Nel giudizio tributario gli atti notori hanno valore di indizi
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 18 gennaio 2010
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L'atto notorio, la dichiarazione, cioè, che una persona rende innanzi ad un pubblico ufficiale sotto la propria responsabilità, può essere utilizzato all'interno di un procedimento tributario con valore, però, non di prova legale ma di mero indizio. E' quanto statuito dai giudici di Cassazione nel testo dell'ordinanza n. 149 dell'8 gennaio 2010.
Nel caso esaminato dalla Suprema corte, un contribuente a cui era stato notificato un avviso di rettifica Iva, aveva prodotto in giudizio due atti di notorietà al fine di contrastare la tesi del Fisco e dimostrare che la sproporzione tra costi e ricavi rilevata era giustificata dall'esecuzione di un finanziamento familiare. La Cassazione, in particolare, riconoscendo ai due atti notori valore esclusivamente indiziario, ha considerato gli stessi sì ammissibili nel processo tributario, ma, da soli, non sufficienti a dimostrare quanto affermato dal contribuente.
Nel caso esaminato dalla Suprema corte, un contribuente a cui era stato notificato un avviso di rettifica Iva, aveva prodotto in giudizio due atti di notorietà al fine di contrastare la tesi del Fisco e dimostrare che la sproporzione tra costi e ricavi rilevata era giustificata dall'esecuzione di un finanziamento familiare. La Cassazione, in particolare, riconoscendo ai due atti notori valore esclusivamente indiziario, ha considerato gli stessi sì ammissibili nel processo tributario, ma, da soli, non sufficienti a dimostrare quanto affermato dal contribuente.
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