Giudici di pace: Ddl si approvi quanto prima, con i necessari emendamenti
Pubblicato il 27 maggio 2019
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Le associazioni di categoria Unione Nazionale dei Giudici di pace e Associazione Nazionale dei Giudici di pace - a mezzo delle relative presidenti, Mariaflora Di Giovanni (Unagipa) e Roberta Tesei (Angdp) - hanno diffuso un comunicato congiunto per commentare il via libera, da parte del Consiglio dei ministri, allo schema di Disegno di legge in materia di magistratura onoraria.
I giudici di pace non sono apparsi soddisfatti per le modifiche contenute nel provvedimento varato dal CDM ma ne hanno comunque chiesto una rapida approvazione, pur con i necessari emendamenti.
Unagipa e Angdp: disattesi gran parte degli accordi presi al tavolo di lavoro
Nel comunicato, le due associazioni lamentano che sarebbero stati disattesi gran parte degli accordi presi al tavolo tecnico del 7 marzo, evidenziando come non si evinca, peraltro, alcuna completa modifica della riforma “Orlando”, solo lievemente emendata.
Come principali rilievi critici, segnalano:
- il mantenimento del principio dell’obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS per circa 4000 magistrati privi di alcuna tutela previdenziale, con oneri totalmente a loro carico;
- il mancato recepimento della possibilità di innalzamento dell’età a 70 anni, necessaria per maturare l’assegno previdenziale per coloro che sono iscritti alla Cassa Avvocati;
- la diminuzione al 20% della percentuale di detassazione (che era stata, invece, concordata al 40%);
- la mancata reintroduzione dell’adeguato procedimento disciplinare e del pagamento mensile.
Le minimali modifiche apportate – si legge nella nota stampa - “che si vogliono far passare per risolutive soluzioni del sistema giustizia”, non avranno, in realtà, “alcun effetto benefico, ma produrranno, peggioramenti a discapito dei diritti e delle tutele dei cittadini”.
Ciò posto, Unagipa e Angdp chiedono di andare avanti affinché il disegno di legge “con gli emendamenti necessari già elaborati durante i lavori del tavolo tecnico e concertati con ANM” divenga quanto prima legge.
L’auspicio dei giudici di pace è che, in sede di emendamenti, emerga “il coraggio di superare disposizioni a sapore squisitamente punitivo ereditate dalla riforma Orlando, che nulla hanno a che fare con il profilo ordinamentale dovuto alla ribadita onorarietà dell’incarico, e che sono solamente in contrasto con norme costituzionali a tutela di beni primari della persona, e ai principi della necessaria buona organizzazione degli uffici per una effettiva efficienza ed efficacia del sistema giustizia”.
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