UIF, pericolo riciclaggio connesso all’emergenza Covid-19

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UIF, pericolo riciclaggio connesso all’emergenza Covid-19

L’Unità di informazione finanziaria (Uif), sulla base delle attività di osservazione e di studio condotte in questi ultimi mesi, ha pubblicato un nuova comunicazione con la quale mette in guardia dai possibili rischi di riciclaggio collegati alla pandemia da Covid-19 e invita a segnalare le operazioni sospette.

Il nuovo documento, pubblicato sul sito istituzionale l’11 febbraio 2021, integra la precedente comunicazione del 16 aprile 2020, con la quale era già stata richiamata l’attenzione su alcuni fattori di rischio ed elementi sintomatici di operatività illecite legate all’emergenza Covid-19.

La Uif evidenzia il pericolo di truffe, di fenomeni corruttivi, di possibili manovre speculative, nonché il rischio di usura, di acquisizione diretta o indiretta delle imprese da parte di organizzazioni criminali.

Allo stesso modo, ha attirato l’attenzione sui possibili abusi che si sono verificati con riferimento ai diversi interventi messi in atto dal Governo per sostenere le categorie più colpite dalla crisi economica, sia nella fase di accesso al credito garantito dalle diverse forme di intervento pubblico sia in sede di utilizzo delle risorse disponibili, come pure il pericolo di azioni illegali realizzate online.

Nella nuova comunicazione, infatti, sono richiamate anomalie connesse con l'utilizzo di detrazioni fiscali e inerenti all'operatività di coloro che accedono alle sovvenzioni pubbliche.

Secondo l’Unità di informazione occorre garantire adeguate sinergie tra la fase di istruttoria ed erogazione della misura di sostegno e quella di monitoraggio del rapporto sul quale la stessa misura confluisce.

In particolare, la Uif inviata a fare attenzione su alcune detrazioni fiscali, i cosiddetti “sismabonus” e “ecobonus”, e la cessione dei relativi crediti d’imposta al fine di velocizzarne la monetizzazione.

Relativamente proprio a queste fattispecie si ravvisano diversi possibili rischi:

  • l’eventuale natura fittizia dei crediti stessi;
  • la presenza di cessionari dei crediti che pagano il prezzo della cessione con capitali di possibile origine illecita;
  • lo svolgimento di abusiva attività finanziaria da parte di soggetti privi delle prescritte autorizzazioni che effettuano plurime operazioni di acquisto di crediti da un’ampia platea di cedenti.

Alla luce di quanto detto, la Uif raccomanda nuovamente ai destinatari degli obblighi antiriciclaggio di calibrare i presidi di prevenzione nel modo più efficace, supportando adeguatamente il dispiegarsi degli interventi di sostegno, ma anche intercettando e comunicando tempestivamente le eventuali operazioni sospette (“SOS”).

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