione civile della Cassazione: il giudice del gravame aveva correttamente escluso, in primo luogo, che la società rientrasse nell'ambito della disciplina transitoria che riconosceva il diritto a trattenere le somme definitivamente rimborsate.

In secondo luogo, era stato escluso che sussistesse una condizione di legittimo affidamento anche in relazione al fatto che non vi era una prassi consolidata, tanto da rendersi necessario un intervento interpretativo.

La Suprema corte, sul punto, ha ritenuto di dover dare continuità all'orientamento interpretativo secondo cui "Le circolari ministeriali in materia tributaria non costituiscono fonte di diritti ed obblighi, non discendendo da esse alcun vincolo neanche per la stessa Amministrazione finanziaria che le ha emanate; sicché, ove il contribuente si sia conformato a un'interpretazione erronea fornita da quest'ultima, non può invocare alcun legittimo affidamento al fine di andare esente dal pagamento del tributo dovuto"...potendo rimanere "esclusa solo l'irrogazione delle relative sanzioni e degli interessi".

In proposito, anche la giurisprudenza della Corte di giustizia ha chiarito che, se è vero che il diritto ad avvalersi del principio della tutela del legittimo affidamento si estende a ogni individuo in capo al quale un'autorità amministrativa abbia fatto sorgere fondate speranze a causa di assicurazioni precise che essa gli avrebbe fornito, lo stesso legittimo affidamento, tuttavia, non può basarsi su una prassi illegittima dell'Amministrazione.

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