La definizione delle liti pendenti con il Fisco non interessa i contributi previdenziali
Autore: Roberta Moscioni
Pubblicato il 26 gennaio 2013
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L’agenzia delle Entrate, con una direttiva del 28 dicembre 2012, fornisce istruzioni agli uffici circa la chiusura delle liti pendenti di importi non superiori a 20mila euro, puntualizzando, nello specifico, il trattamento relativo ai contributi previdenziali Inps iscritti a ruolo.
L’Agenzia ha ribadito che la chiusura delle liti pendenti di valore fino a 20mila euro è irrilevante ai fini contributivi Inps. Ne deriva che la chiusura delle liti pendenti di modesto valore con il Fisco, che si è potuta effettuare entro il 2 aprile 2012, con il pagamento di una somma forfettaria di 150 euro per valori fino a 2mila euro e in percentuale variabile dal 10 al 50% per importi tra 2mila e 20mila euro, non ha prodotto effetti per quanto riguarda l’aspetto previdenziale.
Al contribuente può, dunque, essere chiesto di versare l’intero importo accertato anche se la lite con il Fisco si è chiusa. La chiusura delle liti pendenti, infatti, riparte da zero per i contributi Inps e lo stesso Ente previdenziale può richiedere l’intero importo che era stato accertato dall’ufficio delle Entrate. Per tale ragione, si dice che si è trattata di una chiusura a metà, perché ha interessato solo i tributi.
La stessa Agenzia, con la circolare n. 48/E/2011, ha puntualizzato che le controversie relative ai contributi e premi liquidati in base al maggior reddito imponibile restano escluse dalla definizione delle liti fiscali di valore fino a 20mila euro. Le liti instaurate nei confronti degli enti previdenziali, che hanno ad oggetto tali contributi, rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario e, dunque, non potevano essere definibili.
Sulla questione si resta, ora, in attesa di un confronto tra l’Agenzia e l’Inps.
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