Legge Bilancio 2025: misure per fisco e imprese
Pubblicato il 30 dicembre 2024
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La Manovra di bilancio 2025 è legge. Dopo l’ok della Camera, il 28 dicembre 2024 il Senato ha approvato il testo con 108 voti favorevoli, 63 contrari e un astenuto. La parte della Manovra su cui il Governo aveva posto la fiducia aveva già ottenuto l’approvazione con 112 voti favorevoli.
Con un valore complessivo di 30 miliardi, la legge è stata approvata nei tempi stretti necessari a evitare l’esercizio provvisorio. Il testo blindato ha sollevato proteste dalle opposizioni per la mancanza di margini di discussione.
Dal canto suo, la premier Meloni ha commentato che si tratta di un "passo avanti per un'Italia forte". “La legge di bilancio 2025 è una manovra equilibrata: sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie, rafforza la sanità, riduce le tasse e incentiva la produzione e l’occupazione”, ha dichiarato.
Ora, si attende solo la pubblicazione ufficiale del testo in Gazzetta.
Legge di Bilancio 2025: chiuso l'iter parlamentare, al via l'attuazione
Con l’ok definitivo del Senato, si chiude il percorso parlamentare della legge di bilancio 2025 e si apre la fase attuativa, che coinvolgerà ministeri e amministrazioni per rendere operative le norme previste. Alcune misure entreranno in vigore immediatamente dal 1° gennaio 2025, come il taglio strutturale del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro, la possibilità di pensionamento anticipato a 64 anni con cumulo previdenziale, e la proroga della deduzione maggiorata per le assunzioni stabili.
Tuttavia, molte altre norme richiedono provvedimenti attuativi per essere pienamente operative. Sono previsti 103 atti di secondo livello, indispensabili per sbloccare 1,8 miliardi nel 2025, una cifra inferiore rispetto ai 3,9 miliardi inizialmente stimati grazie a modifiche apportate durante l’iter parlamentare. Tra i provvedimenti più attesi c’è il decreto che introdurrà l’Ires ridotta al 20% per investimenti tecnologici avanzati e quello per ripartire i 500 milioni del Fondo per i beni di prima necessità.
Il segmento più significativo della legge di bilancio 2025, infatti, riguarda la fiscalità: si stabilizza la riduzione del cuneo fiscale, convertita in uno sgravio fiscale, e si ratifica la fusione delle prime due fasce di IRPEF. Inoltre, si inaugura una revisione delle detrazioni, introducendo un limite alle spese detraibili per coloro che percepiscono redditi oltre i 75mila euro.
Vediamo come appare il testo approvato dalla Senato in via definitiva con riferimento al fisco e alle imprese. Ci sono novità anche in materia di lavoro e pensioni
Ires premiale
Chi sceglierà di applicare l'Ires al 20% (dal 24%), come stabilito dalla legge di bilancio 2025, sarà obbligato a mantenere i beni acquistati per un periodo di cinque anni. Se i beni saranno ceduti prima di questo termine, il beneficio verrà perso, dato che la normativa non prevede eccezioni per investimenti sostitutivi.
Il requisito più rigido si applica agli investimenti 4.0 o 5.0 (per un valore minimo del 24% del maggiore tra l'utile del 2024 e quello del 2023) effettuati nel 2025 o nel 2026 entro il 31 ottobre. Tali investimenti devono rimanere in azienda senza essere ceduti, smantellati o trasferiti all'estero fino alla conclusione del quinto anno successivo.
Irpef strutturale a 3 aliquote
Una delle misure riguarda il modello Irpef, con un regime basato su tre fasce di reddito:
- fino a 28mila euro, con aliquota al 23%;
- da oltre 28mila a 50mila euro, con aliquota al 35%;
- oltre 50mila euro, con aliquota al 43%.
Questo approccio rende permanente la fusione dei primi due scaglioni fiscali e riduce di due punti percentuali l'aliquota del secondo scaglione, generando un risparmio fiscale per tutti i contribuenti con redditi superiori a 15mila euro.
Inoltre, si conferma l'aumento della detrazione per i lavoratori dipendenti da 1.880 a 1.955 euro per coloro con redditi fino a 15mila euro, allineando così l'area di esenzione fiscale per i lavoratori dipendenti a quella dei pensionati.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, la misura più impattante è la riduzione del cuneo fiscale, che segna un cambiamento di approccio rispetto al 2024.
Come più volte ricordato, l’attesa riduzione per il secondo scaglione, da 35 a 33%, non si è potuta attuare. Occorrerà vagliare le risorse possibili e semmai procedere nel coso dell’anno 2025
Riforma delle detrazioni con tetto per redditi over 75mila euro
La legge di Bilancio 2025 riforma le regole sulle detrazioni, stabilendo un nuovo metodo per calcolare gli importi detraibili per chi dichiara redditi superiori a 75mila euro. A questo scopo, si introduce l'articolo 16-ter del Tuir, che impone un limite alle spese ammissibili per le detrazioni IRPEF. Il limite è definito applicando un coefficiente a un importo fisso, determinato dal reddito totale del contribuente, che risulta essere:
- 14mila euro per redditi tra 75.001 e 100mila euro;
- 8mila euro per redditi oltre i 100mila euro.
Il coefficiente varia in funzione del numero di figli fiscalmente a carico del nucleo familiare:
- 0,50 senza figli a carico;
- 0,70 con un figlio;
- 0,85 con due figli;
- 1 con più di due figli o almeno uno con disabilità.
Pertanto, il limite massimo di spesa detraibile può raggiungere i 14mila euro per famiglie con più di due figli, diminuendo a 7mila euro per chi non ha figli. Se il reddito supera i 100mila euro, il massimo delle detrazioni utilizzabili può essere di 8mila euro, riducendosi a 4mila euro per i senza figli.
Le detrazioni per spese mediche, che rappresentano la maggior parte delle detrazioni con circa 23,7 miliardi, non sono incluse nel limite per i redditi superiori a 75mila euro. Le modifiche non incidono sugli investimenti in startup e PMI innovative. Tuttavia, le imprese sociali e gli enti del Terzo settore non beneficiano di protezioni e potrebbero essere penalizzati.
Sono altresì incluse le detrazioni per interessi passivi su mutui e premi assicurativi stipulati fino al 31 dicembre 2024, nonché per le rate di spese edilizie sostenute entro la stessa data.
In questo modo, il Governo indirizza la gestione delle spese detraibili, lasciando ai contribuenti con redditi superiori ai 75mila euro la libertà di decidere come utilizzare il plafond detraibile.
Forfetari
Dal 1° gennaio 2025, sarà possibile aderire al regime forfettario per redditi da lavoro dipendente o da pensione fino a 35.000 euro, rispetto ai 30.000 euro previsti fino al 31 dicembre 2024. Questo modesto adeguamento sembra più un compromesso che una vera e propria innovazione con impatti significativi sulle modalità di accesso alla tassazione agevolata.
Nulla di fatto, invece, per i lavoratori autonomi: è stato cancellato il piano per estendere la flat tax per tali soggetti fino a 100.000 euro. Questo, in parte, è dovuto al fatto che non ha avuto il successo sperato l’istituto del concordato biennale preventivo.
Non vi è spazio nella Manovra 2025 neanche per la rottamazione quinquies delle cartelle. Causa la mancanza di fondi, l’emendamento orientato verso tale misura è stato convertito in un disegno di legge, presentato alla Camera.
Bonus 4.0
Investimenti a rischio di non ricevere incentivi per le aziende che effettueranno investimenti nel 2025 a seguito dell'esaurimento delle risorse governative.
Questa situazione deriva dal limite di spesa di 2,2 miliardi stabilito dalla legge di Bilancio 2025, come deliberato dalla Camera in prima lettura. Per garantirsi l'accesso ai crediti d'imposta attualmente disponibili, le imprese dovranno ordinare i beni, versando un anticipo del 20%, entro la data di pubblicazione della legge di bilancio 2025.
Infatti, è stato stabilito un massimale di 2,2 miliardi per i crediti d'imposta relativi agli investimenti in beni materiali 4.0 (Allegato A alla legge 232/2016) previsti per il 2025 e per i primi sei mesi del 2026. A differenza di quanto previsto dalla normativa in vigore, che ha sempre consentito di beneficiare di questi incentivi (iperammortamento e nuovi crediti) senza limiti di risorse disponibili, la nuova regolamentazione prevede un meccanismo di agevolazione che offre il 20% fino a 2,5 milioni, il 10% tra 2,5 e 10 milioni, e il 5% tra 10 e 20 milioni.
Rivalutazioni
In tema di rivalutazioni, la principale novità, in linea con le disposizioni della delega fiscale, è la stabilizzazione della rivalutazione delle partecipazioni e dei terreni. Questo elimina la necessità di continuare a reintrodurre la misura annualmente tramite le leggi di Bilancio.
Si assiste, però, in un aumento dell'aliquota da 16% a 18% della tassa da versare per la rivalutazione delle cripto-attività possedute al 1° gennaio 2025.
Superbonus e caldaie
Il Superbonus si avvicina alla fine. Lo sconto massimo, precedentemente al 110% e ora ridotto al 65%, sarà praticamente annullato nel 2025. Rimarrà applicabile solo ai lavori iniziati entro il 15 ottobre 2024 se:
- è stata presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), se gli interventi sono diversi da quelli effettuati dai condomini;
- è stata adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), se gli interventi sono effettuati dai condomini;
- è stata presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, se gli interventi comportano la demolizione e la ricostruzione degli edifici.
La Legge di Bilancio 2025 estende la diluizione del credito su 10 anni anche alle spese realizzate nel 2023. La modalità che consente di ripartire il Superbonus in 10 rate annuali uguali, anziché in 4, era stata originariamente applicata per le spese del 2022 con il Dl n. 11/2023. Successivamente, il Dl n.39/2024 ha ampliato questa opzione anche per le spese del 2024.
Ora, con la nuova legge di Bilancio 2025, si includono nel meccanismo di spalmamento del credito anche le spese del 2023.
Mentre con un emendamento il bonus caldaie alimentate da combustibili fossili salta definitivamente.
La manovra rialza al 50% lo sconto Irpef sulle ristrutturazioni, accompagnato dal bonus arredi su una spesa fino a 5.000 euro. Per le seconde case, invece, il bonus ristrutturazione è del 36 per cento.
Web tax e cripto-attività
Il governo fa marcia indietro riguardo la web tax e le cripto attività.
La stretta sull'imposta del 3% sui servizi digitali è allentata. In sede di commissione Bilancio, si è deciso di mantenere la soglia di 750 milioni di euro di ricavi, al di sopra della quale le imprese, sia nazionali che estere, sono soggette all'aliquota del 3%, evitando così di gravare anche sulle piccole imprese.
Per le cripto-attività, viene confermato che l'aliquota dell'imposta sostitutiva sulle plusvalenze rimane al 26%, ma il previsto aumento al 33% è rinviato al 2026, anziché raggiungere il 42% come proposto nel disegno di legge di Bilancio inizialmente presentato alla Camera.
Viene eliminata anche la soglia di esenzione di 2.000 euro.
In aggiunta, fino al 30 novembre 2025, i contribuenti avranno la possibilità di rivalutare il valore d'acquisto delle cripto-attività beneficiando di un'imposta sostitutiva del 18%.
Ricerca e sviluppo
Non ci sarà una proroga per la regolarizzazione, ma è previsto un contributo di 190 milioni di euro.
Le scadenze per il trasferimento dei crediti degli anni 2015 al 2019 non verranno estese, nonostante le richieste continue da parte di aziende e professionisti. Tuttavia, come compensazione parziale, si prevede un contributo in conto capitale.
All'interno del ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), sarà creato un fondo specifico con un budget totale di 190 milioni di euro: 60 milioni per il 2025, 50 milioni per il 2026 e 80 milioni per il 2027.
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