Iva. Negato il beneficio fiscale in caso di partecipazione alla frode

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Con sentenza 9870 del 5 maggio 2011, la Sezione tributaria della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del Fisco, ha negato la deducibilità dell’Iva ad un’azienda coinvolta in una cosiddetta “frode carosello”.

Facendo un passo indietro rispetto alle ultime pronunce e tornando ad un atteggiamento più restrittivo, la Corte riconosce la possibilità di negare la deduzione Iva all’azienda a prescindere dalla consapevolezza di quest’ultima di essere stata coinvolta nella frode carosello. La presentazione della documentazione atta a dimostrare la partecipazione o la consapevolezza della frode da parte della ditta resistente non spetta alla Commissioni tributarie regionali, bensì al contribuente. Infatti, di fronte a delle operazioni commerciali documentate dalle fatture che lo stesso contribuente ha esposto in detrazione Iva, spetta a quest'ultimo di dimostrane la veridicità.

In caso di sospetto di partecipazione alla frode, il Fisco è legittimato a negare il beneficio fiscale, a prescindere dal ruolo del contribuente e dalle prove fornite dall'ufficio delle imposte.
Anche in
  • ItaliaOggi, p. 28 - Sulle frodi carosello arriva una frenata dalla Cassazione - Alberici

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