Concessioni balneari. Corte Ue: no a proroghe automatiche e generalizzate

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Concessioni balneari. Corte Ue: no a proroghe automatiche e generalizzate

Le disposizioni nazionali di proroga automatica delle concessioni balneari violano le previsioni della direttiva Bolkestein: tutti gli organi dello Stato membro devono disapplicarle.

Difatti, l’obbligo, per gli Stati membri, di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente, nonché il divieto di rinnovare automaticamente un’autorizzazione rilasciata per una determinata attività, sono enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla normativa in parola, tanto da poter essere considerati "disposizioni produttive di effetti diretti".

La valutazione dell’effetto diretto connesso all’obbligo e al divieto previsti dall’articolo 12, paragrafi 1 e 2, della predetta direttiva e l’obbligo di disapplicare le disposizioni nazionali contrarie incombono ai giudici nazionali e alle autorità amministrative, comprese quelle comunali.

Direttiva Bolkestein direttamente applicabile

Lo ha messo nero su bianco la Corte di Giustizia dell'Unione europea nel testo dell'attesa sentenza depositata il 20 aprile 2023 nella causa C‑348/22, avente ad oggetto una domanda di pronuncia pregiudiziale circa la validità della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno (cosiddetta Bolkestein), nonché sull’interpretazione dell’articolo 12 di detta direttiva e degli articoli 49 e 115 TFUE.

Domanda, questa, presentata nell’ambito di una controversia tra l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana (AGCM) e il Comune di Ginosa, in merito alla decisione di quest’ultimo di prorogare, nel suo territorio, le concessioni di occupazione del demanio marittimo fino al 31 dicembre 2033.

L'Autorità, ritenendo che la delibera controversa violasse la normativa unionale, aveva notificato al comune pugliese un parere motivato, con cui aveva ricordato l’obbligo di una previa procedura ad evidenza pubblica, ai fini del rispetto dei principi di concorrenza e di libertà di stabilimento.

L'ente comunale, tuttavia, ritenendo che la direttiva citata non fosse "self-executing", aveva rifiutato di adeguarsi a tale parere, di talché l'AGCM si era rivolta al Tribunale amministrativo regionale.

Balneari: necessità di selezione imparziale e trasparente

Si rammenta che, in materia, la Commissione Ue aveva avviato apposita procedura d’infrazione nei confronti dell'Italia, a seguito della quale il nostro Paese si era impegnato a conformarsi al diritto dell’Unione.

Ciononostante, le concessioni di occupazione del demanio marittimo sono state più volte prorogate fino al 31 dicembre 2020 e, anche successivamente, in prossimità di tale scadenza, è stato deciso un ulteriore slittamento delle concessioni in vigore, fino al 31 dicembre 2033.

Proroga, quest'ultima, ritenuta dal Tar della Puglia alla stregua di una violazione manifesta della direttiva in parola e, in ogni caso, dell’articolo 49 TFUE, tanto che è stata oggetto della domanda pregiudiziale in esame.

Ebbene, secondo la Corte di giustizia, l’articolo 12, paragrafo 2, della direttiva - ai sensi del quale un’autorizzazione, quale una concessione di occupazione del demanio marittimo, deve essere rilasciata per una durata limitata adeguata e non può prevedere la procedura di rinnovo automatico - ha effetto diretto: la norma vieta, in termini inequivocabili, agli Stati membri, senza che questi ultimi dispongano di un qualsivoglia margine di discrezionalità o possano subordinare tale divieto a una qualsivoglia condizione e senza che sia necessaria l’adozione di un atto dell’Unione o degli Stati membri, di prevedere proroghe automatiche e generalizzate di siffatte concessioni.

Del resto, anche dalla stessa giurisprudenza della Corte Ue risulta che un rinnovo automatico di queste ultime è escluso dai termini stessi indicati nel menzionato articolo.

La previsione, quindi, impone agli Stati membri l’obbligo di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali e vieta loro, come detto, di rinnovare automaticamente un’autorizzazione rilasciata per una determinata attività.

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