Irpef. I CdL diffondono i dati della “legnata” di Monti. Da marzo 2012, i lavoratori e i pensionati pagheranno il loro tributo al “salvataggio” dell’Italia con le addizionali
Autore: Alessia Lupoi
Pubblicato il 05 aprile 2012
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Da circa 7 milioni di rapporti di lavoro riferiti a marzo 2012, i Consulenti del Lavoro diffondono (il 29 marzo 2012) i dati sui reali effetti degli aumenti alle addizionali, comunali e regionali, disposti dalla Manovra licenziata dall’attuale Esecutivo, il Governo d’emergenza Monti.
Le addizionali regionali sono già inserite nel cedolino di marzo, laddove le trattenute comunali potrebbero invece non scattare subito ed uniformemente nel Paese.
Ancora: le addizionali regionali dovrebbero “pesare”, mediamente, 62 euro l’anno, mentre quelle comunali potranno variare da Comune a Comune.
Ecco esposte le proiezioni della Fondazione studi CdL.
CITTA’
ROMA = - 86,00; - 172,00; - 258,00.
NAPOLI = - 66,00; - 132,00; - 198,00.
MILANO = - 65,48; - 210,46; - 316,46.
BARI = - 126,00; - 276,00; - 442,00.
TRIESTE = - 66,00; - 132,00; - 198,00.
PALERMO = - 66,00; - 132,00; - 198,00.
BOLOGNA = - 66,00; - 132,00; - 198,00.
VERONA = - 66,00; - 132,00; - 198,00.
FASCE DI REDDITO considerate
20.000,00
40.000,00
60.000,00
Il segno negativo (quanto, cioè, diminuisce il netto in busta) risulta dal confronto tra l’anno 2010 e l’anno 2012. Gli aumenti introdotti nel dicembre 2011 riguardano, infatti, anche il 2012 (non solo tutto il 2011). A parità di reddito, la differenza tra chi versa di più e chi di meno, la fa la città in cui si pagano le tasse; mentre l’aumento delle addizionali regionali è per tutti dello 0,33% (il calcolo va compiuto sullo stipendio lordo annuo).
I Consulenti del lavoro informano che:
1. le addizionali comunali e regionali sono state prelevate dal sito ufficiale finanze.it, che rappresenta l’unica fonte ufficiale di riferimento;
2. le addizionali comunali e regionali interessano l’anno di imposta di riferimento e non sono relazionate al momento in cui vengono effettuate le trattenute;
Esempio = nel 2012, l’addizionale regionale é quella indicata, ma la trattenuta verrà effettuata nel 2013.
3. in ogni Provincia e per ogni scaglione di reddito, sono stati effettuati i confronti con i singoli prelievi che sono con segno positivo (maggiore prelievo). Automaticamente, è stato posto in evidenza quanto diminuisce il netto in busta (con segno negativo).
Come sottolineato dai Consulenti, tra gli aspetti dell’intervento riformatore nel Lavoro, questo rappresenta senza dubbio il più forte motivo di disincentivazione alle assunzioni ad opera dei datori.
I lavoratori dipendenti (con loro, i pensionati) leggeranno, sulle buste paga del mese scorso (Marzo 2012), il dato negativo impresso dagli aumenti in tema di addizionali Irpef, voluti dalla richiamata Manovra.
Il campione dei 7 milioni di rapporti di lavoro gestiti negli studi dei consulenti del lavoro è, chiaramente, rappresentativo e denuncia un quadro preoccupante. I risultati della indagine, dunque gli effetti nel cedolino di marzo, dichiarano un impoverimento generale a fronte del quale non sono previste misure compensative per lavoratori e datori di lavoro.
Lette le tabelle riepilogative pubblicate nel sito del Consulenti del Lavoro, di cui la sopraesposta rappresenta una secca sintesi, scopriamo nella Regione Lazio il netto in busta paga scende di 86 euro su un reddito di 20mila euro l’anno, di 172 euro su un reddito di 40mila euro l’anno, di 258 euro su un reddito di 60mila euro l’anno. Nella Regione Lombardia il netto in busta paga diminuisce di 65,48 euro l’anno per il primo scaglione, di 210,46 per il secondo, di 316,46 per l’ultimo. Nella Regione Puglia il netto in busta paga diminuisce di 126 euro l’anno per il primo scaglione, di 276 per il secondo, di 442 per l’ultimo. Nelle Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Sicilia la riduzione corrisponde 66 euro l’anno per la prima fascia di reddito, 132 per la seconda, 198 per la terza.
La Puglia, con i dati appena citati, subisce l’impatto maggiore.
Anche il Caf-Cisl nazionale ha quantificato l’incidenza, come trattenute in busta paga o pensione, delle nuove addizionali, concludendo per il già conosciuto 0.33%, che naturalmente cresce al crescere del reddito. Al valore, la Cisl ricorda vanno aggiunte le trattenute comunali che sono state liberate dalla Finanziaria estiva del governo Berlusconi.
La manovra di Ferragosto firmata Tremonti-Berlusconi ha, infatti, riconosciuto ai Comuni la possibilità di deliberare, dal 2012, aumenti dell’addizionale comunale fino a raggiungere un’aliquota massima complessiva pari allo 0,8%, possibilità che era stata congelata nel 2008 dal ministro Tremonti. Considerate le condizioni finanziarie di molti Comuni italiani vi è, più che la probabilità, la certezza che la trattenuta sarà massima praticamente ovunque, con intento di utilizzare questa leva per aumentare gli introiti. Alcuni Comuni hanno già deliberato.
ESCLUSI
I lavoratori dipendenti e i pensionati che percepiscono non oltre 8.030 euro lordi annui, per i lavoratori, e 7.535 euro lordi annui, per i pensionati, non sono toccati dagli aumenti. I pensionati con più di 75 anni di età, saranno esenti fino a 7.785 euro lordi annui.
Le addizionali regionali si basano sull’aliquota base, innalzata all’1.23% (le amministrazioni regionali possono portarla fino all’1.73%) e – denuncia il Caf-Cgil - in talune Regioni con gravi difficoltà finanziarie nella sanità pubblica, come la Campania, il Molise e la Calabria, la trattenuta potrebbe raggiungere il 2.03%. Un cittadino con il medesimo reddito in Campania avrà una trattenuta doppia rispetto ad un cittadino che risiede in Veneto.
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