Non automatico il rimborso Iva con il condono tombale

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La Corte di cassazione, con sentenza n. 5596 (il Sole 24 Ore attribuisce alla sentenza il n. 5586) dell’8 marzo 2010, accogliendo il ricorso dell'Amministrazione finanziaria, chiarisce che il contribuente non ha diritto alla restituzione automatica dell’Iva solo per aver ottenuto il condono tombale, senza che rilevino i sospetti da parte del Fisco dell'esistenza di fatture false. Nella sentenza si legge: “quando sia stato chiesto il rimborso dell'Iva e l'ufficio abbia motivo di ritenerla mai versata, trattandosi di operazioni inesistenti, l'Erario non è tenuto, per automatico effetto del condono, a procedere al rimborso, né gli è inibito l'accertamento diretto a dimostrare l'inesistenza del diritto a conseguirlo, atteso che il condono fiscale elide in tutto o in parte, per sua natura, il debito fiscale, ma non opera sui crediti che il contribuente possa vantare nei confronti del fisco”. Inoltre, si specifica che in materia di Iva, pur se grava sul Fisco, in caso di fatture che ritenga relative a operazioni inesistenti, l'onere di provare che le operazioni in realtà non sono state mai poste in essere, nel caso l'amministrazione fornisca validi elementi per affermare che alcune fatture sono state emesse per operazioni (anche solo parzialmente) fittizie, toccherà al contribuente l'onere di dimostrare l'effettiva esistenza delle operazioni contestate.
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