Legge di bilancio 2025: novità su Pos, mutui prima casa e fringe benefits per neo assunti
Pubblicato il 25 ottobre 2024
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Con la bollinatura della Ragioneria di Stato e la firma del Presidente Mattarella, il disegno di Legge di Bilancio per il 2025 è passato al vaglio del Parlamento, che procederà con l'analisi e le eventuali modifiche in vista della sua approvazione finale entro la fine dell’anno.
Tra le misure rilevanti proposte, spiccano interventi mirati a:
- contrastare l’evasione fiscale,
- sostenere il potere d'acquisto delle famiglie,
- incentivare la crescita economica, lo sviluppo infrastrutturale e gli investimenti,
- promuovere la cultura.
Queste iniziative intendono rispondere a priorità economiche e sociali fondamentali per l'anno 2025.
Importanti le misure del Titolo II “Riduzione della pressione fiscale e misure in materia fiscale”, Capo III destinate alla lotta all’evasione fiscale. Tra queste si segnalano:
- le disposizioni per il contrasto all’evasione in materia di pagamenti elettronici e di interoperabilità delle banche dati (articolo 9);
- le misure in materia di tracciabilità delle spese (articolo 10).
Pos e scontrini elettronici sempre connessi, dal 2026 vincolo di collegamento tecnico
Dal 2026 entreranno in vigore significative novità per quanto riguarda l’uso dei POS e dei registratori telematici, volte a rafforzare la tracciabilità dei pagamenti e contrastare l’evasione fiscale. L’Articolo 9 del Disegno di Legge di Bilancio 2025 introduce, infatti, l’obbligo per esercenti e professionisti di garantire un collegamento tecnico tra i dispositivi per i pagamenti elettronici (POS) e i registratori telematici, un requisito che modificherà l’attuale gestione delle transazioni elettroniche e la loro registrazione fiscale.
Si prevede infatti l’introduzione di un vincolo di collegamento tecnico, secondo il quale: “lo strumento hardware o software mediante il quale sono accettati i pagamenti elettronici è sempre collegato allo strumento mediante il quale sono registrati e memorizzati, in modo puntuale, e trasmessi, in modo aggregato, i dati dei corrispettivi nonché i dati dei pagamenti elettronici giornalieri”.
Ciò permetterà al registratore di memorizzare automaticamente i dati relativi ad ogni transazione elettronica, escludendo però i dati sensibili del cliente, e di trasmettere quotidianamente all’Agenzia delle Entrate l’importo complessivo dei pagamenti elettronici ricevuti.
La finalità di tale collegamento tecnico è quella di garantire una maggiore trasparenza nelle operazioni fiscali, evidenziando eventuali discrepanze tra gli incassi dichiarati e gli scontrini emessi, un problema che ad oggi rappresenta una delle cause maggiori di evasione fiscale.
Per chi non rispetta l’obbligo di collegamento o non memorizza correttamente i dati delle transazioni, sono previste sanzioni importanti. In particolare, le violazioni possono comportare sia una multa pecuniaria che una sanzione accessoria, come la sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività. Le sanzioni riguarderanno:
- il mancato collegamento tra POS e registratore telematico, equiparato alla mancata installazione del misuratore fiscale, con relative sanzioni secondo quanto previsto dagli articoli 11 e 12 del decreto legislativo n. 471 del 1997;
- la mancata trasmissione o memorizzazione dei dati delle transazioni elettroniche, sanzionata con modalità simili a quelle per la mancata trasmissione dei corrispettivi.
Tracciabilità e controlli sui rimborsi spese
L'articolo 10 del Disegno di Legge di Bilancio 2025 introduce, a partire dall’esercizio 2025, l'obbligo di pagamento tracciato per ottenere la deduzione delle spese di trasferta e di rappresentanza. Questo obbligo si applica a spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto con servizi pubblici non di linea, come taxi e NCC, e incide sia sull'IRES che sull'IRAP. La tracciabilità dei pagamenti è necessaria anche per escludere dalla tassazione i rimborsi spese per vitto, alloggio e trasporto per i dipendenti, in modo da ridurre abusi e migliorare la trasparenza fiscale.
La misura prevede, inoltre, che la Pubblica Amministrazione, per pagamenti ai dipendenti superiori a 2.500 euro, verifichi l’eventuale presenza di cartelle esattoriali non saldate a carico del beneficiario. Con questa stretta, il Governo punta a contrastare l’evasione legata ai rimborsi per trasferte, fenomeno diffuso soprattutto nelle piccole imprese e tra professionisti, dove talvolta le spese rimborsate vengono gonfiate attraverso semplici ricevute pagate in contanti.
Mutui prima casa, proroga al 2027 delle agevolazioni
Il Titolo III del Ddl bilancio 2025 è dedicato a “Misure per sostenere il potere di acquisto delle famiglie”; tra queste un esame merita l’articolo 17 dedicato ai “Mutui per la prima casa”.
Nel Disegno di Legge di Bilancio 2025 è prevista la proroga fino al 31 dicembre 2027 delle agevolazioni sui mutui per la prima casa, confermando le condizioni favorevoli e la garanzia statale fino all’80%, estesa al 90% per alcune categorie specifiche. La misura, richiesta da diverse parti sociali e politiche, è volta a sostenere l’accesso alla proprietà immobiliare, soprattutto per le categorie considerate prioritarie.
Se il testo verrà confermato, la proroga al 2027 riguarderà anche i giovani under 36, che potranno accedere ai mutui agevolati se rispettano due requisiti:
- non aver compiuto 36 anni nell'anno del rogito;
- avere un ISEE fino a 40.000 euro, per immobili con valore massimo di 250.000 euro.
Oltre ai giovani, l’accesso alla garanzia Consap è confermato per altre categorie prioritarie, inclusi:
- coppie coniugate o conviventi da almeno due anni, di cui almeno un componente sotto i 35 anni;
- famiglie monogenitoriali con figli minori, in cui il richiedente è singolo, separato, divorziato o vedovo;
- conduttori di alloggi degli Istituti Autonomi per le Case Popolari (IACP).
La proroga, inoltre, conferma il potenziamento delle agevolazioni per le famiglie numerose: nuclei con tre figli (ISEE fino a 40.000 euro) avranno una copertura fino all’80%, mentre l’85% sarà riservato a famiglie con quattro figli (ISEE fino a 45.000 euro) e il 90% a quelle con cinque o più figli (ISEE fino a 50.000 euro).
Misure fiscali per il welfare aziendale: incentivi per i trasferimenti lavorativi
La Legge di bilancio 2025 (Titolo VIII “Misure in materia di crescita, infrastrutture e investimenti), annovera anche l’articolo 68, che introduce una nuova agevolazione fiscale per incentivare i lavoratori ad accettare offerte di lavoro che richiedono il trasferimento di residenza a una distanza superiore ai 100 chilometri dal luogo di residenza precedente. In particolare, prevede che, per i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato nel 2025, le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per spese di locazione e manutenzione degli immobili affittati dai dipendenti non concorrano alla formazione del reddito da lavoro dipendente fino a un massimo di 5.000 euro annui per i primi due anni di contratto. Tuttavia, tali somme continuano a essere rilevanti a fini contributivi e sono computate nell'ISEE e per l’accesso a prestazioni previdenziali e assistenziali.
L’esenzione è applicabile solo per lavoratori con un reddito non superiore a 35.000 euro nell’anno precedente all’assunzione. I lavoratori devono, inoltre, autocertificare la propria residenza nei sei mesi precedenti all’assunzione per attestare il rispetto del requisito di distanza di oltre 100 chilometri tra la vecchia residenza e la nuova sede di lavoro, e si utilizza, a tal fine, la distanza stradale minima percorribile anziché quella in linea d'aria.
Il plafond di esenzione pari a 5.000 euro annui è utilizzabile entro i primi due anni dalla data di assunzione e, per evitare disparità, è applicabile in modo continuativo dal momento dell’assunzione. In pratica, un’assunzione al 1° dicembre 2025 consente di usufruire dell’agevolazione fino al 30 novembre 2027, garantendo così una durata piena per ogni assunzione a prescindere dal momento dell’anno in cui avviene.
Infine, l’incentivo è cumulabile con la soglia di esenzione dei fringe benefit di 1.000 o 2.000 euro, portando il totale dell’esenzione fiscale sugli affitti fino a un massimo di 6-7.000 euro annui. La norma richiede che le aziende raccolgano documentazione adeguata per le spese rimborsate, incluse le copie del contratto di locazione e dei giustificativi delle spese di manutenzione, per garantire conformità e trasparenza nell’erogazione dei rimborsi.
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