Appalti: obblighi in caso di stipula di nuovo Ccnl

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Appalti: obblighi in caso di stipula di nuovo Ccnl

La stipula di un nuovo contratto collettivo di settore determina comunque, in capo alla stazione appaltante, l’obbligo di verificare se l’offerta economica dell’impresa aggiudicataria sia in grado di sostenere anche eventuali nuovi costi.

La prima sezione del Tar Campania, con la sentenza n. 3735 del 13 giugno 2024, ha affermato dunque un principio che ad oggi risulta controverso: quello secondo cui la stipula di un nuovo contratto collettivo nazionale (Ccnl) di settore obbliga al riequilibrio del contratto d’appalto, sia in corso di esecuzione sia prima della stipula.

Si è in presenza, infatti, di sopravvenienze normative espressamente indicate come condizioni legittimanti dall’art.106 del decreto legislativo n. 50/2016 e dagli articoli 9 e 120 del decreto legislativo n. 36/2023.

Vediamo ora nel dettaglio i termini della questione decisa dal Tar.

Il caso concreto

Nel caso concreto, una stazione appaltante aveva indetto la gara d’appalto per l’affidamento quadriennale dei servizi di vigilanza armata presso le sedi delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione, da aggiudicare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

La ricorrente, classificatasi al terzo posto della graduatoria per uno dei lotti posti in gara, impugnava i risultati ottenendo inizialmente una pronuncia favorevole del giudice, che portava al ritiro del provvedimento di aggiudicazione da parte della stazione appaltante.

Tuttavia, in un momento successivo, la sentenza veniva annullata dal Consiglio di Stato e dunque la stazione appaltante era intervenuta per ripristinare il provvedimento di aggiudicazione a suo tempo oggetto di annullamento.

In questa vicenda, l’impresa non aggiudicataria impugnava nuovamente i risultati della gara, sostenendo che, poiché nelle more della vicenda era stato sottoscritto un nuovo Ccnl del settore, fosse necessario sottoporre l’offerta dell’aggiudicataria ad una rinnovata verifica di anomalia per appurarne la sostenibilità economica, con particolare riferimento alle modifiche dei minimi salariali inderogabili che avevano portato un incremento del costo orario della manodopera.

Il riequilibrio contrattuale nel nuovo codice appalti

Nell’affermare l’obbligo di verifica di eventuali costi sopravvenuti sia prima che dopo la stipula del contratto di appalto, il Tar Campania osserva che il riequilibrio contrattuale costituisce oggi principio espressamente sancito e valorizzato nel nuovo codice dei contratti pubblici (art. 9 del decreto legislativo n. 36/2023).

Entrando nel dettaglio, il comma 5 specifica che in applicazione del principio di conservazione dell’equilibrio contrattuale si applicano le disposizioni di cui agli articoli 60 (in ambito di revisione dei prezzi) e 120 (sulla modifica dei contratti in corso di esecuzione).

Vecchio codice

Per il pregresso codice, la disciplina applicabile dell’art. 106 consentiva la modifica dei contratti d’appalto senza una nuova procedura di gara se la necessità era determinata da circostanze impreviste o imprevedibili per l’amministrazione aggiudicatrice, tra le quali la sopravvenienza di nuove disposizioni legislative o regolamentari o provvedimenti di autorità od Enti preposti alla tutela di interessi rilevanti.

Nuovo codice

Nel nuovo codice, il tema del riequilibrio contrattuale costituisce principio espressamente affermato dall’art. 9 del decreto legislativo n. 36/2023.

Fatta tale premessa, l’aspetto pratico di rilievo per il Responsabile Unico del Progetto (RUP), è se la situazione specifica riguardi le sopravvenienze che intervengano nel corso del procedimento amministrativo e prima dell’aggiudicazione, mirando la loro considerazione a preservare la garanzia di affidabilità dell’offerta nel corso della sua esecuzione.

E’ necessario in sostanza distinguere tra la situazione verificatasi prima dell’aggiudicazione e gli avvenimenti, nel caso in esame la stipula di un nuovo Ccnl, intervenuti successivamente all’aggiudicazione.

Avvenimenti pre aggiudicazione

Nel primo caso, il Rup deve tener conto dei fatti che si verificano nel corso del procedimento di verifica della sua congruità, ed il sub procedimento deve essere condotto con riferimento a dati ed elementi destinati a caratterizzare l’esecuzione del rapporto.

Appare perciò evidente, sostiene il Tar Campania nel caso di specie, che avrebbero dovuto essere considerati i costi del lavoro derivanti dalla nuova tornata di contrattazione collettiva.

Avvenimenti post aggiudicazione

Diverso è invece il discorso per gli accadimenti sopravvenuti post aggiudicazione.

Le intervenute modifiche dei contratti collettivi, in ogni caso, avrebbero dovuto, comunque, essere oggetto di considerazione da parte della stazione appaltante: all’adeguamento si sarebbe dovuto far fronte anche qualora il procedimento amministrativo non avesse subito la stasi prodotta dal contenzioso instaurato e si fosse posto l’obbligo di applicare i nuovi livelli salariali.

In quest’ambito, spiega la sentenza, devono infatti essere ricondotti anche i contratti collettivi nazionali di lavoro in ragione della loro inderogabilità e per la natura che rivestono.

Per il Collegio, in conclusione, la stipula di un nuovo Ccnl di settore, per un verso, comporta la sua applicazione al personale impiegato nell’esecuzione dell’appalto e, per altro verso, impone alla stazione appaltante di tenere conto dei nuovi livelli retributivi previsti.

FAQ

1. Quali sono gli obblighi della stazione appaltante in caso di stipula di un nuovo CCNL?

La stazione appaltante deve verificare se l'offerta economica dell'impresa aggiudicataria può sostenere eventuali nuovi costi derivanti dal nuovo CCNL, sia durante l'esecuzione del contratto sia prima della stipula.

2. Qual è il principio stabilito dal Tar Campania riguardo alla stipula di un nuovo CCNL?

Il Tar Campania ha stabilito che la stipula di un nuovo CCNL di settore obbliga al riequilibrio del contratto d'appalto, sia in corso di esecuzione sia prima della stipula, come indicato dall'art. 106 del decreto legislativo n. 50/2016 e dagli articoli 9 e 120 del decreto legislativo n. 36/2023.

3. Cosa implica il riequilibrio contrattuale nel nuovo codice appalti?

Il riequilibrio contrattuale è un principio espressamente sancito dal nuovo codice dei contratti pubblici (art. 9 del decreto legislativo n. 36/2023) e implica che le stazioni appaltanti devono considerare eventuali nuovi costi derivanti da sopravvenienze normative sia prima che dopo l'aggiudicazione del contratto.

4. Come si distingue tra avvenimenti pre e post aggiudicazione?

  • Pre aggiudicazione: Il Responsabile Unico del Progetto (RUP) deve considerare i fatti che si verificano durante il procedimento di verifica della congruità dell'offerta.
  • Post aggiudicazione: Le modifiche dei contratti collettivi avvenute dopo l'aggiudicazione devono comunque essere considerate dalla stazione appaltante, e l'adeguamento ai nuovi livelli salariali deve essere garantito.

5. Quali sono le implicazioni pratiche per il RUP?

Il RUP deve distinguere tra le sopravvenienze intervenute prima dell’aggiudicazione, che mirano a preservare l’affidabilità dell’offerta durante l’esecuzione del contratto, e quelle intervenute dopo l’aggiudicazione, che richiedono un adeguamento ai nuovi livelli salariali previsti dai contratti collettivi nazionali.

6. Come incide la stipula di un nuovo CCNL sui livelli salariali e sui costi del lavoro?

La stipula di un nuovo CCNL comporta l'applicazione dei nuovi livelli salariali al personale impiegato nell’esecuzione dell’appalto. La stazione appaltante deve quindi tenere conto dei nuovi costi del lavoro derivanti dalle modifiche dei minimi salariali inderogabili.

7. Cosa succede se un’impresa non aggiudicataria impugna i risultati di una gara d'appalto a causa della stipula di un nuovo CCNL?

L’impresa può richiedere una verifica di anomalia dell’offerta dell’aggiudicataria per appurarne la sostenibilità economica in riferimento alle modifiche dei minimi salariali. Se la verifica conferma l’anomalia, l’offerta può essere riconsiderata.

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