Lavoro. Fissati i termini di conclusione dei procedimenti amministrativi di durata superiore a 90 giorni
Autore: Roberta Moscioni
Pubblicato il 26 aprile 2011
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Il decreto del Presidente della Repubblica n. 46/2011, pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” n. 91 dello scorso 20 aprile e i cui effetti entreranno in vigore dal prossimo 5 maggio, fissa i termini di conclusione dei procedimenti amministrativi del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di durata superiore ai 90 giorni. Inoltre, il nuovo decreto completa il quadro relativo ai tempi della burocrazia, dopo il precedente Dpcm n. 275/2010, che ha già stabilito i termini per i procedimenti con durata fino a 90 giorni e che è operativo dallo scorso 22 marzo 2011.
Il nuovo Dcpm, dunque, individua i procedimenti amministrativi di competenza delle strutture del ministero del Lavoro, sia che conseguano obbligatoriamente a iniziativa di parte, sia che debbano essere promossi d'ufficio, i cui termini siano superiori a 90 giorni e per ciascun di esso fissa un termine di conclusione. Per esempio, si stabilisce che sull'esonero del versamento dei contributi previdenziali per i lavoratori italiani occupati all'estero e/o per i lavoratori stranieri occupati in Italia, il Dicastero risponde entro 180 giorni. Gli altri termini sono riportati nella tabella allegata al Dcpm. Infine, si sancisce che i nuovi termini così individuati si applicheranno anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del suddetto decreto.
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