Modello Redditi SP 2025: istruzioni compilazione per società agricole con soci IAP e non IAP
Pubblicato il 26 giugno 2025
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In vista della compilazione del modello Redditi 2025, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una FAQ che chiarisce un caso specifico ma frequente nel settore agricolo.
Con la risposta resa il 24 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate interviene con un importante chiarimento operativo sulla corretta compilazione del modello Redditi SP 2025, specificamente nei casi in cui la società semplice agricola presenti una composizione mista, ossia quando solo uno dei soci ha la qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP).
In particolare, si chiede:
- come compilare il modello Redditi SP 2025, con riferimento:
- al quadro RA, per l’indicazione dei redditi fondiari e l’applicazione delle soglie di esenzione previste per i soci IAP/CD;
- al quadro RO, per l’attribuzione dei redditi:
- al socio qualificato (IAP), tenendo conto delle esenzioni IRPEF;
- al socio non iscritto alla previdenza agricola, considerando il reddito al lordo delle esenzioni e comprensivo della rivalutazione del 30%.
- come debba essere compilato il modello Redditi PF 2025 dal socio IAP, in particolare per indicare correttamente i redditi fondiari imponibili e non imponibili ricevuti per trasparenza dalla società.
In sostanza, il quesito mira a chiarire come gestire fiscalmente e dichiarativamente una situazione “mista” all’interno della società semplice, con particolare attenzione alla ripartizione e al trattamento differenziato dei redditi fondiari tra soci IAP e non IAP.
Qualifica IAP e società semplice: i presupposti
La nuova FAQ dell’Agenzia delle Entrate fornisce un importante chiarimento riguardo alla possibilità, per una società semplice agricola, di beneficiare delle agevolazioni fiscali riservate agli imprenditori agricoli professionali (IAP), anche nel caso in cui non tutti i soci siano in possesso di tale qualifica.
Innanzitutto, l’Agenzia specifica che la qualifica di IAP non può essere riconosciuta alla società semplice in quanto tale, poiché si tratta di uno status giuridico e previdenziale che può appartenere solo alle persone fisiche. In altre parole, è il singolo socio – e non la società – che può risultare iscritto come imprenditore agricolo professionale negli appositi elenchi.
Tuttavia, ciò non esclude che una società semplice possa comunque essere considerata un “soggetto IAP” ai fini dell’accesso ad alcune agevolazioni fiscali. Questo è possibile a condizione che sussistano due requisiti fondamentali:
- lo statuto societario deve prevedere in maniera esplicita che l’oggetto sociale consista esclusivamente nello svolgimento di attività agricole, così come definite dal codice civile e dalle normative di settore;
- almeno uno dei soci deve essere in possesso della qualifica di IAP, regolarmente iscritto alla previdenza agricola.
In presenza di questi due presupposti, anche una società con una compagine “mista” – ossia composta da soci IAP e non IAP – può essere considerata idonea a fruire delle esenzioni IRPEF e delle semplificazioni fiscali previste per il settore agricolo. Naturalmente, il beneficio non sarà riconosciuto in modo automatico a tutti i soci, ma andrà ripartito in base allo status individuale di ciascun componente, secondo le modalità dettagliate nei successivi quadri del modello Redditi SP.
Compilazione del quadro RA del modello Redditi SP 2025
Nel caso in cui una società semplice agricola presenti almeno un socio in possesso della qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) e rispetti le condizioni previste dallo statuto, è necessario barrare la colonna 10 “IAP” in tutti i righi da RA1 a RA26 del modello Redditi SP 2025. Tale barratura è fondamentale, poiché consente l’applicazione delle agevolazioni fiscali previste per i soggetti IAP, incidendo direttamente sulla determinazione del reddito fondiario imponibile.
In particolare, la barratura della colonna comporta due effetti principali:
- l’esclusione della rivalutazione del 30% dei redditi dominicali e agrari, come previsto dall’art. 1, comma 512, della legge 228/2012;
- l’applicazione della detassazione IRPEF secondo gli scaglioni stabiliti dall’art. 1, comma 44, della legge 232/2016, che prevedono:
- totale esenzione IRPEF per la quota di reddito fino a 10.000 euro;
- esenzione al 50% per la quota tra 10.000 e 15.000 euro;
- imponibilità piena per la parte eccedente i 15.000 euro.
ESEMPIO
Supponiamo che la società abbia:
- Redditi dominicali: €12.000
- Redditi agrari: €8.000
- Totale redditi fondiari: €20.000
Applicando le soglie:
- I primi €10.000 sono esenti;
- I successivi €5.000 (da 10.000 a 15.000) sono esenti al 50%, ovvero per €2.500;
- La parte eccedente €15.000 (cioè €5.000) è interamente imponibile.
Totale:
- Reddito non imponibile: €10.000 + €2.500 = €12.500
- Reddito imponibile: €7.500
Questi importi vanno poi ripartiti tra reddito dominicale e agrario in proporzione al loro peso sul totale:
- Reddito dominicale (60% del totale):
- Esente: €7.500
- Imponibile: €4.500
- Reddito agrario (40% del totale):
- Esente: €5.000
- Imponibile: €3.000
Tale ripartizione va correttamente riportata nel quadro RA, affinché sia assicurato il giusto trattamento fiscale in fase di dichiarazione e trasparenza nei confronti dei soci.
Quadro RO: calcolo del maggior reddito per i soci non IAP
Nel caso in cui una società semplice agricola presenti una compagine “mista”, ovvero con la presenza di soci non in possesso della qualifica di IAP, è necessario gestire con attenzione la ripartizione dei redditi fondiari. In particolare, i soci non IAP non possono beneficiare:
- né dell’esenzione IRPEF prevista per i redditi dominicali e agrari (art. 1, comma 44, L. 232/2016);
- né della dispensa dall’applicazione della rivalutazione del 30% (art. 1, comma 512, L. 228/2012).
Per questo motivo, la società deve procedere a determinare il cosiddetto “maggior reddito” da attribuire a tali soci, che tenga conto sia della mancata esenzione, sia della rivalutazione integrale dei redditi fondiari. Questo importo va poi indicato puntualmente nel quadro RO, sezione II, campi 15 e 16, rispettivamente per il reddito dominicale e agrario.
ESEMPIO
Si ipotizzi un reddito dominicale imponibile complessivo di €7.500. Se il socio non IAP ha diritto al 50% della quota, gli saranno attribuiti €3.750.
A questi va aggiunta la rivalutazione del 30%, che nel caso di un reddito dominicale lordo di €12.000 ammonta a €3.600. Anche questa rivalutazione va ripartita: il 50% (quota del socio non IAP) è pari a €1.800.
Totale maggior reddito dominicale da imputare al socio non IAP:
€3.750 (quota imponibile) + €1.800 (rivalutazione) = €5.550
Lo stesso criterio va applicato anche al reddito agrario, calcolando l’importo imponibile e la relativa rivalutazione del 30% da attribuire al socio privo della qualifica IAP.
Quadro RH: dichiarazione del socio IAP
Il socio che possiede la qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP), quando riceve i redditi fondiari dalla società semplice agricola, deve dichiararli correttamente nel proprio modello Redditi PF 2025, compilando il quadro RH.
In particolare, deve:
- indicare nella colonna 4 il reddito fondiario imponibile, ovvero la parte di reddito che sarà effettivamente tassata;
- indicare nella colonna 13 il reddito fondiario non imponibile, cioè la parte esente da imposta in base alle agevolazioni previste per gli IAP.
Un aspetto molto importante riguarda la possibilità, per il socio IAP, di “assorbire” anche la quota di esenzione che spetterebbe al socio non IAP, ma che quest’ultimo non può utilizzare perché non iscritto alla previdenza agricola. In pratica, il socio IAP può beneficiare di una maggiore esenzione, purché resti nei limiti dei suoi redditi fondiari imponibili. Questo consente di aumentare la parte di reddito non tassata, sfruttando al meglio le agevolazioni previste dalla legge.
In sintesi, una corretta compilazione del quadro RH permette al socio IAP di ottenere il massimo beneficio fiscale, rispettando i vincoli normativi e valorizzando la propria posizione previdenziale.
Entrate: considerazioni operative
Con la FAQ del 24 giugno 2025, pertanto, l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti fondamentali per la corretta gestione fiscale dei redditi fondiari nelle società semplici agricole con soci IAP e non IAP.
In particolare, la FAQ:
- conferma che le agevolazioni IRPEF spettano anche alle società “miste”;
- definisce una metodologia precisa per calcolare e attribuire i redditi tra i soci;
- invita a porre particolare attenzione nella compilazione dei quadri RA, RO e RH, per evitare errori e applicare correttamente esenzioni e rivalutazioni.
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