Notifiche via PEC e situazione carceraria. Interrogazioni al ministro della Giustizia
Pubblicato il 30 maggio 2019
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Durante il question time tenuto, ieri, presso la Camera dei deputati, il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, ha risposto ad alcune interrogazioni, due delle quali concernenti, rispettivamente, le notifiche degli atti giudiziari attraverso gli indirizzi di PEC e le iniziative per favorire il decremento della popolazione carceraria.
A quale account di posta elettronica deve essere indirizzata la notifica?
Rispetto alle notifiche via PEC, è stato chiesto al ministro della Giustizia di chiarire se le stesse vadano effettuate agli indirizzi contenuti nell’elenco ReGindE o anche a quelli contenuti nell’elenco Ini-Pec.
L’interrogazione prende le mosse da una recente pronuncia di Cassazione (n. 3709/2019 emessa a febbraio) con cui si sarebbe negato che gli indirizzi contenuti in pubblici registri diversi da quelli inseriti nel ReGindE possano considerarsi valido domicilio digitale.
Secondo il deputato interrogante, ossia, sulla base di questa decisione, una notificazione in proprio effettuata ad un indirizzo PEC differente da quello risultante dal Registro Generale degli Indirizzi Elettronici sarebbe da considerare nulla.
Indirizzo di Cassazione superato
Il ministro Bonafede, nella sua risposta, ha in primo luogo ricordato l’assunto ai sensi del quale nel Registro Ini-Pec, confluiscono sia gli indirizzi di Pec degli ordini o collegi professionali sia quelli del registro delle imprese; ne discende che l’indirizzo Pec presente nel RegInDE è lo stesso di quello rinvenibile nell’elenco Ini-Pec.
Ciò posto, ha poi evidenziato come la stessa Cassazione, con due ordinanze emesse successivamente a quella richiamata (nn. 9893 e n. 9897) abbia cambiato l’indirizzo in esame, ritenendo valida:
- sia la notifica effettuata all’account Ini-Pec della società destinataria, in quanto indirizzo “pubblico informatico”;
- sia la notifica che fa riferimento all’indice degli indirizzi di posta elettronica certificata delle imprese e dei professionisti istituito dal MiSe per la validità della notifica a mezzo Pec.
L’indirizzo interpretativo oggetto dell’interrogazione – a detta del Guardasigilli – sembrerebbe quindi “già superato”.
Bonafede, sul punto, ha anche evidenziato che la questione è stata prontamente sottolineata dal Presidente dal Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, al Primo Presidente della Cassazione, a cui – ha concluso – “non posso che rimettere ogni valutazione”.
Situazione carceraria
Per quanto riguarda la seconda interrogazione, il ministro Bonafede ha precisato come il problema dell’affollamento carcerario rientri fra le priorità del suo Dicastero.
Secondo il Guardasigilli, un serio e credibile approccio alla questione “deve puntare anzitutto all’incremento dei posti detentivi, combinato con una accorta politica di espulsioni a favore dei Paesi di origine dei detenuti stranieri, anziché alla comoda scorciatoia di provvedimenti svuotacarceri”.
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