Google: multa miliardaria per abuso di posizione dominante in Europa
Pubblicato il 15 settembre 2022
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Il Tribunale dell'Unione Europea si è pronunciato sul ricorso avanzato da Google LLC e Alphabet, Inc. (di cui Google LLC è una controllata) ai fini dell'annullamento della Decisione con cui la Commissione europea, nel 2018, aveva loro inflitto un'ammenda per abuso di posizione dominante.
Secondo la Commissione, Google aveva imposto restrizioni illegali ai produttori di dispositivi mobili Android e agli operatori di reti mobili, al fine di consolidare, nel mercato europeo, la posizione dominante del proprio motore di ricerca.
In particolare, le contestate restrizioni avevano tutte lo scopo di proteggere e rafforzare la posizione dominante di Google in materia di servizi di ricerca generica e, pertanto, gli introiti ottenuti dall'impresa medesima mediante annunci pubblicitari collegati a queste ricerche.
L’obiettivo comune e l'interdipendenza che caratterizzava tali restrizioni avevano indotto la Commissione a qualificarle come infrazione unica e continuata all’articolo 102 TFUE e all’articolo 54 dell’accordo sullo Spazio economico europeo (SEE).
Per questi motivi, era stata inflitta un’ammenda di circa 4,343 miliardi di euro (la multa più alta mai comminata in Europa da un’autorità di vigilanza sulla concorrenza).
Tribunale Ue: restrizioni illegali alla concorrenza, sì alla maxi multa
Con sentenza depositata ieri, 14 settembre 2022, relativamente alla causa T-604/18 (sentenza attualmente non disponibile in italiano), il Tribunale Ue ha confermato, in larga parte, il provvedimento sanzionatorio della Commissione.
La decisione controversa, tuttavia, è stata parzialmente annullata nella parte in cui essa aveva considerato di per sé abusivi gli accordi di ripartizione dei redditi per portafoglio.
Anche l'importo della sanzione irrogata è stato leggermente modificato e ridotto a 4,125 miliardi di euro, attraverso una valutazione che è stata adeguata all’insieme delle circostanze relative alla sanzione.
In tale valutazione, è stato comunque tenuto conto, così come fatto dalla Commissione, del carattere intenzionale dell’esecuzione delle pratiche illecite nonché del valore delle vendite pertinenti realizzate da Google durante l’ultimo anno.
Per contro, in ordine alla gravità e alla durata dell’infrazione, è stato ritenuto opportuno considerare l’evoluzione nel tempo dei diversi aspetti dell’infrazione e della complementarità delle pratiche contestate, al fine di valutare l’incidenza degli effetti di eliminazione accertati dalla Commissione.
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