Iva di cassa, avvio lento

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I contribuenti cominciano a fare i conti con il nuovo meccanismo dell’Iva per cassa. La misura è stata accolta con favore soprattutto dagli artigiani, anche se fin da subito sono emerse alcune criticità che mettono in mostra come il meccanismo, in un certo senso, aiuti ma non risolva tutti i problemi. In primo luogo, viene fatto rilevare che un punto a sfavore dell’applicabilità dell’Iva con esigibilità differita è costituito dalla soglia dei 200mila euro di fatturato prevista per la fruizione del regime, che da molti viene considerata esigua tanto da lasciar fuori molte piccole e medie imprese. La condizione imposta si ritiene particolarmente penalizzante per le imprese che lavorano in subfornitura e che in un periodo di crisi avrebbero un importante beneficio dall’aiuto finanziario che la misura comporta. Un’altra distorsione è rappresentata, poi, dal fatto che il carattere facoltativo del regime fa sì che gli operatori dotati di rilevante potere contrattuale possano imporre ai propri cedenti di non avvalersene. Questa è un po’ la critica mossa anche dai commercianti, che hanno ravvisato come il fatto che non siano state richieste spiegazioni sull’applicabilità della norma lasci intendere che non c’è un grande interesse a volerla utilizzare.

Intanto arrivano i primi adempimenti connessi all’Iva per cassa. Nella liquidazione del 18 maggio i contribuenti dovranno tener conto, per la prima volta, degli effetti del nuovo regime.

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