Richiesta di green pass anticipato, no al vincolo delle 48 ore
Pubblicato il 14 ottobre 2021
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Da domani, 15 ottobre 2021, scatta l’obbligo di esibire il green pass (cd. “certificato verde”) per milioni di lavoratori italiani. L’obbligo è stato istituito per mezzo del decreto legge sulla sicurezza del lavoro in ambito pubblico e privato (D.L. n. 127/2021), e durerà fino alla fine del periodo emergenziale, attualmente posto al 31 dicembre 2021. Dunque, i datori di lavoro – sia pubblici che privati – sono tenuti a mettere in atto le verifiche ed i controlli necessari per garantire un ambiente di lavoro sicuro e privo di rischio di contagio dal Covid-19.
A tal fine, il datore di lavoro può chiedere al lavoratore di esibire in anticipo il green pass, ossia con un preavviso massimo di 48 ore. Tale termine, però, a causa di numerose polemiche, è stato cancellato. Quindi, il datore di lavoro potrà chiedere la certificazione verde al lavoratore con un preavviso necessario a soddisfare le esigenze organizzative.
Il chiarimento è giunto direttamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in risposta ai rappresentati di Cgil, Cisl e Uil.
Green pass, esentati dal vaccino e copertura economica
Inoltre, il Ministero del Lavoro ha chiarito che sta lavorando per consentire di operare ai lavoratori ai quali è stato somministrato un vaccino non riconosciuto dall’Ema.
Per gli esentati dal vaccino, oltre alla certificazione cartacea già prevista, il ministero della Salute sta predisponendo un nuovo modello di Green pass con un apposito “QR code” che verrà letto dalla App con la stessa modalità dei Green pass “ordinari”, valido sul territorio nazionale.
Il problema della mancata copertura economica del periodo di quarantena, invece, verrà risolto con il Decreto Fiscale di prossima emanazione.
Tamponi gratuiti, le preoccupazioni dei sindacati
I sindacati hanno espresso preoccupazione per l’impatto che avrà l’avvio da domani del Green pass obbligatorio considerando che ci sono 2,5 milioni di lavoratori non vaccinati (di questi oltre 2,2 milioni lavorano nel privato).
“Abbiamo manifestato ai due ministeri la preoccupazione che le sole farmacie non siano in grado di reggere la necessità di fare e processare i tamponi in modalità sufficiente alla domanda - spiega Ivana Veronese (Uil)-. Abbiamo ribadito la richiesta di mettere a disposizione dei lavoratori tamponi gratuiti, o tramite le aziende attraverso la detraibilità dei costi, o tramite farmacie e hub o drive-in appositi per permettere a tutti i lavoratori sprovvisti di Green pass di accedere al tampone”.
A questo proposito nella versione finale del Dpcm si apre alla possibilità di far effettuare il tampone da “altri soggetti reputati idonei dal ministero della Salute”, individuati da una circolare di imminente pubblicazione, per poter operare ad esempio in hub aziendali.
Aziende portuali, tamponi gratis
C’è fibrillazione anche nella politica: fa discutere la circolare del ministero dell’Interno alle aziende dei porti sulla gratuità dei tamponi per “evitare conseguenze critiche”.
Sul punto, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha chiesto nell’incontro con il premier Mario Draghi di estendere questa possibilità a tutti i lavoratori.
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