Via libera alla riforma delle accise e nuove regole doganali 2025: novità per carburanti e imprese
Pubblicato il 14 marzo 2025
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Nel Consiglio dei Ministri del 13 marzo 2025, è stato approvato in via definitiva il decreto legislativo di riforma delle accise, che attua la delega fiscale in materia e modifica il Testo Unico delle Accise (DLgs n. 504/95). L’intervento mira a ridurre progressivamente la disparità di tassazione tra benzina e gasolio nei prossimi cinque anni, riallineando le accise sui carburanti.
Contestualmente, il Governo ha approvato anche la revisione delle sanzioni doganali, riconfigurandole a soli sei mesi dalla loro adozione, con l’intento di garantire maggiore certezza giuridica e adeguare il sistema alle nuove esigenze economiche e fiscali.
Questa doppia riforma avrà un impatto significativo sia sul piano economico che ambientale:
- il riallineamento delle accise punta a eliminare progressivamente un sussidio ambientalmente dannoso (SAD) e a destinare le nuove risorse al trasporto pubblico locale;
- la revisione delle sanzioni doganali mira a semplificare le normative e a garantire maggiore equità e proporzionalità nel sistema sanzionatorio.
Riforma delle accise: un intervento di riallineamento
La riforma delle accise approvata dal Consiglio dei Ministri introduce un graduale riallineamento della tassazione su benzina e gasolio, eliminando progressivamente la disparità tra i due carburanti. Il decreto legislativo, che modifica il DLgs. 504/95 (Testo Unico delle Accise - TUA), prevede una revisione quinquennale delle aliquote, in linea con le direttive europee per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, garantendo così una tassazione più equa e sostenibile.
Il Governo ha sottolineato più volte che si tratta di un "riallineamento" e non di un semplice aumento delle accise. Questo perché l’intervento non si limita ad aumentare la tassazione sul gasolio, ma prevede un meccanismo speculare:
- aumento progressivo dell’accisa sul gasolio: tra 1 e 1,5 centesimi di euro per litro ogni anno, fino al raggiungimento di un’aliquota identica a quella della benzina;
- contestuale riduzione dell’accisa sulla benzina: nella stessa misura, per garantire un equilibrio e non aggravare complessivamente la pressione fiscale sul comparto dei carburanti.
L’obiettivo è eliminare il trattamento di favore per il gasolio, considerato un sussidio ambientalmente dannoso, senza gravare eccessivamente sui consumatori.
I sussidi ambientali dannosi da ridurre
Secondo il Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, redatto annualmente dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) in base alla Legge 221/2015, la minore tassazione del gasolio rispetto alla benzina è considerata un Sussidio Ambientalmente Dannoso (SAD).
L’intervento normativo mira a superare questa disparità, allineando progressivamente i livelli di tassazione per rispondere a due esigenze fondamentali:
- Adeguare la fiscalità ai principi della transizione ecologica, eliminando le agevolazioni per i combustibili più inquinanti.
- Rendere più equo il mercato dei carburanti, considerando che i consumi di benzina sono nettamente inferiori rispetto a quelli del gasolio.
Come ridurre il divario
Attualmente, il gasolio gode di un'accisa inferiore di 11,1 centesimi al litro rispetto alla benzina, nonostante il suo maggiore impatto ambientale in termini di emissioni di CO₂ e particolato.
Il decreto stabilisce che questo divario verrà ridotto gradualmente nel corso di cinque anni (2025-2030), con un aumento progressivo dell’accisa sul gasolio e una riduzione equivalente di quella sulla benzina.
La soglia di convergenza è fissata a 67,25 centesimi al litro per entrambi i carburanti, raggiunta attraverso incrementi e riduzioni annuali.
A determinare le aliquote di accisa per ogni anno sarà un decreto interministeriale firmato dai Ministeri di Ambiente, Economia, Trasporti e Agricoltura, in modo da garantire un’applicazione coordinata della riforma.
Effetti economici della riforma
L’effetto economico della riforma non sarà neutrale, poiché il gasolio è utilizzato in quantità molto maggiori rispetto alla benzina. Nel 2024, i consumi sono stati:
- Gasolio: 28,8 miliardi di litri
- Benzina: 12,3 miliardi di litri
A causa di questa disparità nei consumi, il saldo complessivo sarà positivo per l’Erario:
- per ogni 1 centesimo di aumento dell’accisa sul gasolio, l’incasso sarà di 288 milioni di euro annui;
- per ogni 1 centesimo di riduzione dell’accisa sulla benzina, la perdita sarà di 123 milioni di euro annui.
In totale, al termine del quinquennio, il riallineamento genererà un gettito fiscale aggiuntivo di circa 1,1 miliardi di euro annui.
Destinazione dei fondi derivanti dal riallineamento delle accise
I maggiori introiti generati dalla riforma saranno destinati a due fondi principali:
- Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale
- Servirà a finanziare il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, in sospeso da mesi a causa della mancanza di risorse.
- Il fabbisogno stimato è di 500 milioni di euro, che verranno coperti in parte dalle nuove entrate.
- Fondo per la delega fiscale
- I fondi rimanenti verranno utilizzati per attuare altre misure fiscali previste dalla riforma tributaria in corso.
Esoneri previsti: gasolio agricolo e commerciale
La riforma delle accise non si applicherà al gasolio agricolo e al gasolio commerciale per il trasporto merci e passeggeri.
- Gasolio agricolo: il riallineamento delle accise non si applicherà al gasolio impiegato nelle attività agricole, che continuerà a beneficiare di un’aliquota ridotta. Questa misura è stata confermata per tutelare la competitività del settore agricolo e prevenire un incremento dei costi di produzione per gli agricoltori, che dipendono in larga parte dal carburante per le attività legate alla coltivazione e alla movimentazione dei mezzi agricoli.
- Gasolio commerciale: un'altra importante esenzione riguarda il gasolio commerciale, utilizzato nei settori del trasporto merci e passeggeri (disciplinato dall’articolo 24-ter del Testo Unico Accise - TUA). Per questi impieghi, è prevista una specifica aliquota di accisa agevolata, che non subirà modifiche con l’introduzione della riforma.
Queste esenzioni garantiscono che la riforma non penalizzi settori strategici come l’agricoltura e la logistica, riducendo l’impatto economico della misura. In particolare, non si vuole gravare eccessivamente sul settore del trasporto su strada, che rappresenta una componente essenziale dell’economia nazionale e della logistica. L'esenzione aiuterà le imprese di trasporto a evitare un incremento dei costi operativi e, di conseguenza, possibili rincari nei prezzi dei beni trasportati.
Riforma delle accise, altre novità
La riforma introduce altre significative novità nel sistema delle accise, tra cui la creazione del Soggetto Obbligato Accreditato (SOAC), una nuova classificazione degli operatori economici e l’introduzione di un sistema a "patente a punti" per la gestione delle accise.
Introduzione del Soggetto Obbligato Accreditato (SOAC)
Una delle principali innovazioni è la creazione del Soggetto Obbligato Accreditato (SOAC), una figura ispirata al modello dell’AEO (Authorized Economic Operator) già presente in ambito doganale. Il SOAC è un operatore economico che, a seguito di un audit dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ottiene il riconoscimento di affidabilità fiscale, beneficiando di semplificazioni e agevolazioni nel pagamento delle accise.
- La qualifica di SOAC ha una validità di quattro anni e si articola in tre livelli di affidabilità (Base, Medio e Avanzato), determinati attraverso un punteggio compreso tra 0 e 100.
- Per ottenere la qualifica, è necessario raggiungere almeno 60 punti, valutati in base a criteri di solvibilità, organizzazione aziendale, assenza di precedenti fiscali e penali, e affidabilità della filiera di approvvigionamento.
I soggetti riconosciuti come SOAC beneficeranno di due principali vantaggi:
- Esonero cauzionale per le fideiussioni richieste per i beni in sospensione d’accisa.
- Semplificazioni contabili e amministrative, che verranno definite con successivi decreti del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e dell’Autorità Doganale.
Gli operatori con punteggi più alti potranno beneficiare di un’esenzione fino al 100% delle cauzioni dovute.
Patente a punti per le accise
Un’altra grande novità della riforma è l’introduzione di un sistema a “patente a punti”, che premia gli operatori più affidabili e disciplina il mantenimento dello status di SOAC.
- Il punteggio iniziale viene attribuito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in base ai criteri di affidabilità fiscale e amministrativa.
- Gli operatori che dimostrano comportamenti virtuosi potranno incrementare il loro punteggio e ottenere esenzioni fino al 100% delle cauzioni richieste per le fideiussioni.
- Al contrario, eventuali violazioni o irregolarità comporteranno una riduzione del punteggio, con la possibilità di perdere la qualifica di SOAC in caso di punteggi troppo bassi.
Questo sistema mira a incentivare la trasparenza e la compliance fiscale, premiando gli operatori più affidabili e scoraggiando eventuali comportamenti scorretti nel settore delle accise.
Riclassificazione degli operatori economici
La riforma introduce anche una nuova suddivisione dei soggetti obbligati all’accisa in quattro categorie, in base al settore merceologico:
- SOAC-PE (Prodotti Energetici) → Carbone, lignite, coke e altri prodotti energetici.
- SOAC-BA (Bevande Alcoliche e Alcole) → Settore delle bevande alcoliche e relativi contrassegni.
- SOAC-T (Tabacchi) → Prodotti del tabacco.
- SOAC-GE (Gas ed Energia) → Gas naturale ed energia elettrica.
Per ottenere l’autorizzazione, l’Agenzia delle Dogane dovrà esaminare l’attività dell’operatore nei cinque anni precedenti alla richiesta, garantendo un’analisi approfondita della sua affidabilità fiscale.
Conclusioni
La riforma delle accise rappresenta un passo significativo nella politica fiscale ed ecologica del Governo, con l’obiettivo di riequilibrare la tassazione sui carburanti e ridurre i sussidi ambientalmente dannosi. L’introduzione del SOAC, la patente a punti e la riorganizzazione del sistema di autorizzazione mirano a rendere il settore più trasparente ed efficiente, premiando gli operatori più affidabili e rafforzando i controlli. Tuttavia, la misura avrà un impatto differenziato sui consumatori e sui settori economici coinvolti, sollevando dibattiti sui costi di trasporto e sulle ripercussioni per chi ancora dipende dal diesel.
Riforma delle sanzioni doganali 2025: nuove soglie e regole per contrabbando e IVA
Nel Consiglio dei Ministri del 13 marzo 2025 è stato approvato un correttivo alla riforma del sistema doganale, in vigore dal 4 ottobre 2024, con l’obiettivo di rendere più equilibrato il quadro sanzionatorio e rispondere alle preoccupazioni sollevate dalle imprese e dai rappresentanti del settore. Le modifiche riguardano principalmente l’innalzamento della soglia penale per il contrabbando, l’ampliamento delle cause di non punibilità e la revisione delle circostanze aggravanti.
1. Innalzamento della soglia penale per l’IVA all’importazione
Una delle novità più rilevanti è l’innalzamento della soglia di rilevanza penale per le violazioni doganali legate all’IVA all’importazione. La soglia, inizialmente fissata a 10.000 euro, viene ora portata a 100.000 euro, riducendo il rischio che semplici errori formali si trasformino in illeciti penali.
- Soglia per i dazi doganali invariata: per i dazi, invece, il limite resta fermo a 10.000 euro, in conformità con la direttiva PIF (Protezione degli Interessi Finanziari dell'UE).
- Beneficio per le imprese: l’innalzamento della soglia per l’IVA riduce il numero di casi di contestazione penale, garantendo maggiore tutela per le aziende importatrici.
2. Maggiori possibilità di non punibilità
Il decreto introduce nuove cause di non punibilità, che consentono di evitare la sanzione penale se l’operatore regolarizza la propria posizione. In particolare:
- Se il contrabbando è punito con la sola multa, l’operatore può estinguere il reato pagando i tributi dovuti e una sanzione tra il 100% e il 200% dell’importo contestato.
- Il ravvedimento operoso viene valorizzato, consentendo di sanare la violazione con una sanzione ridotta se il pagamento avviene prima dell’inizio di un procedimento penale o di un’ispezione fiscale.
Queste modifiche garantiscono una maggiore flessibilità e permettono agli operatori economici di regolarizzare eventuali errori senza incorrere automaticamente in procedimenti penali.
3. Revisione delle circostanze aggravanti e delle pene
Il decreto riformula le soglie per le circostanze aggravanti, differenziando le sanzioni in base all’ammontare dei tributi non versati:
- se i diritti contestati superano i 100.000 euro per i dazi o i 500.000 euro per l’IVA, è prevista la reclusione da tre a cinque anni;
- se i dazi evasi sono tra 50.000 e 100.000 euro o l’IVA contestata è tra 200.000 e 500.000 euro, la reclusione può arrivare fino a tre anni.
Inoltre, si stabilisce che non si procederà alla confisca in caso di revisione su istanza di parte, a patto che la domanda venga presentata prima dell’avvio di un procedimento penale.
4. Revisione della comunicazione dei reati e competenze della Procura Europea
Il decreto stabilisce che l’Agenzia delle Dogane trasmetta la notizia di reato alla Procura Europea (EPPO) solo se l’importo dei diritti di confine dovuti supera i 10.000 euro. Tuttavia, in presenza di circostanze aggravanti, la comunicazione può avvenire anche per importi inferiori. Questa modifica mira a rendere il sistema sanzionatorio più proporzionato e a ridurre il rischio di segnalazioni per violazioni di entità marginale.
Conclusione
Le modifiche introdotte rappresentano un importante correttivo alla riforma doganale, rispondendo alle criticità sollevate dagli operatori del settore. L’innalzamento della soglia penale per l’IVA, l’ampliamento delle cause di non punibilità e la revisione delle aggravanti permettono un’applicazione più equilibrata delle sanzioni, evitando che errori formali o importi modesti possano sfociare automaticamente in procedimenti penali.
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