Cassa integrazione covid nel mirino del Governo. Arrivano i controlli Inps

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Cassa integrazione covid nel mirino del Governo. Arrivano i controlli Inps

Clima teso alla Camera dei deputati nel corso di una risposta data all'interrogazione parlamentare che ha avuto come primo firmatario l’onorevole Scotto durante il question time del 10 aprile 2024; destinataria dell’interrogazione la Ministra del lavoro Calderone, chiamata a rispondere sul recupero delle risorse impropriamente percepite per la cassa integrazione Covid, sulle iniziative intraprese nei confronti di società che ne abbiano illecitamente usufruito e sull’ammontare delle risorse recuperate.

Tema caldo dunque, conseguente all’ordine del giorno approvato nel corso della seduta del 28 giugno 2023 dalla Camera dei deputati, in base al quale il Governo si era impegnato ad adottare ogni iniziativa utile al fine di potenziare i controlli sull'utilizzo appropriato della cassa straordinaria Covid, così come delle altre provvidenze previste durante la fase della pandemia, e a sanzionare gli operatori che ne avessero usufruito in maniera fraudolenta, recuperando con la massima sollecitudine gli importi illecitamente percepiti.

Prima di esaminare le (puntuali) domande e le (evasive) risposte, facciamo una breve panoramica sulla questione oggetto del question time del 10 aprile 2024.

Cassa integrazione covid: da strumento a tutela dei lavoratori a occasione di truffa ai danni di tutti

Come spesso purtroppo accade, strumenti istituiti per sostenere lavoratori in difficoltà trovano chi li utilizza in modo illecito a discapito della comunità.

E’ il caso della cassa integrazione covid che, già nei primi mesi successivi alla sua istituzione, aveva fatto emergere dati preoccupanti.

E’ del 12 giugno 2020 (appena dopo 3 mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza e dal conseguente lockdown) la circolare n. 532 con cui l’Ispettorato nazionale del lavoro aveva comunicato l'intenzione di far partire numerosi e diffusi controlli sul corretto utilizzo degli ammortizzatori sociali con causale covid-19 per contrastare fenomeni elusivi e fraudolenti, già venuti alla luce dunque nei primissimi mesi.

L'Inps aveva infatti già comunicato che, su oltre 4 milioni di richieste di cassa integrazione pervenute entro il 31 maggio 2020, erano oltre 2.000 le aziende che, configurando il reato di truffa, avevano presentato richieste irregolari.

Spesso di trattava di aziende nate improvvisamente solo per richiedere l'erogazione delle integrazioni salariali, oppure di datori di lavoro operativi ma che avevano utilizzato comunicazioni retroattive per assunzioni dell’ultimo momento, volte sempre ad ottenere l’aiuto di Stato senza averne i requisiti.

Le verifiche intraprese dall’Ispettorato si sono dunque incentrate su:

  • aziende operanti nei settori che non avevano subito interruzioni delle attività;
  • aziende operanti in deroga alle misure restrittive previste dalla normativa emanata in relazione all'emergenza epidemiologica;
  • aziende che avevano presentato domande di iscrizione, ripresa dell'attività, modifiche dell'inquadramento con effetto retroattivo in periodi immediatamente precedenti le richieste di trattamento delle varie forme di cassa integrazione;
  • assunzioni, trasformazioni e riqualificazioni di rapporti di lavoro in periodi immediatamente precedenti le richieste di trattamenti delle varie forme di Cassa Integrazione;
  • numero dei lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali ed eventuali esternalizzazioni;
  • aziende che avevano collocato in smart working il personale e richiesto l'erogazione di ammortizzatori sociali;
  • aziende che non avevano comunicato all'Inps la ripresa, anche parziale, dell'attività lavorativa.

Illecita fruizione della cassa integrazione covid

L'illecita fruizione della cassa Covid, secondo uno studio dell'Ufficio parlamentare di bilancio nell'anno 2020 riportato nell’interrogazione parlamentare, avrebbe riguardato una percentuale di ore stimate al 27% del totale di quelle autorizzate, corrispondenti a circa 2,7 miliardi di euro di spesa che si sarebbe potuta risparmiare in presenza di comportamenti corretti.

Lo stesso Ministro dell'economia e delle finanze ha recentemente evidenziato le difficoltà di bilancio in vista della definizione del Def (approvato il 9 aprile 2024, ne abbiamo parlato nell’articolo “Def 2024: prioritaria la proroga dell'esonero parziale Ivs”), al punto di ritenere pressoché certa l’apertura di una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro Paese da parte della Commissione europea.

Un quadro non certo edificante dunque.

Ma, a parte le iniziative intraprese dall’Ispettorato e dallo stesso Inps, cosa ha fatto il Governo?

Quali le misure adottate e le somme recuperate?

Questo l’oggetto del questione time: vediamo le risposte.

Verifiche cassa integrazione covid: lo stato dell’arte

In rappresentanza della ministra Calderone, assente dalla seduta in quanto recatasi a Suviana in rappresentanza del Governo per l’ennesimo incidente sul lavoro, risponde l’onorevole Ciriani, ministro dei rapporti con il Parlamento.

Entrando nel merito del quesito, in via preliminare viene sottolineata la completa attenzione del Ministro del Lavoro in merito alla verifica della corretta e legittima fruizione da parte delle società che abbiano fatto richiesta degli strumenti di sostegno al reddito dei lavoratori.

Tali poteri di verifica in materia sono, però, prevalentemente in capo all'Inps soprattutto per ciò che riguarda la valutazione della legittimità delle concessioni degli ammortizzatori sociali.

L'Istituto ha, dunque, attuato tutte le ordinarie azioni di verifica amministrativa mediante attività di controllo preventivo e automatizzato in ordine all'esistenza e all'operatività delle aziende richiedenti con dipendenti, alle tipologie e alla correttezza contributiva delle stesse e alla circostanza che i lavoratori interessati e gli strumenti di tutela fossero alle dipendenze delle imprese prima dell'entrata in vigore dei vari provvedimenti legislativi intervenuti nel corso dell’epidemia da covid-19.

Nell'ipotesi di richiesta di pagamento diretto da parte dell'Istituto è stata verificata, inoltre, la congruità dei dati riferiti e la corrispondenza tra i nominativi dei lavoratori inseriti nelle richieste di accesso ai trattamenti e quelli dei beneficiari degli stessi.

Trascorsa la fase del lockdown, sono state dunque avviate le attività di vigilanza orientate a verificare la legittimità della fruizione delle varie tipologie di ammortizzatori sociali autorizzati, per salvaguardare l'equilibrio finanziario del sistema previdenziale; in particolare, si è proceduto a verificare il corretto comportamento delle aziende che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione guadagni covid nel 2021 e 2022, per consentire l'eventuale recupero delle somme indebitamente corrisposte e l'adozione delle opportune misure.

A conclusione di tali verifiche, in caso di accertamento di irregolarità, l'istituto potrà pertanto provvedere ad avviare le conseguenti azioni, compreso il recupero delle somme indebitamente percepite nei confronti di società che abbiano impropriamente usufruito degli ammortizzatori sociali.

Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, per quanto di competenza, continuerà a indirizzare la propria azione verso la massima trasparenza e il rispetto delle disposizioni in materia di trattamento di integrazione salariale.

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