Amministratore e custode di aziende: come si computa il compenso?
Pubblicato il 06 dicembre 2021
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Precisazioni della Corte di cassazione in tema di compenso professionale per chi abbia prestato le attività di amministrazione e custodia giudiziale di un'azienda.
Con ordinanza n. 38249 del 3 dicembre 2021, la Seconda sezione civile della Cassazione ha chiarito alcuni aspetti relativi a quanto disposto dal Dm n. 140/2012 sulla riforma dei compensi professionali, con riguardo a quanto previsto dall’art. 19 per quel che concerne l’attività di amministrazione e custodia di aziende.
Si tratta della disposizione ai sensi della quale:
- il valore della pratica per la liquidazione relativa a incarichi di amministrazione e custodia di aziende è determinato dalla sommatoria dei componenti positivi di reddito lordo e delle attività;
- il compenso è liquidato, di regola, in misura pari a quanto indicato dal riquadro 1 della tabella C) -Dottori commercialisti ed esperti contabili.
Compenso professionale del custode e amministratore giudiziario
La Suprema corte ha chiarito che l’art. 19 in esame, al fine del computo del compenso per l’amministrazione e la custodia giudiziale delle aziende, non si riferisce all’utile in senso stretto (non assumendo rilievo, dunque, l’eventuale perdita).
La norma, in vero, fa riferimento alla somma dei componenti positivi di reddito lordo e delle attività, in altre parole – ha spiegato la Corte di legittimità – ai ricavi annuali, senza essere decurtati dai costi, e giammai al valore del patrimonio aziendale.
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