Iva. Un Ddl per adeguare l’ordinamento nazionale a quello comunitario

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Il disegno di legge recante disposizioni di adeguamento dell’ordinamento nazionale a principi e disposizioni di portata comunitaria in materia di Iva sarà sottoposto, domani in prima lettura, all’esame del Consiglio dei ministri.

Sei sono gli articoli del DDl predisposto dal ministro dell’Economia che puntano ad adeguare la normativa interna riguardante le frodi Iva, i rimborsi infrannuali, le regole di esigibilità dell’Iva nei casi di prestazioni di servizi internazionali.

Soprattutto, in caso di Iva internazionale, il rischio di commettere errori è molto elevato e per questa ragione si ritiene opportuno riadattare alcune norme interne della legge Iva: il Decreto del Presidente della Repubblica n. 633/72.

Già dal 1° gennaio del 2010, anche in Italia sono entrate in vigore le regole comunitarie in materia di territorialità Iva. Ora, l’ulteriore passo avanti che si vorrebbe compiere è quello che rivede i tempi di effettuazione dei servizi internazionali. La modifica prospettata riguarda la previsione circa il momento di effettuazione delle prestazioni di servizi effettuate o ricevute da un soggetto stabilito in Italia avente come controparte un soggetto passivo non stabilito: tali prestazioni si considerano effettuate nel momento in cui sono ultimate oppure, se di carattere periodico o continuativo, alla data di maturazione dei corrispettivi. Ai fini antielusivi, si prevede inoltre una regola specifica che riguarda le prestazioni di servizi effettuate in modo continuativo nell’arco di un periodo superiore ad un anno. Nulla cambia, invece, per le operazioni interne, per le quali restano in vigore le regole attuali.

In materia di reverse charge, se il prestatore di servizi è stabilito in altro Paese Ue, il committente italiano dovrà seguire gli obblighi di fatturazione e registrazione previsti per gli acquisti IntraUe di beni. Cioè, anziché emettere autofattura, il contribuente italiano dovrà integrare la fattura ricevuta dal soggetto comunitario.

Nello stesso Consiglio dei ministri di domani verrà, inoltre, esaminata anche una delega che il Governo si appresta a chiedere per rivedere le norme in materia di deducibilità dell’Irap, dell’Ires o dell’Irpef. In particolare, nel Ddl di adeguamento alle norme comunitarie Iva verrà fatto rientrare anche un progetto di riforma dell’Imposta regionale sulle attività produttive, così da farla diventare un’imposta a misura del contribuente. Il provvedimento delega, infatti, il Governo ad introdurre misure volte ad evitare l’attuale indeducibilità dell’Irap dal reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi. La deducibilità Irap, dunque, dovrà essere semplificata e resa sempre più rispondente alle esigenze del contribuente. Dunque, non più una misura fissa del 10%, ma sempre una aliquota forfettaria, ma da calcolare in relazione alle diverse componenti che entrano a far parte della base imponibile dei diversi soggetti. Cioè, si dovrà tenere in considerazione la diversa incidenza che i fattori produttivi capitale e lavoro hanno sulla determinazione della base imponibile Irap dei diversi contribuenti.
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