Manovra 2025 al voto di fiducia: IRES premiale e nuove regole fiscali per le auto aziendali

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Manovra 2025 al voto di fiducia: IRES premiale e nuove regole fiscali per le auto aziendali

Il 19 dicembre 2024, la Manovra finanziaria per il 2025 è giunta alla Camera dei Deputati, dove il Governo, rappresentato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha posto la questione di fiducia sul testo della legge di Bilancio. Le votazioni sono state fissate per venerdì 20 dicembre 2024, alle ore 11:00, nonostante non siano trascorse le 24 ore previste dal regolamento parlamentare dall’apposizione della fiducia. Il programma prevede che le dichiarazioni di voto inizino nella mattinata, seguite dalle votazioni su articoli, emendamenti e ordini del giorno, inclusa la nota di variazione di bilancio, concludendosi con la votazione finale attesa alle 22:30, o al più tardi nella mattinata di sabato. Questo rappresenta uno degli ultimi passaggi dell’iter parlamentare prima dell’approvazione definitiva da parte del Senato e della pubblicazione del testo nella Gazzetta Ufficiale entro la fine dell’anno.

Iter legislativo Ddl di bilancio: introduzione Ires premiale

Una delle principali novità, introdotta attraverso un emendamento della maggioranza approvato in Commissione alla Camera e, ora, parte integrante della Legge di Bilancio 2025, è il cosiddetto regime di IRES premiale. Un meccanismo che prevede una tassazione agevolata per le imprese che effettuano investimenti e assumono nuovo personale.

Prima della richiesta del voto di fiducia, è stata introdotta una correzione tramite una errata corrige annunciata nell’Aula della Camera, la quale ha definito con maggiore precisione una delle condizioni fondamentali per accedere alla riduzione dell'aliquota IRES dal 24% al 20%. Tale modifica rappresenta un ulteriore affinamento delle regole per favorire il reinvestimento degli utili da parte delle imprese.

Vediamo cosa è questo regime e come funziona.

Il regime di IRES premiale: una misura incentivante per il 2025

Il regime di IRES premiale, introdotto nel Ddl bilancio 2025, mira a ridurre l’aliquota IRES dal 24% al 20% per le imprese che rispettano specifici requisiti. La misura è riservata alle imprese che dimostrano un forte impegno nel reinvestimento degli utili e nell’incremento dell’occupazione.

Nel dettaglio, per beneficiare della tassazione agevolata, le imprese devono:

  1. Accantonare almeno l’80% degli utili d’esercizio 2024 a riserva vincolata:
    • di questo accantonamento, almeno il 30% (con un minimo di 20.000 euro) deve essere destinato all’acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0 e 5.0;
    • inoltre, è necessario destinare agli stessi investimenti una quota non inferiore al 24% degli utili d’esercizio 2023, come specificato da un emendamento approvato nelle ultime ore della discussione in Commissione Bilancio.
  2. Incrementare la base occupazionale:
    • le imprese devono garantire un incremento dell’organico a tempo indeterminato pari ad almeno l’1% rispetto alla media degli occupati nel triennio 2022-2024, con un minimo di un dipendente;
    • devono inoltre mantenere la media occupazionale del 2025 non inferiore a quella del triennio precedente.
  3. Rinunciare al ricorso alla cassa integrazione guadagni (CIG) nel 2024 e 2025, salvo eccezioni per eventi transitori non imputabili all’impresa.

Questa misura è stata accolta positivamente da Confindustria, che ha sostenuto l’importanza di incentivare gli investimenti produttivi e tecnologici. In sintesi, infatti, il regime di IRES premiale rappresenta un incentivo significativo per stimolare gli investimenti e l’occupazione, promuovendo lo sviluppo tecnologico e produttivo delle imprese italiane.

Clausola di salvaguardia

La clausola di salvaguardia, introdotta nel testo finale del Ddl di bilancio 2025 tramite una errata corrige (atto Camera 2112-bis-A), è stata concepita per evitare che società con utili simbolici nel bilancio 2024 possano accedere al regime di IRES premiale senza effettuare investimenti significativi. Questa clausola stabilisce che, per beneficiare dell’aliquota agevolata del 20%, le imprese devono destinare agli investimenti in beni strumentali materiali o immateriali 4.0 e 5.0 almeno il 24% degli utili d’esercizio 2023, in aggiunta ai requisiti già previsti per l’accantonamento dell’80% degli utili 2024.

In questo modo, si garantisce che l’agevolazione fiscale sia effettivamente subordinata a un impegno finanziario adeguato e coerente con gli obiettivi del regime premiale, evitando che il beneficio venga sfruttato in modo improprio o con investimenti irrisori.

Copertura finanziaria

Per garantire le coperture della misura incentivante, nota anche come “mini-IRES” e caratterizzata da una riduzione dell’aliquota IRES di 4 punti percentuali fino al 20%, il Governo ha previsto un contributo aggiuntivo di 509 milioni di euro da parte degli istituti di credito. Questo contributo deriva dalla diminuzione della possibilità per le banche di compensare il maggior imponibile, derivante dal rinvio delle deduzioni dei Deferred Tax Asset (DTA), passando dal 65% al 54%. Tale modifica, insieme alla limitazione nell’utilizzo delle perdite pregresse e delle eccedenze ACE, permetterà allo Stato di raccogliere risorse aggiuntive stimate in 3,5 miliardi di euro nel triennio 2025-2027.

Vincoli temporali e cause di decadenza dal regime di IRES premiale

Il regime di IRES premiale prevede il rispetto di un preciso vincolo temporale e di specifiche cause di decadenza che comportano il recupero dell’agevolazione fiscale concessa.

Riguardo il vincolo temporale, gli investimenti devono essere effettuati tra l’entrata in vigore della legge di bilancio e il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi 2026.

Per quanto riguarda la decadenza, si verifica nei seguenti casi:

  1. se la quota degli utili accantonata a riserva viene distribuita entro il secondo esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024, ovvero entro il 31 dicembre 2026;
  2. se i beni strumentali acquistati con gli utili accantonati sono:
    • dismessi;
    • ceduti a terzi;
    • destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa;
    • destinati stabilmente a strutture produttive localizzate all’estero, anche se appartenenti allo stesso soggetto.

Questa condizione si applica entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale l’investimento è stato realizzato (ad esempio, per investimenti effettuati nel 2025, entro il 2030).

Tali norme mirano a garantire che le agevolazioni fiscali siano utilizzate esclusivamente per favorire investimenti produttivi e il consolidamento occupazionale, evitando usi impropri o finalità estranee agli obiettivi del regime premiale.

Conclusione

L’IRES premiale si pone come una misura aggiuntiva, e non alternativa, alla maxi deduzione fino al 130% per le nuove assunzioni, consentendo alle imprese di beneficiare contemporaneamente di entrambe le agevolazioni. Questa sinergia, operativa dal 1° gennaio 2025, mira a rafforzare il principio del “più assumi, meno paghi”, promuovendo l’incremento occupazionale e gli investimenti produttivi. Inoltre, il regime di IRES premiale si propone di sopperire alla cancellazione dell’ACE, l’aiuto alla crescita economica, che non è stato reintegrato nella manovra 2025. In questo modo, il Governo punta a stimolare la patrimonializzazione e la competitività delle imprese, anche attraverso meccanismi innovativi e incentivi mirati a sostenere la crescita e l’occupazione nel triennio 2025-2027.

Auto aziendali 2025: nuove regole fiscali e incentivi per la mobilità sostenibile

Tra gli altri interventi principali entrati nel testo del Ddl bilancio 2025, spicca anche il nuovo regime fiscale per le auto aziendali, pensato per favorire l’adozione di veicoli elettrici e plug-in a scapito di quelli tradizionali e ibridi.

Dal 2025, infatti, cambiano le regole fiscali per le auto aziendali in uso promiscuo ai dipendenti, introducendo un nuovo regime di tassazione che premia i veicoli a basse emissioni e penalizza quelli con motore tradizionale o ibrido. La Legge di Bilancio, infatti, stabilisce che la tassazione non sarà più legata alle sole emissioni di CO2, ma si baserà principalmente sul tipo di alimentazione del veicolo. Questo cambiamento mira a incentivare l'adozione di auto elettriche e ibride plug-in, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale delle flotte aziendali.

Nuove regole fiscali per le auto aziendali

Dal 1° gennaio 2025, la tassazione fringe benefit per le auto aziendali concesse in uso promiscuo sarà determinata come segue:

  • Auto elettriche: tassazione pari al 10% del costo chilometrico.
  • Auto ibride plug-in: tassazione pari al 20% del costo chilometrico.
  • Auto a benzina, diesel e altre alimentazioni tradizionali: tassazione al 50% del costo chilometrico.
Queste percentuali si applicheranno ai veicoli di nuova immatricolazione concessi con contratti stipulati a partire dal 2025, calcolati sulla base delle tabelle ACI con una percorrenza convenzionale di 15.000 km annui. Il nuovo sistema renderà più onerosa la scelta di veicoli a combustione interna, favorendo invece l’adozione di soluzioni di mobilità sostenibili.

Clausole di salvaguardia e contratti stipulati nel 2024

Un emendamento alla Legge di Bilancio, presentato il 13 dicembre, prevedeva una clausola di salvaguardia per chi avesse ordinato un’auto aziendale nel 2024. L’obiettivo era consentire l’applicazione del regime fiscale vigente anche per i veicoli immatricolati o consegnati nel 2025. Tuttavia, nell’approvazione finale della legge, queste clausole non sono state accolte. Di conseguenza, anche i veicoli ordinati o immatricolati entro il 2024 saranno soggetti al nuovo regime fiscale se concessi in uso promiscuo con contratti stipulati a partire dal 1° gennaio 2025.

NOTA BENE: Dal 1° gennaio 2025, dunque, il nuovo regime fiscale per le auto aziendali si applicherà ai veicoli di nuova immatricolazione concessi in uso promiscuo con contratti stipulati a partire da tale data, indipendentemente dalla data di ordine.

Implicazioni per aziende e dipendenti

Questa novità fiscale costringerà le aziende a ripensare le proprie flotte aziendali, privilegiando veicoli elettrici o plug-in per contenere i costi e sfruttare i vantaggi fiscali. Sebbene non sia più possibile usufruire delle precedenti agevolazioni per contratti firmati entro il 2024, è comunque fondamentale per le aziende pianificare con attenzione le assegnazioni delle auto aziendali e valutare soluzioni come il noleggio a lungo termine per ottimizzare costi e sostenibilità.

Le nuove norme riflettono l’impegno del governo verso una mobilità più green, allineandosi agli obiettivi di sostenibilità del PNRR e alla riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi. Le aziende sono invitate a considerare l’adozione di veicoli meno inquinanti, non solo per ragioni fiscali, ma anche per contribuire a un futuro più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

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