Legge di Bilancio 2025, pensione anticipata: sì al cumulo con la rendita integrativa

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Legge di Bilancio 2025, pensione anticipata: sì al cumulo con la rendita integrativa

Al via, dalla sessione pomeridiana del 18 dicembre 2024, alla Camera dei deputati, la discussione sul DDL legge di Bilancio 2025 (DDL 2112-bis – Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027).

Tra gli ultimi emendamenti passati in Commissione Bilancio, se ne annovera uno che interviene in ambito pensionistico, in particolare, sulla pensione anticipata contributiva.

Vediamo quali sono le novità in arrivo.

Pensione anticipata contributiva: requisiti e importo soglia mensile dal 1° gennaio 2024

Innanzitutto ricordiamo che la pensione anticipata contributiva, vale a dire la pensione calcolata con il sistema contributivo puro per i soggetti con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, può essere conseguita se si è in possesso dei seguenti requisiti.

Opzione 1)

  • 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) di contribuzione, se donne
  • 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) di contribuzione, se uomini

È utile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di almeno 35 anni di contribuzione con esclusione dei periodi di malattia e disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico del Fondo pensioni lavoratori Dipendenti

Opzione 2)

  • al compimento del requisito anagrafico di 64 anni di età, da adeguare agli incrementi della speranza di vita
  • in presenza di almeno 20 anni di contribuzione effettiva, da adeguare agli incrementi della speranza di vita
  • con una prima rata di pensione ad un importo soglia mensile ancorato all'importo mensile dell'assegno sociale, come annualmente rivalutato.

Dal 1° gennaio 2024, l’accesso alla pensione anticipata con 64 anni di età e 20 anni di contributi è consentito se la prima rata di pensione non risulti inferiore a 3,0 volte l’assegno sociale per le donne senza figli e per gli uomini, a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con almeno due figli (articolo 1, comma 125, legge 30 dicembre 2023, n. 213, cd. legge di Bilancio 2024, che novella l’articolo 24, comma 11, decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201).

Il trattamento di pensione anticipata è riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a 5 volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente, per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto al momento in cui tale diritto maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso per la pensione di vecchiaia.

Il trattamento di pensione anticipata decorre trascorsi 3 mesi (finestra mobile) dalla data di maturazione dei requisiti previsti.

Pensione anticipata contributiva: cosa potrebbe cambiare dal 1° gennaio 2025

Un emendamento al DDL legge di Bilancio 2025, licenziato in Commissione Bilancio della Camera, consente, a decorrere dal 1° gennaio 2025, ai lavoratori contributivi puri, vale a dire ai lavoratori con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, di accedere alla pensione anticipata contributiva computando, ai soli fini del raggiungimento dell'importo soglia mensile, anche il valore di una o più rendite integrative di previdenza complementare.

In buona sostanza, i lavoratori con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996 e che hanno aderito ad una o più forme pensionistiche di previdenza complementare, in caso di opzione per la prestazione in forma di rendita integrativa (articolo 11, comma 3, del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252), potranno chiedere di computare, per raggiungere l'importo soglia mensile che consente l’accesso alla pensione anticipata contributiva (3,0 volte l’assegno sociale per le donne senza figli e per gli uomini, a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con almeno due figli), unitamente all'ammontare mensile della prima rata di pensione di base, anche il valore teorico di una o più prestazioni di rendita integrativa.

Ma ci sono dei ma.

Innanzitutto per questi lavoratori il requisito contributivo aumenta, passando da 20 anni a 25 anni, per poi arrivare a 30 anni dal 2030 con un importo soglia che salirà a 3,2 volte l'assegno sociale.

Facciamo qualche calcolo considerando il valore provvisorio dell’assegno sociale per l’anno 2024, pari a 534,41 euro (circolare n. 46 del 13 marzo 2024)

L’accesso alla pensione anticipata contributiva senza rendita integrativa è ammesso

  • con 64 anni di età, da adeguare agli incrementi della speranza di vita
  • con almeno 20 anni di contribuzione effettiva
  • nel rispetto dei seguenti valori dell’importo soglia

Lavoratrici madri con un figlio: 1.496,35 euro (2,8 volte il valore provvisorio 2024 dell’assegno sociale)

Lavoratrici madri con due o più figli: 1.389,46 euro (2,6 volte il valore provvisorio 2024 dell’assegno sociale)

Generalità di lavoratori e lavoratrici 1.603,23 euro (3 volte il valore provvisorio dell’assegno sociale)

L’accesso alla pensione anticipata contributiva con rendita integrativa è consentito dal 2025

  • con 64 anni di età, da adeguare agli incrementi della speranza di vita
  • con almeno 25 anni di contribuzione effettiva
  • nel rispetto dei seguenti valori dell’importo soglia fino al 2029

Lavoratrici madri con un figlio: 1.496,35 euro (2,8 volte il valore provvisorio 2024 dell’assegno sociale)

Lavoratrici madri con due o più figli: 1.389,46 euro (2,6 volte il valore provvisorio 2024 dell’assegno sociale)

Generalità di lavoratori e lavoratrici 1.603,23 euro (3 volte il valore provvisorio dell’assegno sociale)

Dal 2030 l’importo soglia che salirà a 3,2 volte l'assegno sociale e sarà pari a 1.710 euro.

In tutti i casi, va considerato che il requisito contributivo dovrà poi essere adeguato agli incrementi della speranza di vita.

La platea dei soggetti interessati dalla disposizione in esame è piuttosto ristretta, interessando oggi solo i lavoratori assunti successivamente al 1° gennaio 1996 e che dunque possono vantare, nel 2025, al massimo 29 anni di contributi. L’intenzione del Governo è tuttavia di estendere tale facoltà anche ai lavoratori iscritti al 31 dicembre 1995.

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