Asse.Co. Il Consiglio Nazionale Commercialisti sfida l’INL

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Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti annuncia battaglia dopo la decisione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro di non concedere alla categoria la possibilità di rilasciare l’Asseverazione di conformità contributiva e retributiva delle imprese (Asse.Co.), riservata oggi ai soli consulenti del lavoro.

Il caso Asse.Co. continua a far discutere

Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti conferma con decisione la volontà di andare avanti, sia sul fronte istituzionale sia su quello giudiziario, per ottenere il pieno riconoscimento dell’equiparazione dei commercialisti nell’ambito delle attività legate al lavoro.

Lo ha dichiarato il presidente nazionale, Elbano de Nuccio, dopo che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha stabilito di non concedere ai commercialisti la possibilità di rilasciare l’Asse.Co., l’attestazione di regolarità delle imprese sul piano contributivo e retributivo, prerogativa oggi esclusiva dei consulenti del lavoro.

La decisione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro

La scelta dell’INL è stata formalizzata in una comunicazione del 20 agosto 2025, in seguito alla sentenza n. 9974/2025 con cui il Tar Lazio aveva ordinato all’Ispettorato di valutare entro 90 giorni la proposta di accordo avanzata dal Consiglio dei Commercialisti.

Quest’ultimo, infatti, si era rivolto al giudice amministrativo contro l’inerzia dell’INL in merito alla richiesta di estendere anche ai commercialisti il protocollo già sottoscritto con i consulenti del lavoro.

Le motivazioni del Consiglio Nazionale

“L’ampliamento dell’asseverazione deve essere considerato come uno strumento di garanzia dell’interesse pubblico”, afferma de Nuccio. “La scelta dell’Ispettorato, invece, limita la concorrenza e restringe alle imprese l’accesso a un servizio di certificazione, nonostante oltre 25.000 commercialisti trattino quotidianamente materie inerenti al lavoro”.

La battaglia per trasparenza ed equità

Il Cndcec porterà avanti con convinzione questa iniziativa sia sul piano istituzionale sia su quello giudiziario, per difendere trasparenza e correttezza a favore delle imprese, che hanno diritto a un mercato competitivo, e di una professione che svolge un ruolo essenziale nell’equilibrio del sistema economico.

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