Vendita senza abitabilità Aliud pro alio
Pubblicato il 31 gennaio 2017
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In materia di vendita di immobili destinati ad abitazione, integra l’ipotesi di consegna di aliud pro alio, il difetto assoluto di licenza di abitabilità, ovvero l’insussistenza delle condizioni necessarie per ottenerla, in dipendenza di insanabili violazioni della legge urbanistica.
Lo ha esplicitato la Corte di Cassazione, seconda sezione civile, accogliendo le ragioni degli acquirenti di un immobile, i quali, poco dopo la vendita, vi avevano riscontrato una forte umidità, dipesa, sulla scorta di accertamenti tecnici, dall'omessa esecuzione di taluni lavori da parte del costruttore. Avevano dunque richiesto la condanna di quest’ultimo al pagamento di quanto necessario per l’effettuazione di detti lavori, onde far conseguire all'edificio la licenza di abitabilità (non consegnata né esistente al momento della vendita, proprio per effetto di tali difetti strutturali).
Immobile incommerciabile
Orbene la Suprema Corte ha in proposito precisato come il venditore di un immobile destinato ad uso abitativo, abbia sempre l’obbligo di consegnare all'acquirente il certificato di abitabilità, senza il quale l’immobile stesso è incommerciabile.
Domanda di condono inoltrata Non sana inadempimento
La violazione di tale obbligo può legittimare – conclude la seconda sezione civile con sentenza n. 2294 del 30 gennaio 2017 – sia la domanda di risoluzione del contratto, sia quella di risarcimento del danno, sia l’eccezione di inadempimento, e non è sanata dalla circostanza che il venditore, al momento della stipula, abbia già presentato una domanda di condono per sanare l’irregolarità amministrativa.
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