Giudici di pace: Guardasigilli risponde al Question time
Pubblicato il 30 maggio 2019
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Presso l’Aula della Camera si è svolto, ieri, un question time, nel corso del quale sono state rivolte al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, tre interrogazioni in tema di giudici di pace, notifiche via PEC e situazione carceraria.
Giudici di pace e riforma magistratura onoraria
Con riferimento all’interrogazione concernente le iniziative volte a migliorare il trattamento giuridico ed economico dei giudici di pace, il Guardasigilli ha illustrato l’obiettivo perseguito con l’intervento da ultimo messo a punto – che, si ricorda, è confluito in un disegno di legge approvato nel corso dell’ultima riunione del Consiglio dei ministri – a modifica della cosiddetta “riforma Orlando” in tema di magistratura onoraria.
Il ministro ha ricordato, in primo luogo, lo strumento del dialogo e del confronto con le categorie interessate, sviluppatosi nel contesto di un apposito tavolo tecnico attraverso cui si è giunti al testo approdato poi al CDM.
In ogni caso, ha anche specificato che “ulteriori ritocchi e miglioramenti potranno senz’altro essere apportati nel corso dei prossimi lavori parlamentari, che auspico spediti e coerenti con gli obiettivi prefissati…”.
Novità contenute nel Ddl
Bonafede ha quindi illustrato le principali novità contenute nel testo del Ddl ed ovvero, in primo luogo, la previsione, per coloro che erano già in servizio al momento dell’entrata in vigore della riforma, del mantenimento, anche dopo il primo quadriennio successivo alla riforma, dello status precedente, con aggiunta della facoltà di opzione sulle modalità di corresponsione del compenso (fisso o a cottimo).
E’ stato inoltre previsto – ha continuato il ministro – che anche l’eventuale impiego nell’Ufficio del processo, al pari dell’attività d’udienza, sia comunque remunerato, con la possibilità di doppia indennità a seconda della durata dell’impegno.
Tra gli interventi migliorativi riferiti a tutta la categoria, il Guardasigilli rammenta le novità relative al regime delle incompatibilità, uniformato a quello “più elastico” previsto per i magistrati ordinari, con possibilità di conferma per quadrienni fino al sessantottesimo anno di età, pagamento dei compensi con cadenza bimestrale, facoltà di ottenere trasferimenti a domanda al fine di assistere un familiare con disabilità.
Il disegno di legge, a ben vedere, non pare aver soddisfatto l’intera categoria, posto che, si rammenta, le associazioni dei giudici di pace Unagipa e Angdp, proprio in questi giorni, hanno diffuso un comunicato congiunto e, successivamente, inviato una lettera di raffreddamento al Presidente del Consiglio dei Ministri e allo stesso ministro della Giustizia, dopo aver preso atto “che le proprie istanze continuano a non ricevere concreto ed effettivo riscontro dal Governo e dal Ministro della Giustizia”.
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