Caso Englaro. Regione condannata a risarcire
Pubblicato il 23 giugno 2017
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Nell'ambito della nota vicenda di Eluana Englaro – la donna deceduta nel 2009 in una struttura sanitaria, a seguito di interruzione della nutrizione artificiale voluta dalla famiglia, dopo essere vissuta in stato vegetativo per 17 anni – Il Consiglio di Stato, terza sezione, ha ora confermato la pronuncia del Tar, con cui è stato riconosciuto al padre di Eluana un risarcimento di quasi 133.000,00 euro a carico della Regione Lombardia.
L’uomo in particolare, nella sua qualità di tutore della figlia, aveva impugnato dinanzi al Tribunale amministrativo, il provvedimento con cui la Regione Lombardia aveva respinto la richiesta di mettere a disposizione una struttura per il distacco del sondino naso gastrico che alimentava e idratava artificialmente la donna, nonostante l’autorizzazione data prima in Corte d’Appello e poi confermata in Cassazione.
Provvedimento illegittimo. Danni patrimoniali e non
Orbene il rifiuto assoluto, espresso dalla Regione Lombardia e dalle strutture sanitarie da essa coordinate nell'ambito del servizio pubblico, di collaborare all'esecuzione di un provvedimento giurisdizionale esecutivo, ha prodotto ingenti perdite patrimoniali e danni non patrimoniali. Quanto alle prime, si evidenziano senz'altro le spese che la famiglia ha dovuto sostenere per lo stanziamento di Eluana presso una struttura fuori Regione.
Quanto all'ulteriore profilo di danno da provvedimento illegittimo – prosegue il Consiglio di Stato con sentenza n. 3058 del 21 giugno 2017 - è senz'altro ravvisabile la violazione del diritto della donna alla autodeterminazione in fatto di cure, avendo ella subito, contro la sua volontà, il prolungamento di una condizione ritenuta non dignitosa. Ricorre dunque il rapporto di causalità tra l’evento ed il danno conseguenza, che deve perciò trovare idoneo ristoro tenendo conto della gravità degli interessi lesi.
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