Fondi 2025-2027 per il Terzo Settore: dettagli e priorità

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Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il decreto del 7 agosto 2025 relativo all'assegnazione di fondi per progetti nel Terzo Settore per gli anni 2025-2027.

Il documento dettaglia i criteri, le aree di intervento e le risorse finanziarie per il sostegno di progetti di impatto sociale, culturale e ambientale in Italia.

In particolare:

  1. vengono stabiliti gli obiettivi generali per l'anno 2025, allineandosi con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Vengono indicate le aree prioritarie, come la riduzione della povertà, l'agricoltura sostenibile, la salute e il benessere, l'educazione di qualità, l'uguaglianza di genere e il cambiamento climatico;
  2. si fornisce una ripartizione dettagliata delle risorse finanziarie destinate per gli anni 2025, 2026 e 2027, con un totale di euro 44,26 milioni per il 2025. Questi fondi sono distribuiti tra progetti nazionali e locali, acquisto di ambulanze e attrezzature, e contributi per associazioni specifiche;
  3. viene fatta una distinzione tra le iniziative di rilevanza nazionale e quelle che rispondono a bisogni locali, con risorse destinate specificamente per ciascuna tipologia.
  4. per ogni obiettivo, vengono descritte specifiche aree di intervento. Queste includono azioni per contrastare la marginalizzazione, promuovere il volontariato giovanile, migliorare l'inclusione per i gruppi vulnerabili e affrontare le sfide sociali e ambientali.

Progetti interesse generale di rilevanza nazionale

Una parte del decreto del 7 agosto 2025 è dedicato agli aiuti per le attività di interesse generale di rilevanza nazionale, coinvolgendo più regioni italiane. Questi progetti devono rispondere a obiettivi ben definiti, che contribuiscano a raggiungere i traguardi di sviluppo sostenibile indicati dall'Agenda 2030.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2025, ha destinato una somma significativa a questi progetti, con particolare attenzione a quelli che affrontano tematiche di grande importanza sociale e culturale a livello nazionale. Ad esempio, sono previsti finanziamenti per progetti che promuovano l'inclusione sociale, il contrasto alla povertà, e la tutela dell'ambiente.

Un'altra area prioritaria riguarda il supporto a progetti di innovazione tecnologica, come quelli legati all'intelligenza artificiale, che stanno diventando sempre più rilevanti per lo sviluppo del Paese.

In particolare, il finanziamento per questi progetti non può essere inferiore a 250.000 euro e può arrivare a 500.000 euro, a seconda dell'entità e dell'impatto dell'iniziativa.

Il finanziamento ministeriale coprirà al massimo l'80% del costo totale del progetto se presentato da associazioni di promozione sociale o organizzazioni di volontariato, anche in partenariato.

Se il progetto è presentato da fondazioni del Terzo settore, il finanziamento non potrà superare il 50% del costo totale. La parte rimanente del costo, che deve essere coperta dai proponenti (almeno il 20% per le associazioni e il 50% per le fondazioni), può essere finanziata anche da soggetti terzi, ma deve essere una risorsa economica a carico del proponente o dei terzi coinvolti.

Un elemento importante di questa iniziativa è la necessità di promuovere sinergie tra diverse organizzazioni, evitando che gli interventi siano frammentati, e favorendo la cooperazione tra enti pubblici e privati per garantire che i progetti siano più efficaci e abbiano un impatto duraturo.

In sintesi, il sostegno alle attività di rilevanza nazionale si propone di finanziare iniziative che possano portare cambiamenti significativi e positivi in tutta Italia, favorendo la solidarietà, l'inclusione, e lo sviluppo di un futuro più sostenibile e tecnologicamente avanzato.

Attività oggetto di finanziamento

Le iniziative e i progetti di rilevanza nazionale che riceveranno il finanziamento dovranno includere attività che rientrano nelle categorie di interesse generale, come previsto dall'articolo 5 del Codice del Terzo Settore (D.lgs. n. 117/2017).

Detto articolo richiama le seguenti principali attività di interesse generale che gli enti del Terzo Settore, esclusi le imprese sociali e le cooperative sociali, possono svolgere per perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale:

  • Interventi e servizi sociali (ad esempio, in ambito di assistenza a persone con disabilità e anziani, ai sensi di leggi specifiche).
  • Prestazioni sanitarie e prestazioni socio-sanitarie.
  • Educazione, istruzione e formazione professionale, nonché attività culturali con finalità educative.
  • Interventi per la tutela dell'ambiente e per l’utilizzazione razionale delle risorse naturali, esclusi quelli relativi al riciclo rifiuti urbani.
  • Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio.
  • Formazione universitaria e post-universitaria, ricerca scientifica di particolare interesse sociale.
  • Organizzazione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, inclusi programmi di promozione del volontariato.
  • Prevenzione della dispersione scolastica, contrasto al bullismo, e povertà educativa.
  • Cooperazione allo sviluppo e attività commerciali solidali (come il commercio equo e solidale).
  • Servizi per l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
  • Alloggio sociale per esigenze sanitarie, culturali, lavorative, o educative.
  • Accoglienza e integrazione sociale dei migranti.
  • Agricoltura sociale.
  • Organizzazione di attività sportive dilettantistiche.
  • Beneficenza, sostegno a distanza, cessione gratuita di alimenti e beni per persone svantaggiate.
  • Promozione della cultura della legalità, pace, e diritti umani.
  • Cura di procedure di adozione internazionale.
  • Protezione civile e riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o confiscati alla criminalità.

Inoltre, questi progetti dovranno essere realizzati in conformità con le normative specifiche che regolano l'attività degli enti coinvolti, rispettando gli scopi e gli statuti stabiliti dai rispettivi atti costitutivi.

In sostanza, ogni progetto finanziato dovrà essere in linea con le regole legali e organizzative degli enti proponenti, garantendo che le attività siano coerenti con la missione sociale di ciascun ente.

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