Truffa sul Superbonus: reato solo con crediti compensati o riscossi
Pubblicato il 17 giugno 2024
In questo articolo:
Condividi l'articolo:
Superbonus: per la consumazione del reato di truffa aggravata è necessario un danno economico effettivo per lo Stato. Solo con l'uso o la compensazione del credito d'imposta fittizio si concretizza il danno.
Con sentenza n. 23402 dell'11 giugno 2024, la Corte di cassazione ha annullato l'ordinanza cautelare con cui il Giudice per le indagini preliminari (Gip) aveva disposto, nei confronti di un'imputata, il sequestro preventivo per equivalente di somme di denaro per reati legati al Superbonus fiscale.
Sequestro nell'indagine per truffa aggravata: il caso esaminato
L'imputata era coinvolta in un'indagine per truffa aggravata ai danni dello Stato.
La donna era accusata di aver rilasciato false attestazioni per lavori appaltati e fatturati, che avevano generato crediti d'imposta in favore di una società.
Il Gip del Tribunale aveva disposto il sequestro preventivo di 546.822 euro, finalizzato alla confisca per equivalente.
Il ricorso per Cassazione
L'imputata si era rivolta alla Corte di cassazione, contestando la configurabilità, a suo carico, del reato di truffa aggravata e l'applicazione del sequestro per equivalente.
In primo luogo, era erroneo che il Gip avesse ritenuto sufficiente, ai fini della consumazione del reato, il riconoscimento del credito d'imposta da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Il reato di truffa, invero, non poteva dirsi integrato, perché non c'era stato un danno economico effettivo allo Stato, ma solo la creazione di un credito d'imposta fittizio.
In secondo luogo, andava considerato che la confisca per equivalente è applicabile solo per reati consumati e non per quelli tentati.
Ne discendeva l'illegittimità di tale tipo di sequestro.
Nella specie, infatti, non erano configurabili né il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, né il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ossia le uniche fattispecie che rendevano ammissibile tale tipo di misura cautelare.
La decisione della Corte di cassazione
La Suprema corte ha ritenuto fondati i rilievi della ricorrente.
Il reato contestato non era configurabile nella forma consumata, ma semmai nella forma tentata.
Difatti, non si era verificato alcun pregiudizio patrimoniale ai danni dello Stato: le condotte ipotizzate avevano determinato la nascita di un credito nei confronti dello Stato, ma non ancora un'effettiva perdita economica per lo stesso.
La perdita, a ben vedere, si verifica solo a seguito della riscossione del credito o del suo utilizzo mediante compensazione.
Di conseguenza - si legge nella decisione - "se il reato di cui all'art. 640-bis Codice penale è configurabile solo con riguardo alle operazioni fraudolente nelle quali il credito fittizio è stato riscosso o utilizzato in compensazione, il relativo profitto corrisponde esclusivamente ai proventi conseguiti attraverso le cessioni dei crediti d'imposta fittizi alle quali siano seguiti la riscossione o l'utilizzo mediante compensazione di tali crediti".
La Terza sezione penale della Corte di cassazione, ciò posto, ha annullato l'ordinanza impugnata e rinviato per un nuovo giudizio, nel quale si dovrà accertare l'effettivo utilizzo dei crediti fittizi per determinare l'esistenza di un danno economico e, quindi, la configurabilità del reato di truffa aggravata.
Reato solo tentato, confisca per equivalente non applicabile
Questi, in sintesi, i punti della decisione della Corte:
- per la consumazione del reato di truffa è necessario un danno economico effettivo per lo Stato;
- solo con l'uso o la compensazione del credito d'imposta fittizio si concretizza il danno;
- prima dell'uso o della compensazione del credito, si può parlare solo di tentativo di reato, non di reato consumato;
- la confisca per equivalente è applicabile solo per i proventi di reati consumati;
- il Tribunale aveva errato nel ritenere configurato il reato di truffa aggravata senza un effettivo danno economico.
Tabella di sintesi della sentenza
Sintesi del Caso | Una persona era stata accusata di truffa aggravata ai danni dello Stato per aver rilasciato false attestazioni per lavori appaltati e fatturati, generando fittizi crediti d'imposta. Il Tribunale aveva disposto il sequestro preventivo per equivalente come misura cautelare a suo carico. |
Questione Dibattuta | Configurazione del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e applicazione della confisca per equivalente. |
Soluzione della Corte di cassazione | La Corte di Cassazione ha ritenuto che per configurare il reato di truffa aggravata è necessario un danno economico effettivo, che si concretizza solo con l'uso o la compensazione del credito d'imposta fittizio. Ha quindi annullato l'ordinanza impugnata, stabilendo che prima dell'uso o della compensazione del credito si può parlare solo di tentativo di reato. La confisca per equivalente è applicabile solo per i proventi di reati consumati. |
Ricevi GRATIS la nostra newsletter
Ogni giorno sarai aggiornato con le notizie più importanti, documenti originali, anteprime e anticipazioni, informazioni sui contratti e scadenze.
Richiedila subitoCondividi l'articolo: