Voluntary disclosure ancora dubbi da chiarire per evitare il blocco delle domande
Autore: Roberta Moscioni
Pubblicato il 15 aprile 2015
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Dalle domande che continuano a pervenire dai professionisti intervenuti nei recenti convegni organizzati sul tema della Voluntary disclosure e dall’analisi delle varie tipologie di rimpatri finora effettuati appaiono ancora evidenti le molte difficoltà di interpretazione della proceduta di collaborazione volontaria per il rientro di capitali detenuti illecitamente all’estero.
Recentemente lo stesso Governo si è detto impegnato sul tema del raddoppio dei termini di accertamento, che rende sconveniente l'adesione. L'intervento per scongiurarlo con un decreto urgente sembra plausibile non prima di fine maggio, con la conseguenza che i moltissimi contribuenti canditati al rimpatrio restano al momento in attesa, temendo proprio che un possibile “raddoppio” potrebbe rendere molto sconveniente il costo del rimpatrio di lungo periodo, dato che il rischio effettivo sembra essere quello di importi corrispondenti alle somme da rimpatriare.
Oltre ai professionisti, anche l’Ucifi dell’Agenzia delle Entrate (Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali), auspica uno sblocco delle domande di quanti sono pronti a presentare le istanze di sanatoria, ma temono le conseguenze del raddoppio dei termini di accertamento derivante da una contestazione penale. Il decreto potrebbe “sbloccare il flusso di presentazione delle domande di voluntary disclosure ed evitare un’eccessiva concentrazione delle istanze in prossimità della chiusura della finestra per l’adesione”.
Intanto, Antonio Martino, responsabile dell’Ucifi - intervenuto a Milano proprio in occasione del Convegno sulla collaborazione volontaria intitolato "L’Agenzia incontra i professionisti", organizzato dalla Direzione regionale Lombardia delle Entrate, dall’Odcec di Milano e dal Codis - fa sapere che l’Agenzia delle Entrate si sta attivando per chiedere a Berna l’elenco dei contribuenti che si sono trasferiti in Svizzera nel 2015, per eludere la regolarizzazione dei capitali illecitamente detenuti all’estero.
Non sono quindi da accettare soluzioni offshore con trust, espatri e altri strumenti giuridici di diritto straniero che magari possono essere, nel frattempo, offerte da alcuni professionisti o consulenti. Anzi, l’Agenzia stessa si dice pronta a collaborare con i professionisti per intercettare e gestire le criticità della disclosure.
- eDotto.com – Approfondimento n. 2 del 22 gennaio 2015 - Voluntary Disclosure, verso la “pacificazione” con il Fisco – Moschella
- Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, p. 42 - Ancora da chiarire la portata della liberatoria alla banca - Rivolta - www.fiscooggi.it
- Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, p. 42 - Raddoppio termini, decreto urgente - Galimberti
- ItaliaOggi, p. 29 - No ai furbetti della disclosure - Stroppa
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