Concorso in corruzione? Confermato il sequestro dei beni del commercialista
Autore: Eleonora Pergolari
Pubblicato il 29 ottobre 2011
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I giudici di Cassazione, con la sentenza n. 39239 del 28 ottobre 2011, hanno confermato la decisione con cui le corti di merito avevano disposto la misura cautelare del sequestro preventivo finalizzato alla confisca nei confronti di un commercialista accusato di concorso in corruzione in atti giudiziari in relazione a una vicenda di evasione fiscale di un suo cliente.
In particolare, la Suprema corte ha spiegato come, in presenza di illecito plurisoggettivo, debba essere applicato il principio solidaristico in base al quale l'imputazione dell'intera azione e dell'effetto conseguente va applicata in capo a ciascun concorrente. Ne consegue che, “una volta perduta l'individualità storica del profitto illecito, la sua confisca e il sequestro preventivo ad essa finalizzato possono interessare indifferentemente ciascuno dei concorrenti anche per l'intera entità del profitto accertato”; in questo caso, tuttavia, l'espropriazione non può essere duplicata o eccedere il “quantum” dell'ammontare complessivo del profitto.
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