Def 2024: prioritaria la proroga dell'esonero parziale Ivs
Pubblicato il 10 aprile 2024
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Reso noto dalla Presidenza del Consiglio di ministri, con Comunicato stampa n. 76 del 9 aprile 2024, il via libera al Def 2024 contenente, oltre all'esame preliminare di disposizioni per la razionalizzazione dell'imposta di registro, dell'imposta sulle successioni e donazioni, dell'imposta di bollo e degli altri tributi indiretti, la proroga dell’esonero parziale Ivs disposto dalla legge di Bilancio 2024.
Rimandati a dopo l'estate (20 settembre 2024) gli obiettivi programmatici, ovvero quelli che indicano la direzione della prossima legge di Bilancio, anche se il ministro Giorgetti spiega che “la mancanza del programmatico è un fatto non nuovo, verificatosi già in 4 precedenti”; il Def contiene dunque in realtà solo numeri, previsioni tendenziali, ma appare certa la priorità di confermare il taglio del cuneo, su cui i sindacati, in particolare la Cgil, chiedono però garanzie.
Vediamo ora un quadro riassuntivo dell’esonero parziale Ivs, su cui negli scorsi mesi si è scritto tanto (si veda ad esempio l’articolo “Esonero parziale IVS: l’INPS spiega come si applica nel 2024”).
Esonero parziale: cosa prevede la legge di Bilancio 2024
L’articolo 1, comma 15, della legge di Bilancio 2024 riconosce, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali Ivs a carico dei lavoratori (pari al 9,19%) nella seguente percentuale:
- 6%, se la retribuzione imponibile parametrata su base mensile per 13 mensilità non ecceda l'importo mensile di 2.692 euro, al netto del rateo di tredicesima;
- 7%, se la retribuzione imponibile, sempre parametrata su base mensile per 13 mensilità, non ecceda l'importo mensile di 1.923 euro, al netto del rateo di tredicesima.
Come e a chi si applica
L’esonero si applica ai lavoratori dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati, che siano o meno imprenditori, compresi gli apprendisti, con l’unica eccezione data dai lavoratori domestici.
Come parametro di riferimento, ai fini della verifica del rispetto delle soglie reddituali mensili (2.692 euro per la riduzione del 6% e 1.923 euro quella del 7%), va presa la retribuzione imponibile ai fini previdenziali del mese non considerando il rateo di tredicesima erogato mensilmente o in un’unica soluzione.
Le soglie retributive di imponibile previdenziali vanno perciò intese come massimali mensili e rilevano ai fini dell’applicabilità della riduzione contributiva e della determinazione della relativa misura.
NOTA BENE: La verifica va effettuata nel singolo mese di paga, pertanto la riduzione della quota dei contributi previdenziali Ivs può, nei singoli mesi, risultare di entità diversa in base alla retribuzione effettivamente percepita.
L’esonero non si applica a straordinari e altri emolumenti erogati nel corso dell’anno 2025 ma riferiti al 2024.
Tabella riassuntiva
Ecco un quadro riassuntivo della normativa sull'esonero parziale Ivs.
Quota contributi IVS a carico del lavoratore esonerabile |
6% se la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non eccede l'importo mensile di 2.692 euro, al netto del rateo di tredicesima 7% se la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro, al netto del rateo di tredicesima |
Periodo di operatività |
Periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 |
Quota dovuta dal lavoratore |
3,19% se la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l'importo mensile di 2.692 euro, al netto del rateo di tredicesima 2,19% se la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro, al netto del rateo di tredicesima |
Beneficiari |
Tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati, ivi compresi gli apprendisti, esclusi i lavoratori domestici Se il lavoratore è contemporaneamente titolare di più rapporti di lavoro part-time per cui siano previste distinte e autonome denunce contributive, il massimale mensile della retribuzione deve essere valutato autonomamente per ogni singolo rapporto di lavoro. |
Comunicazione al datore di lavoro |
No, il datore di lavoro applica l’esonero automaticamente |
Differenze con il secondo semestre 2023
Di seguito, invece, il quadro riepilogativo delle modalità di applicazione per l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per Ivs carico dei lavoratori dipendenti, con evidenza delle differenze rispetto al secondo semestre 2023.
Voci retributive |
Secondo semestre 2023 |
2024 |
Retribuzione imponibile corrisposta nel mese |
Riduzione 6% (soglia retributiva di imponibile previdenziale mensile pari a 2.692 euro) o 7% (soglia retributiva di imponibile previdenziale mensile pari a 1.923 euro) |
Riduzione 6% (soglia retributiva di imponibile previdenziale mensile pari a 2.692 euro) o 7% (soglia retributiva di imponibile previdenziale mensile pari a 1.923 euro) |
Tredicesima mensilità corrisposta a dicembre 2024 |
Riduzione 2% (soglia retributiva di imponibile previdenziale mensile pari a 2.692 euro) o 3% (soglia retributiva di imponibile previdenziale mensile pari a 1.923 euro) |
NO |
Tredicesima mensilità corrisposta mensilmente |
Riduzione 2% (soglia retributiva di imponibile previdenziale mensile pari a 224 euro) o 3% (soglia retributiva di imponibile previdenziale mensile pari a 160 euro) |
NO |
Esonero parziale Ivs e proroga per il 2025: qualche considerazione
“La decontribuzione che scade nel 2024, intendiamo assolutamente replicarla nel 2025, questo è il vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il Programma strutturale”, ha dunque affermato Giorgetti.
In vista di una manovra 2025 che parte dalla bene accetta priorità di confermare l’esonero parziale Ivs, il Def approvato dal Consiglio dei ministri contiene però, come detto, solo previsioni tendenziali e non il quadro programmatico.
Un modello difeso ovviamente dalla maggioranza, mentre le opposizioni e le Parti sociali (una su tutte la Cgil, che definisce il Def “scatola chiusa”) avvertono che a pagare saranno i cittadini, visti gli annunciati ulteriori tagli alla spesa.
Ci si chiede, dunque, e non in modo retorico, se confermare l’esonero parziale Ivs sia un gioco che vale la candela di ulteriori tagli alla spesa pubblica che, come insegna la storia, potrebbero colpire sanità e pensioni, serbatoio cui da sempre si attinge per fare cassa.
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