22/02/2010
Il ricorrente, avendo ricoperto un incarico diverso da quello della collega sostituita, riteneva di aver diritto ad essere assunto a tempo indeterminato. La Cassazione – sentenza 3598 dello scorso 16 febbraio 2010 – ha respinto la rivendicazione, sostenendo che il datore di lavoro può ben impiegare il sostituto a termine - pur nei limiti fissati da legge a tale discrezionalità (deve infatti sempre esistere un nesso di tipo causale tra l’attività dell’assunto in sostituzione e quella del...
22/02/2010
La pronuncia della Cassazione, sezione Lavoro, numero 2734, emessa in data 8 febbraio 2010, legittima il datore alla mobilità del personale (anche di un solo dipendente) dopo una procedura di cassa integrazione straordinaria (Cigs), non dovendo egli rispettare il requisito numerico imposto dall’articolo 24 della Legge n. 223 del 1991, corrispondente a 5 licenziamenti in 120 giorni in ciascuna unità produttiva.
22/02/2010
Nel testo della sentenza n. 3604 del 16 febbraio 2010, la Cassazione ribadisce che, nelle controversie in materia di lavoro, non si può opporre una contestazione generica ad un addebito riferito a fatti circostanziati; a questi ultimi, infatti, occorre rispondere in maniera specifica attraverso l'allegazione di precisi elementi che possano escludere quelli posti a fondamento dell'addebito stesso.
15/02/2010
Nell'atto introduttivo del giudizio di lavoro devono essere indicate, da parte del lavoratore che intenda ottenere la dichiarazione di inefficacia del licenziamento, le specifiche omissioni o irregolarità addebitate al datore su cui si fonda il petitum, e ciò a pena di nullità dell'atto stesso. E' quanto ricordato dalla Cassazione nel testo della sentenza n. 2735 dell'8 febbraio 2010.
15/02/2010
La decadenza, derivante dalla mancata impugnazione del licenziamento nei termini fissati dalla legge, 60 giorni, produce la conseguenza che il lavoratore, non solo non può essere reintegrato in azienda, ma non può nemmeno richiedere il risarcimento del danno in quanto non può far accertare in giudizio la illegittimità del licenziamento.
Tale orientamento è stato confermato nella sentenza n. 2676 del 5 febbraio 2010 della Corte di cassazione, sezione lavoro, ricordando come in sede di regime...
15/02/2010
Nel testo dell'ordinanza n. 2772 dell'8 febbraio 2010, la Cassazione spiega come incorra nel vizio di ultrapetizione il giudice che, d'ufficio, dichiari la cessazione del rapporto di lavoro per mutuo consenso qualora, per contro, il lavoratore abbia chiesto solo la declaratoria di illegittimità del licenziamento mentre il datore si sia opposto eccependo le dimissioni del dipendente.
10/02/2010
Il ministero del Lavoro, con nota protocollo n. 2519/2010, interviene in merito all'applicazione del contributo unificato nelle controversie di lavoro e previdenza. Chiarisce che:
- per l’assistenza legale ai lavoratori immigrati patrocinata da un patronato deve essere posto a carico degli assistiti il pagamento del contributo unificato per il ricorso presso il Tar, in caso contrario, infatti, le spese della controversia giudiziale sarebbero più alte degli onorari dei legali convenzionati;
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08/02/2010
Nel testo dell'ordinanza n. 2411 dello scorso 2 febbraio, la Cassazione ha precisato che, in caso di fallimento del datore di lavoro, il lavoratore che voglia vedersi riconoscere il proprio credito di lavoro col relativo grado di prelazione, deve proporre domanda, come insinuazione nello stato passivo del debitore, innanzi al giudice del fallimento.
08/02/2010
La Sezione lavoro della Cassazione, con sentenza n. 1861 del 28 gennaio 2010, nel giudicare conforme alla legge il ricorso presentato oltre il 60° giorno da una dipendente licenziata per aver superato il periodo di comporto per malattia, chiarisce che a questa ipotesi di recesso non si applica la disciplina ex articolo 6 della legge 604/66, valida solo per i casi considerati nella norma. Infatti, il termine per l’impugnazione del licenziamento in caso di superamento del periodo di comporto è...
08/02/2010
Con sentenza n. 2280 del 2010 emessa dalla Sezione lavoro della Cassazione chiarisce che il diritto alla conservazione del posto di lavoro è riservato al lavoratore assente, ossia non in servizio per una causa legittima di sospensione del rapporto di lavoro, e non al lavoratore inviato altrove in missione. Sulla base di questo principio la Suprema corte ha stabilito che il lavoratore che sostituisce il funzionario in missione ha diritto alla promozione automatica, in quanto ricopre la mansione...